Nella casa del glicine di Luserna San Giovanni potrebbe rinascere la memoria di Alba de Céspedes, scrittrice e giornalista italiana che vi soggiornava. Questo è il sogno e l’obiettivo della torrese Sara Busso e del marito Enrico Chiantore proprietari dall’8 aprile dell’edificio che domina piazza XVII Febbraio, nella frazione di San Giovanni, a metà strada tra la chiesa cattolica e il tempio valdese, caratterizzato dalla pianta rigogliosa che si arrampica sulla facciata. Lì, Alba de Céspedes, nipote di Carlos Manuel de Céspedes, primo presidente della Repubblica cubana, soggiornava pur vivendo a Roma o a Parigi. La casa era del secondo marito - il diplomatico Franco Bounous - che conobbe in vacanza a Sestriere.
Il fascino della casa e della scrittrice
Di quella che Paolo Mieli considera come ‘Una delle prime o più forti scrittrici donne del Novecento italiano’, Busso custodisce il ricordo riportato dalla madre: “Fin da piccolina passando davanti a quella casa rimanevo ogni volta a bocca aperta per la bellezza dell’edificio e della pianta. Mia mamma allora mi raccontava della scrittrice che lì si rifugiava per scrivere e riposare, e che era solita indossare un largo cappello”. I racconti della madre – Franca Tourn – contribuirono ad alimentare il fascino dell’abitazione.
Crescendo Busso imparò a conoscere anche il fascino della scrittrice nata a Roma nel 1911: “A vent’anni partii per New York dove lavorai come corrispondente per la Mondadori, proprio la stessa casa editrice di de Céspedes”. Fu Arnoldo Mondadori, infatti, a pubblicare nel 1938 il primo romanzo dell’autrice ‘Nessuno torna indietro’ che non piacque al regime fascista tanto che venne convocata più volte dalla commissione della censura.
“Ma Alba fu anche una rivoluzionaria partecipò alla Resistenza scegliendo come pseudonimo ‘Clorinda’, donna guerriera della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso” racconta Busso. Quello era il nome della sua rubrica con cui – su Radio Bari – sollecitava le donne a partecipare alla Resistenza.
Nel dopoguerra de Céspedes fondò la rivista politico letteraria e musicale ‘Mercurio’, che dal 1944 al 1948 divenne un punto di riferimento per i principali intellettuali italiani tra cui Giuseppe Ungaretti e Sibilla Aleramo.
Il contributo lusernese alla memoria di de Céspedes
Nonostante la sua rilevanza nell’ambiente culturale del dopoguerra, il contributo letterario della scrittrice è stato rivalutato solo recentemente: nel 2011, Mondadori ha pubblicato un volume della collana ‘I Meridiani’ a lei dedicato. “Alba morì nel 1997 a Parigi dopo aver lasciato le sue carte agli Archivi riuniti delle donne di Milano” aggiunge Busso.
Ora, proprio agli Archivi lei si è rivolta per ricevere copie degli scritti di de Céspedes: “Si tratta perlopiù di testi scritti a mano nelle ore notturne che Alba trascorreva sprofondata in poltrona a lavorare. L’obiettivo è raccoglierli per una mostra da inaugurare nei prossimi mesi ma che poi diventi permanente”.
Per questo Busso e Chiantore hanno iniziato il restauro conservativo della casa del glicine: “Gli spazi sono da risistemare e poi dobbiamo rifare gli impianti” raccontano. I coniugi hanno dovuto anche ricostruire la proprietà del giardino interno dell’abitazione che era stata frazionata. “La casa ha una metratura importante di circa 800 mq: il nostro sogno è di trasferirci a vivere al piano superiore, proprio nell’appartamento in cui viveva Alba – rivelano – e riservare il piano nobile al pubblico con uno spazio espositivo dedicato alla scrittrice, una sala lettura, una caffetteria e un home restaurant”.