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io_viaggio_leggero | 19 aprile 2025, 07:00

Messico e nuvole: un viaggio iniziatico tra la Costa Pacifica, le montagne e il deserto

In questa rubrica troverete interviste a viaggiatori e racconti di viaggio vissuti in prima persona. Luoghi da scoprire, avventure emozionanti e storie di vita. Se hai un’esperienza da raccontare… scrivi a : ioviaggioleggero@gmail.com

Oggi incontriamo Michele, 41 anni, di professione DJ da quasi vent’anni. Ha una passione profonda per la spiritualità, che emerge anche nei suoi viaggi. Le sue non sono semplici vacanze, ma vere e proprie avventure zaino in spalla, alla ricerca di qualcosa che vada oltre la superficie.

Che viaggio ci racconti?

Il mio primo viaggio in Messico, tra il 2011 e il 2012. È stata un’esperienza fondamentale, una vera svolta per me. Poi ci sono tornato nel 2016 con mia mamma e nel 2022 con la mia compagna. Ogni volta è stato diverso e bellissimo, ma la prima avventura ha avuto un sapore unico. Il Messico, per me, non è solo un Paese: è un pezzo di vita.

Parliamo della tua prima esperienza in Messico?

Ero partito con due amici, una coppia. Abbiamo passato il primo mese insieme, partendo da Città del Messico e scendendo lungo la costa del Pacifico. Abbiamo toccato Puerto Escondido, Mazunte, Zipolite. Luoghi selvaggi, ancora autentici all’epoca. Dopo quel primo tratto, ho proseguito da solo. E lì il viaggio ha preso un’altra piega.

La costa pacifica?

Di grande impatto. Era un Messico ancora poco toccato dal turismo di massa. A Mazunte ho vissuto qualcosa di unico: ho piantato la mia amaca sotto una “palapa” su una spiaggia deserta e ci ho dormito per due settimane. Scalzo, libero, in mezzo alla natura e all’oceano. È stato come rinascere e mi è capitato di incontrare un’umanità incredibile. C’erano i mochileros, viaggiatori con lo zaino, un po’ hippie e molto autentici. E poi la gente del posto: pescatori, bambini, venditori… persone che mi hanno accolto come se mi conoscessero da sempre. Era una piccola comunità improvvisata ma viva e piena di energia.

C’è stato un incontro speciale?

Sì, una ragazza svedese. Un’artista che viaggiava da sola con due sacchetti della spesa: uno con vestiti estivi, l’altro con quelli invernali. Mi ha raccontato che viveva nei boschi in Svezia, una terra già remota che, ascoltando i suoi racconti, sembrava ancora più lontana. Mi ha colpito la sua essenzialità, la sua libertà. Abbiamo condiviso un pezzo di strada insieme e, come spesso accade nei viaggi, ci siamo arricchiti a vicenda. La sua naturalezza nel viaggiare da sola mi ha lasciato il segno.

Come continua il viaggio?

Sono risalito dalla costa verso Oaxaca, città culturalmente vivissima, e poi mi sono diretto a San José del Pacifico, a 2.800 metri. Un villaggio montano sospeso tra le nuvole. Lì ho vissuto un’esperienza profondamente spirituale: un rito in una “grotta sudatoria”, una pratica ancestrale della tradizione maya. Una sorta di sauna rituale che simboleggia l’utero materno. Tutto è iniziato al buio, tra i vapori delle erbe medicinali. Si sudava, si cantava, si meditava. Dopo un’ora sono uscito e mi sono immerso in acqua fredda, come prevede il rito. Una scarica di energia sul corpo e una “nuova pelle” anche nello spirito.

E Città del Messico?

Mi ha colpito profondamente, anche grazie all’accoglienza ricevuta. Avevo conosciuto due ragazzi messicani in Italia che mi avevano detto: “Vai a trovare nostra madre”. E così è stato. Lei e il suo compagno mi hanno accolto con un calore familiare, autentico. Abbiamo condiviso momenti semplici ma preziosi. E quel legame dura ancora oggi: ci sentiamo spesso, e ogni volta che sono tornato, tornavo anche da loro. Città del Messico, poi, è stata un’esperienza in sé. All’epoca era ancora possibile salire sulle Piramidi del Sole e della Luna a Teotihuacán — un privilegio oggi non più concesso. Un luogo che mette in contatto cielo e terra, passato e presente. E poi c’è stato lo Zócalo, la piazza principale della capitale: immensa, viva, quasi solenne. Uno di quei posti dove ho sentito battere il cuore di un intero popolo. Città del Messico non va capita, va vissuta. Tra i rumori, le luci e il calore della gente scopri un angolo di mondo da ricordare con il sorriso.

Un’esperienza con la famiglia messicana ?

Siamo andati a San Luis Potosí, in un rancho nel deserto dove ogni anno molte famiglie si riuniscono per un campeggio collettivo. Il paesaggio era arido, pieno di sterpaglie e arbusti. Di giorno si superavano i 40 gradi, di notte si scendeva sotto i 10 ma quel luogo sembrava magico. In un paesaggio così surreale, i tramonti mi hanno ricordato quanto fossi piccolo, ma parte di qualcosa di immenso. Lì ho partecipato alla ricerca del peyote, il cactus sacro. Come si dice da quelle parti: “Non sei tu che trovi lui, è lui che trova te”. È stata un’esperienza profonda: tre giorni sotto le stelle, condividendo silenzi, parole, immagini. Una sorta di terapia spirituale collettiva, senza maschere. Farlo con loro ha reso tutto ancora più potente: un rito di passaggio, alla ricerca dell’essenziale, dove a parlare era solo il cuore.

C’è un’immagine di tutto il viaggio che non scorderai mai?

Due. Il mare di nuvole a San José del Pacifico, con il sole che si rifletteva sull’oceano in lontananza. E il cielo rosso del deserto di San Luis Potosí, che sembrava pennellato come su una tela. Sono immagini che nessuna foto può restituire davvero. Ti restano negli occhi e nell’anima.

Cosa ti sei portato a casa da questa avventura?

Un’apertura mentale enorme. La scoperta di un altro modo di vivere e sentire. L’esperienza  mi ha insegnato che la famiglia non è solo quella in cui nasci, ma anche quella che incontri lungo il cammino. Riguardando tutto col senno di poi, ogni incontro, ogni deviazione, ogni ostacolo aveva un significato. Era come se il viaggio sapesse esattamente dove voleva portarmi. Io dovevo solo lasciarmi guidare.

Un tuo viaggio “nel cassetto”?

Vorrei continuare la scoperta delle culture preispaniche: Perù, Bolivia, Colombia. Approfondire lo sciamanesimo dal vivo. Non nei libri. Perché certe cose, si possono capire solo vivendole e lasciandosi trasformare dagli eventi.

IN & OUT  MESSICO E NUVOLE

Porta con te

  • Una Zanzariera da viaggio
  • Il Rispetto
  • La Semplicità

Lascia a casa

  • Gli Oggetti di valore
  • La Spavalderia
  • L’ Essere esigente

Valutazione : 5 zaini

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2 zaini  (merita un viaggio ma..)

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5 zaini  (vale più di un viaggio)

Marco Di Masci

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