E’ con l’assegnazione del suo riconoscimento più prezioso e sentito, il Tartufo dell’Anno, che la comunità albese volle portare il proprio tributo a Papa Francesco, a quasi cinque anni dalla sua elezione a 266° Vescovo di Roma. Era il 22 novembre 2017.
La delegazione langarola giunta al suo cospetto sul sagrato di piazza San Pietro si presentò al temine di un’udienza generale portandogli in dono un tartufo bianco di tre etti, l’affetta-tartufi "Alba" e una copia di "Rastlèire", il vocabolario illustrato di Langhe e Roero scritto da Primo Culasso e Silvio Viberti.
A consegnarlo al pontefice dalle origini piemontesi l’allora sindaco albese Maurizio Marello con l’assessore alle Manifestazioni Fabio Tripaldi, l'allora presidente dell’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba Liliana Allena e il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti.
Di grande simpatia, nello stile diretto del personaggio, il ringraziamento di Bergoglio, che annusando quel pregiatissimo diamante grigio spiegò: "Questo è ottimo, ma io di Alba apprezzo anche il Dolcetto". Dopodiché sfogliò il vocabolario andando a cercare la definizione dell’espressione dialettale cui Bergoglio era ricorso anni prima durante un’altra udienza generale. "In piemontese noi diciamo 'fare la munia quacia’"), aveva detto, allora riferendosi alle "facce da immaginetta", con l’intenzione di mettere in guardia dai fraintendimenti che possono nascere quando si parla di pietà.
È stato un incontro emozionante – avevano commentato allora Marello e Tripaldi – che rimarrà nella memoria della nostra città. Anche in pochi istanti Papa Francesco riesce a trasmettere un’energia e una carica umana straordinarie. Il Papa si è intrattenuto con noi mostrando apprezzamento per i doni di quella che sente come una terra a lui familiare (…). Molto bella è stata anche l’esibizione del Gruppo Sbandieratori 'Città di Alba', che hanno accolto il pontefice sul sagrato di piazza San Pietro schierati tutti in fila con le bandiere alzate prima di esibirsi in uno spettacolo dedicato a Sua Santità".
"È stato un onore e una grande emozione poter incontrare e stringere la mano a Papa Francesco. Abbiamo consegnato il frutto più straordinario della nostra terra a un uomo che sta dimostrando di essere uno dei migliori protagonisti del nostro tempo", aveva detto Liliana Allena.
L’ESEMPLARE IN RICORDO DEL COMMENDATOR PONZIO
Un altro tartufo albese è quello che nelle ultime settimane del 2023 gli venne portato in dono dall’avvocato Roberto Ponzio in occasione del centenario dalla nascita del padre, il commendator Roberto, "re dei tartufi".
"Papa Francesco – raccontava in proposito l’avvocato Ponzio – ha dimostrato di possedere un’ottima conoscenza anche botanica del tartufo, da lui indicato col nome appropriato di Tuber Magnatum Pico. Nello scambio di battute che abbiamo intrapreso è venuto fuori un dialogo sui suoi parenti astigiani, qualcuno dei quali andavano per tartufi, persone che avranno senz’altro incontrato mio padre, visto come nei suoi commerci frequentava con assiduità quella piazza. Il Santo Padre ha dimostrato particolare interesse a un disegno fatto da Chiara sul tema della pace e appreso con piacere che, essendo lei nata nel 2015, è coetanea della Laudato Si’, la sua celebre enciclica che parla proprio di ambiente. Si è soffermato su questo e sull’importanza per i ragazzi di andare verso un mondo di pace. Papa Francesco si è confermato persona di eccezionale levatura e spirito, oltre che di grande cordialità, disponibilità e simpatia, anche a dispetto di condizioni di salute per lui non felici, in quella giornata".