È un post sconsolato quello apparso sul profilo di Sergio Prete titolare della Tappezzeria Geppetto in via Montanaro 30, all’angolo con via Feletto. Un esercizio che cerca di andare avanti nonostante i problemi del quartiere di Barriera di Milano. Ma che ora sceglie di arrendersi e tirare giù la saracinesca.
“Ho chiuso momentaneamente il mio negozio”. Comincia così il post di Prete. Le cause sono da riferirsi all”illegalità” che per il titolare del negozio "non è un’eccezione”, ma “una regola”.
Un terra di nessuno
"Qui puoi attraversare sulle strisce col verde, e ti investono lo stesso. E se ti investono, magari scappano pure, lasciando a terra un vecchietto come fosse un sacco della spazzatura. Nessun rimorso, nessuna responsabilità - scrive -. In Barriera, se presti una cosa, ti ritrovi a dover pagare un “riscatto” per riaverla, come se fossi entrato in un sistema parallelo dove il furto è contrattato e legalizzato da chi comanda la strada. Qui il mio negozio non è solo un'attività commerciale, ma una trincea. Ogni giorno è una sfida: gente che entra solo per rubare, minacciare o cercare guai.”
Una terra di nessuno, è quanto emerge dal racconto di Prete, dove non ci si sente al sicuro.
"Se chiami le forze dell’ordine - sostiene - sei tu a passare per disturbato, mentre chi disturba davvero continua a spadroneggiare come se niente fosse. C'è chi si piazza davanti al mio ingresso a spacciare come fosse la cosa più normale del mondo. C’è chi urina o si droga dietro la mia vetrina in pieno giorno, sotto gli occhi di madri e bambini, come se la dignità di un quartiere non valesse nulla. Le telecamere non fanno paura, i dissuasori del bivacco sui gradini non fanno male al culo dei tossici e le denunce e i ricorsi che faccio sembrano sparire nel nulla.”
"Ci sono portoni diventati dormitori - prosegue Prete nella testimonianza - cortili trasformati in discariche, e una sensazione continua che la notte, ma sempre più spesso anche il giorno, non sia sicura: troppe risse, urla, sangue. Qui i furti non sono episodi: sono abitudini. Qui non si parla più di degrado. Si parla di anarchia.”
Le reazioni al post
Molti i commenti in reazione al post e in solidarietà al commerciante.
"Terribile la situazione in quella zona di Torino. Un tempo orgoglio della Classe Operaia.”
Una situazione che qualcuno ritiene addirittura peggiorata con l'intervento dell'esercito e i pattugliamenti delle forze dell’ordine. C’è chi accusa l’amministrazione accusata di "non fare nulla" per invertire la rotta.
"Vince l'illegalità e lo spaccio"
Un contesto in cui è difficile lavorare tranquillamente, anche per chi è onesto e paga le tasse.
"In Barriera di Milano - si legge in chiusura del post del titolare che ha scelto di chiudere temporaneamente l’attività - il vero re è l’illegalità e lo spaccio. E chi lavora, chi rispetta le regole, è trattato come uno straniero a casa propria”.