Cronaca | 18 aprile 2025, 10:53

"Portami i grissini”: così agiva il clan dei fratelli usurai che nascondeva i soldi dentro i muri

Un linguaggio in codice per non farsi scoprire. Sequestrati 58mila euro. Soggiogati imprenditori, esercenti o semplici bisognosi di denaro in Torino Nord con prestiti a interessi al 300%

"Portami i grissini”: così agiva il clan dei fratelli usurai che nascondeva i soldi dentro i muri

Scattano le misure cautelari di cui tre fratelli provenienti dalla Sicilia, 

Sono accusati di aver commesso usura aggravata, in particolare nella zona Nord di Torino. Il blitz della Guardia di Finanza ha scoperto un clan, costituito da tre fratelli, provenienti dalla Sicilia, con l’intermediazione di un’altra persona, e ha portato al sequestro preventivo di 58 mila euro. 

È l’esito dell’operazione “Summus”, svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino le cui indagini si sono sviluppate mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, consultazione delle banche dati, analisi dei flussi finanziari ed estese attività di osservazione e pedinamento.

Secondo la ricostruzione delle indagini per la gestione di un prestito usurario, uno dei 3 fratelli si è avvalso dell’opera di intermediazione del soggetto che ha finito per rivestire la doppia veste di indagato e vittima. Con la sua attività ha ricevuto in cambio dai fratelli usurai un trattamento di favore rispetto alle proprie posizioni debitorie, con l’applicazione di un tasso di interesse mensile del 10% rispetto a quello tra il 15% e il 25% che spettava alle altre vittime di usura.

Secondo quanto emerso dalle indagini sono numerosi gli episodi di usura perpetrati dal sodalizio famigliare cominciati già dal 2020. Sarebbero almeno 12 le vittime, tra esercenti, attività imprenditoriali e bisognosi di denaro. Il prestito vedeva tassi di interesse annui oscillanti tra il 120% e il 300%, superiori al “tasso soglia” previsto dalla legge.

In particolari gli inquirente hanno evidenziato un meccanismo usurario ben collaudato, con finanziamenti, anche per piccoli tagli, da € 300 a € 30 mila, per i quali gli indagati riscuotevano gli interessi con scadenze prefissate, settimanali o mensili.  Il gruppo di usurai utilizzava un linguaggio in codice: “grissini”, “pasticcini”, “mutande”, “pane”, quando invece il vero soggetto della richiesta era il denaro.

Chi non restituiva i soldi con gli elevati tassi era intimorito con allusioni a ulteriori soggetti creditori meno “pazienti”.

Sono stati eseguite nel mese di ottobre diverse attività di perquisizione, condotte con il supporto tecnico-operativo del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di finanza e l’ausilio di moderne strumentazioni tecnologiche. Queste hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro probatorio le somme di denaro, pari a 58 mila circa, la maggior parte delle quali rinvenuta “murata” in una parete di un’abitazione. La rimanente era occultata in arredi di immobili nella disponibilità degli indagati.

Un individuo è stato posto agli arresti domiciliari, mentre gli altri tre sono soggetti all'obbligo di dimora nel Comune di Torino.

Redazione

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