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Attualità | 28 aprile 2025, 12:47

Corteo dei lavoratori deviato (per cantieri). Si sfila dopo la Liberazione: “Torino capitale dei problemi sociali, non degli scontri"

L’auspicio dei sindacati è che sia una manifestazione partecipata da tutti, ma senza “mostrare i muscoli”. Il tema di quest’anno è la sicurezza. In Città mancano ispettori. Infortuni e morti in aumento nei primi due mesi del 2025

Sarà un corteo del Primo Maggio che devierà dal percorso storico. Niente arrivo in Piazza San Carlo, ma una sfilata che si concluderà in Piazza Solferino partendo da Piazza Vittorio e attraversando via Po e via Pietro Micca. Il motivo: i cantieri in corso nella "Torino che Cambia” che in questo momento stanno interessando l’area di via Roma

"Sarà un Primo Maggio di festa ma anche di lotta  - ha detto il primo cittadino Stefano Lo Russo - di testimonianza nella celebrazione del lavoro che deve essere di qualità, sicuro e che garantisca dignità, salari giusti e che consenta alle persone di poter pensare al proprio futuro."

"Manifestazione non muscolare"
Parole che arrivano a pochi giorni dai disordini che si sono verificati nel corso della fiaccolata della Liberazione alla vigilia del 25 Aprile. Anche per questa ricorrenza il rischio che piazze diverse si uniscano nella manifestazione organizzata unitariamente da Cgil, Cisl e Uil è alto. Ma si cerca di lavorare affinché tutto possa svolgersi in modo pacifico.

“Viviamo una città complicata con tanti problemi e tante tensioni - commenta il segretario generale Cgil Torino Federico Bellono - Il nostro auspicio è che sia una manifestazione partecipata dove tutti possano dire quello che pensano, senza dover mostrare i muscoli. L’esperienza di questi due anni è stata incoraggiante, abbiamo lavorato per far sì che le tensioni siano limitate. Torino, più che essere la capitale degli scontri è la capitale dei problemi sociali di questo paese”.

La sicurezza al centro della giornata

Tra questi il tema della sicurezza sul lavoro, claim di quest’edizione che si intitolerà “Uniti per un lavoro sicuro”. I dati sul capoluogo, in questo senso, non sono incoraggianti. 

“Torino sconta un handicap sugli ispettori del lavoro - commenta il neo segretario generale Cisl Torino-Canavese Giuseppe Filippone - Dovrebbero essercene almeno 50, ma sono meno della metà. Un tema che non può essere trascurato”. 

Un dato che si scontra con il numero di morti sul lavoro che, stando ai dati del primo bimestre del 2025, vedono un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Italia sono per ora 138, rispetto ai 119 dello stesso periodo dello scorso anno.  E gli infortuni nel 2024 sono incrementati rispetto all'anno precedente: da 42 mila a 43 mila. 

Un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che anche per il sindaco Lo Russo resta "centrale" e rappresenta una "emergenza". 

Le "crisi" di Torino

Sicurezza che va di pari passo, però, con la crisi che avanza, non solo nell’automotive. Basti pensare alla recente crisi che sta colpendo la Camurati, azienda di fragranze che sta attraversando un momento di incertezza. 

“Una delle tante brutte storie che riguardano il lavoro in questa città - ha aggiunto ancora Bellono -a volte non basta il nome per affrontare i temi lavorativi di modo che siano rispettosi delle persone”. 

Oppure la questione sanitaria: “Un tema centrale nelle agende delle organizzazioni sindacali, rappresentando sia i lavoratori che i cittadini”. 

Dati non incoraggianti sull'occupazione

E infine l’occupazione: “Sono meno di 60 mila gli occupati rispetto alla crisi del 2008 - commenta i numeri Gianni Cortese segretario generale della Uil Torino e Piemonte - Torino ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile nel Nord Italia, è la città più cassa integrata d’Italia, con più fronti di crisi aperti. I dati sul primo trimestre di Unioncamere sulla nati mortalità delle imprese non sono incoraggianti. Ogni giorno chiudono i battenti tante realtà economiche”. 

Una emergenza, insieme a quella della sicurezza, su cui i sindacati si appellano all’Europa, con richiesta di accesso ai fondi SURE.


 

Daniele Caponnetto

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