Economia e lavoro - 24 aprile 2025, 15:41

Il 2025 non porta (ancora) nulla di buono: anche il primo trimestre vede un calo delle aziende in Piemonte

Segnali di vivacità solo nei servizi, mentre fanno passi indietro agricoltura, commercio e manifattura

Cala ancora il numero di imprese in Piemonte

Calano ancora, le aziende in Piemonte. Dopo un 2024 di difficoltà, anche i primi tre mesi del 2025 prolungano la serie negativa: in base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, infatti, nel primo trimestre sono nate in Piemonte 7.603 aziende, 336 in meno rispetto a quanto rilevato nel I trimestre 2024. Nello stesso periodo, le imprese che hanno cessato la propria attività sono state 8.986, ben 887 in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La sintesi tra i due flussi ha condotto comunque a un saldo negativo per 1.383 unità, mentre la flessione era stata di 1.934 nel primo trimestre 2024.

Andamento che porta lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2025 a 417.810 unità, confermando il Piemonte in settima posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali.

Secondo l'ufficio studi di Unioncamere Piemonte, peraltro, il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,33%, meno negativo rispetto a quanto rilevato per il tessuto imprenditoriale piemontese nel corso del I trimestre 2024 (-0,46%), ma peggiore rispetto al risultato messo a segno nel I trimestre 2025 a livello complessivo nazionale (-0,05%). 

Analizzando nel dettaglio le statistiche, si scopre poi che le aziende più strutturate mostrano più resistenza, mentre sono le piccole e piccolissime imprese che continuano a ridursi. Nel I trimestre del 2025 quasi tutti i comparti hanno mostrato tassi di crescita negativi. Fanno eccezione solo gli altri servizi che segnano un +0,21%. Le costruzioni subiscono una flessione dello 0,36%, seguite dal turismo con un -0,49%. L’industria in senso stretto registra una contrazione della propria base di imprese dello 0,78% e il commercio cala dello 0,82%. Il dato peggiore appartiene all’agricoltura il cui tasso di crescita si attesta al -1,30%.

A livello geografico si conferma chiaramente la centralità dell'area metropolitana di Torino, che concentra ben il 52,7% di tutte le sedi d'impresa regionali. Questo dato è il riflesso della dimensione demografica, della diversificazione settoriale e della presenza di un tessuto produttivo e di servizi più denso nel capoluogo rispetto al resto della regione. Seguono, nell'ordine, Cuneo con il 15,45% e Alessandria con il 9,39%, che rappresentano le altre province piemontesi con una significativa base imprenditoriale. I restanti territori (Novara, Asti, Biella, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola) detengono quote più contenute.

Ma nessuna provincia si sottrae al calo: la maggior parte delle province più grandi Torino (-0,22%), Novara (-0,17%) e Cuneo (-0,35%) hanno mostrato una maggiore tenuta, mentre aree come Asti (-0,81%), Biella (-0,65%) e Vercelli (-0,62%) hanno visto una riduzione proporzionalmente più incisiva della propria base imprenditoriale. Il Verbano Cusio Ossola e Alessandria hanno, infine, registrato tassi rispettivamente pari a -0,44% e -0,47%.