Attualità - 28 aprile 2025, 13:37

A Volpiano, apre un Centro per le Famiglie in un’abitazione confiscata alla mafia

Oggi pomeriggio il taglio del nastro in via Basta 28 dove prosegue la collaborazione tra Cooperativa Animazione Valdocco e Unione NET, insieme a associazioni locali, parrocchie, scuole e ASL

Un Centro per le Famiglie in un’abitazione confiscata alla criminalità organizzata. Accade a Volpiano, in provincia di Torino, dove poche settimane fa un altro bene appartenuto alla mafia è stato trasformato in un cohousing per persone con disabilità. Questa volta la collaborazione tra Comune di Volpiano e Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET) si avvale della preziosa professionalità della cooperativa Animazione Valdocco che rende possibile l’attivazione di questo punto di riferimento per cittadine e cittadini, con un focus particolare sugli adolescenti. A dare ulteriormente vivacità ed efficacia a quest’azione, in rete con i Centri per le Famiglie di Settimo Torinese (Facendo Famiglia) e San Benigno Canavese, è l’apporto di associazioni territoriali, parrocchie e Caritas, scuole e ASL.

La nuova destinazione dell’immobile di via Basta 28 a Volpiano entra a far parte di un unico grande Centro per le Famiglie diffuso sotto il cappello di Unione NET con l’obiettivo di rispondere a una crescente domanda, in particolare nella fascia adolescenziale. Il progetto di cui fa parte il nuovo Centro si chiama A.M.E.T.I.S.T.A. (“Attività di Metarete Educative e non di lotta contro le Tossicodipendenze e il disagio giovanile Integrate con il Sistema Territoriale e dell’Associazionismo”), che si pone la finalità di armonizzare e potenziare la sinergia tra attori e progettualità già presenti sul territorio.

La cooperativa Animazione Valdocco ha accolto quindi la possibilità, fornita da Unione NET, di estendere anche a Volpiano le proprie attività, già consolidate a Settimo, agganciandole ai programmi a supporto di minori e famiglie in condizioni di vulnerabilità (es. Pippi) e della genitorialità positiva. L'obiettivo finale è dare spazio e voce alla comunità educante, perché ognuno possa fare la propria parte, generando risposte creative ai bisogni emergenti.

Il progetto di via Basta ha previsto la ristrutturazione e messa in sicurezza degli spazi, per l'allestimento di ambienti accoglienti e la presenza di un educatore fisso che conosce il territorio in modo approfondito.