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Politica | 16 aprile 2025, 11:52

Opposizioni all'attacco del presidente Cirio: "Non conosce la storia, non fu a difesa della libertà la campagna di Russia"

Duri attacchi dei consiglieri regionali del Pd, AVS e M5S dopo le parole del governatore, a margine di un evento per l'adunata nazionale degli Alpini a Biella: "Il 25 aprile fine di un regime criminale e di una guerra sbagliata"

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio

Parlando ieri a Biella, a margine della presentazione dell'adunata nazionale degli alpini in programma dal 9 all'11 maggio, il presidente della Regione Alberto Cirio ha detto che nel corso della Seconda Guerra Mondiale molti alpini sono morti nella campagna di Russia combattendo per difendere la nostra libertà".

Il duro attacco del Pd: "Parole gravi e sbagliate"

Alle sue parole hanno fatto seguito il commento sdegnato di quasi tutti gli esponenti della minoranza del Consiglio regionale.

"Come Gruppo del Partito Democratico del Consiglio regionale del Piemonte, condanniamo duramente le dichiarazioni rese ieri dal Presidente Cirio. Parole gravi, sbagliate e offensive, che negano la verità storica e offendono la memoria di chi, come Nuto Revelli, fu testimone diretto di quella tragedia e dedicò la propria vita a raccontarne il senso e l’orrore", ha sottolineato una lunga nota del Pd.

"Nella campagna di Russia l’ARMIR subì circa 85.000 perdite tra caduti e dispersi. Furono soldati mandati a morire da un regime criminale, in una aggressione militare che nulla aveva a che fare con la libertà, ma solo con l’ambizione fascista di affiancare Hitler nell’invasione dell’Unione Sovietica. Siamo con gli Alpini. Siamo con gli Alpini caduti in tutte le guerre, siamo con gli Alpini delle missioni di pace, siamo con gli Alpini presenti in tutte le emergenze e le catastrofi naturali.

È proprio per rispetto verso il loro sacrificio che non possiamo accettare questa mistificazione retorica, pronunciata in vista dell’Adunata nazionale che si terrà a Biella dal 9 all’11 maggio. Non è la prima volta che Cirio cade in ambiguità di questo genere. Un Presidente che si commuove alla presenza del Capo dello Stato il 25 aprile dovrebbe anche ricordare cosa quella data rappresenti: la fine di un regime criminale e della sua guerra sbagliata.

La verità storica si può ristabilire sempre perché siamo liberi dal 25 aprile ‘45 grazie alla Resistenza e al sacrificio di tanti, anche degli Alpini. C'è bisogno di ricordarlo al Presidente della nostra Regione? Speriamo di no", conclude la nota degli esponenti del Partito Democratico.

Ravinale (AVS): "Un errore che non è una novità"

"Gli alpini in Russia andarono a combattere una guerra di aggressione insieme all'alleato nazista e in definitiva si trovarono mandati al macello, per volontà e scelte sconsiderate del regime fascista.  È grave che il Presidente di una Regione medaglia d'oro al merito civile per la Resistenza affermi in TV che gli Alpini in Russia combatterono per la nostra libertà, come successo ieri in occasione della presentazione della 96esima adunata degli Alpini a Biella. Ed è ancora più grave che questo avvenga a ridosso del 25 aprile: è un altro tassello del puzzle revisionista della destra, che da decenni ormai prova a riscrivere la storia e a sterilizzare il valore della Resistenza", attacca anche Alice Ravinale, consigliera regionale di AVS.

"L'errore di Cirio non è purtroppo una novità. E' lo stesso che ha portato il Parlamento, nel 2022, a scegliere il 26 gennaio come Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini per celebrare i "valori della difesa della sovranità e dell'interesse nazionale", una vera e propria riscrittura della storia: in quel giorno si combattè infatti la battaglia di Nikolajewka, in cui le truppe italiane - nella morsa del gelo e con un equipaggiamento disastroso - furono decimate.

Tanti furono gli Alpini che combatterono per la nostra libertà, ma lo fecero dopo l'8 settembre 1943, quando decisero di unirsi alla guerra di Liberazione antifascista come partigiani. Cirio onori costoro, a partire da Nuto Revelli, e non si presti a una propaganda bellicista che arriva addirittura a considerare un momento eroico la feroce campagna di Russia e la successiva disastrosa ritirata dell'ARMIR, in cui morirono oltre 80.000 soldati. Ora più che mai, quell'episodio tragico della nostra storia deve ricordarci la crudele insensatezza della guerra e questo ci aspetteremmo di sentire dai più alti rappresentanti istituzionali".

Cera (AVS): "Cirio ripassi la storia"

Sulla stessa falsariga il commento di Valentina Cera, altra esponente di AVS: "Il presidente Cirio, nell’Aprile dell’80esimo della Liberazione d’Italia afferma che la campagna di Russia è stata fatta per la nostra libertà. Forse avrebbe bisogno il Presidente di un ripasso della storia del 900: la campagna di Russia è stata guerra di aggressione del regime fascista insieme all’alleato nazista tedesco. La campagna di Russia faceva parte della guerra per imporre il fascismo e il nazismo al mondo".

"La campagna di Russia è un orrore che sta dalla parte sbagliata della Storia. Come si può dire che sono morti in Russia per la nostra Libertà? Lo chieda a Revelli, a Rigoni Stern, che dopo quell'esperienza scelsero la Resistenza o furono internati come Imi da quello stesso regime fascista che li aveva mandati a morire per togliere la libertà ad altri.

È doverosa da parte del Presidente Cirio una immediata rettifica della sua affermazione - conclude Valentina Cera - L’antifascismo è valore fondante della nostra Repubblica e chi rappresenta le Istituzioni democratiche di questo Paese è tenuto a conoscere la Storia e non a tentare di riscriverla".

Disabato (M5S): "Basta gaffe imbarazzanti"

"Se il presidente Cirio ha seguito le lezioni di Storia come segue le sedute di Consiglio regionale a Palazzo Lascaris, siamo messi bene… Gli consigliamo un meticoloso ripasso delle vicende della Seconda Guerra Mondiale, onde evitare altre imbarazzanti gaffe in futuro, e chiediamo maggiore rispetto per chi ha perso la vita in battaglia a causa delle scelte scellerate del regime fascista", ha attaccato anche Sarah Disabato, Capogruppo regionale del M5S.

redazione

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