"Dal 2020 ad oggi 110 edicole hanno chiuso i battenti" è quanto dichiarato in Sala Rossa dall'assessore al Commercio della Città di Torino, Paolo Chiavarino, in risposta a un'interpellanza della consigliera della Lega, Elena Maccanti, facente riferimento alla crisi del settore delle edicole e alla gestione dei chioschi dismessi.
Numeri impietosi
I dati in mano al Comune sono impietosi. Intanto delle 110 chiusure, di cui sopra, 28 risultano decadenze totali e le altre 82 cessazioni totali. Quasi tutte - ben 103 su 110 - sono attività esclusive nella vendita di quotidiani e periodici (dei quali 42 avevano sede presso i chioschi). Al 12 marzo 2025 - ha precisato Chiavarino -, risultano 287 i punti vendita attivi. Così suddivisi: 193 esclusive (63 presso chioschi) e 94 non esclusive (tabaccai, benzinai, supermercati).
Una nuova delibera
Chiavarino garantisce provvedimenti per quanto riguarda la gestione futura dei punti vendita e la riconversione delle edicole chiuse. "E' già attivo un tavolo con l'assessore al Bilancio, Gabriella Nardelli, e dirigenti e funzionati - ha aggiunto l'assessore, ricordando le agevolazioni per i canoni di occupazione -. A settimane in arrivo una nuova delibera specifica sui chioschi per capire cosa farne di quelli abbandonati". Chioschi inutilizzati, falliti o vandalizzati: una bella gatta da pelare per l'amministrazione di Torino. Molti, si sa, diventano casa per senzatetto o semplicemente monumenti al degrado. "Per questo stiamo cercando di capire quale sia il miglior percorso giuridico per contrastare l'abbandono dei chioschi e permettere nuove possibilità di utilizzo".
"Fotografia tremenda"
Un caso allarmante secondo la consigliera Maccanti. "L'interpellanza aveva due grandi obiettivi: fare una fotografia sul settore delle edicole e capire quali strade poter intraprendere in futuro - ha replicato Maccanti -. Le edicole sono un presidio fondamentale, soprattutto per i nostri anziani. Ma è anche bene dire che i chioschi chiusi da mesi diventano facilmente ricettacolo di degrado. E anche su questo argomento vanno fatte delle riflessioni. magari attivando dei patti di collaborazione per i beni comuni".