Torino come esempio di città della formazione. Ecco l’immagine di sé mandata oggi dal capoluogo piemontese agli occhi della missione europea venuta a conoscere alcuni dei luoghi chiave del settore: dalla sede torinese dell’Agenzia Ue ETF (Fondazione europea per la formazione) a Piazza dei Mestieri.
Tanti gli europarlamentari a rappresentare la Commissione occupazione e affari sociali, accolti in questa due giorni da rappresentanti del mondo torinese: Comune, Politecnico e Compagnia di San Paolo.
A contatto con il territorio
“Per noi è molto importante avere una visione di come lavorano le nostre Agenzie, avere informazioni di prima mano su come lavora ETF - dice Dennis Radtke, a guida della delegazione - Ci sono bisogni di formazione su competenze a livello europeo, anche per chi già lavora e deve aggiornarsi. La Cina per noi è una grande concorrente e dobbiamo essere in grado di competere. E soprattutto vogliamo dimostrare di essere vicini alla realtà delle persone di tutti i giorni”.
“Da tedesco - aggiunge - so bene che il fascismo sta tornando e lasciare le nuove generazioni senza orientamenti è una grande spinta per questi populismi”.
Una seconda chance per tutti
“Come parlamentari europei portiamo con noi alcuni spunti di riflessione - dice Letizia Moratti - i progetti sono fatti dalle persone e ci può essere sempre una seconda chance, con percorsi di pari dignità. Dobbiamo continuare a combattere fenomeni come quelli dei Neet, sia dal punto sociale che da quello economico. Piazza dei Mestieri può creare un ecosistema prezioso in questo senso”.
“Quello di ETF è un ruolo di pace all’interno del sistema Europa - sottolinea Pierfrancesco Maran - L’Europa ha senso se crea anche questi tipi di legame e deve influenzare anche le scelte che faremo in futuro sul bilancio e sull’uso dei fondi, come quelli di coesione”.
“Piazza dei mestieri è un esempio di valorizzazione delle competenze delle persone - dice Benedetta Scuderi - mentre ETF continua a lavorare anche sui terreni più difficili e complessi, mettendo sempre le persone al centro”.
Piazza dei Mestieri
“Abbiamo sempre pensato di accompagnare i giovani verso l’inserimento lavorativo - dice il presidente di Piazza dei Mestieri, Dario Odifreddi - ma non vogliamo mai smettere di imparare, anche oggi che seguiamo 14mila ragazzi tra Torino, Milano e Catania. Siamo la via italiana al cammino duale, perché ogni Paese ha le sue peculiarità”.
La Fondazione ETF
E Pilvi Torsti, direttrice ETF, ricorda come Torino sia “la nostra casa da oltre 30 anni e ogni giorno costruiamo ponti tra l’Europa e i Paesi vicini. Vogliamo far crescere le competenze e le persone. Oggi più che mai Torino si sta affermando come Skill city, unendo inclusione e formazione. Piazza dei mestieri dimostra come si possano abbinare competenze e competitività: dove si formano giovani cittadini si costruiscono percorsi fondamentali per il futuro”.
Torino come modello
“Grazie per aver scelto Torino - dice Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali del Comune di Torino - investire in questo settore non è un costo, ma significa risparmiare su diseguaglianze e inefficienze future. Occorre intervenire prima, invece di rincorrere dopo. Come istituzioni crediamo che ciascuno dei ragazzi abbia un talento ed è importante farlo fiorire. Si tratta di un investimento democratico contro le sirene neofasciste perché ciascuno trovi la propria realizzazione. Chiediamo risorse da destinare a chi sta dimostrando di spenderle meglio e noi stiamo dimostrando di saperlo fare, anche con il Pnrr. Offriamo all’Unione europea il nostro modello Torino, europea ed europeista”.
Una filiera completa
“Dobbiamo diventare sempre di più una città che fa delle competenze la matrice per l’attrazione dei talenti - sottolinea il rettore del Politecnico, Stefano Corgnati - A Piazza dei Mestieri si formano le prime filiere che poi vanno a far parte della nostra industria. Ma senza dimenticare il mondo degli ITS e delle università. Siamo un modello che può essere replicato in Italia e in Europa perché qui abbiamo tutta la filiera”.
La formazione come unica certezza
“In un contesto incerto ci sono sicurezze come il calo demografico e una transizione che non sappiamo dove ci porterà - conclude Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo - Ecco perché la formazione è l’unica strada davvero da seguire per costruire il futuro, a partire dall’asilo e fino al mondo dei Neet“.