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Cultura e spettacoli | 14 aprile 2025, 08:49

Al Castello di Agliè, la mostra Nobili tappeti: testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo

Fino a domenica 4 maggio

Al Castello di Agliè, la mostra Nobili tappeti: testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo

È stata inaugurata al Castello di Agliè la mostra Nobili tappeti. Testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo da collezioni private, a cura di Luca Emilio Brancati, ideata e prodotta in collaborazione con il Rotary Club Cuorgnè e Canavese e con la Galleria Mirco Cattai.

Protagonisti dell’esposizione sono più di quaranta tappeti orientali, realizzati in Persia, Caucaso e Anatolia, tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo, provenienti da collezioni private del
territorio. Un tempo preziosi beni di lusso, erano parte degli arredi di residenze aristocratiche o ricche dimore borghesi, come testimonia l’affresco del Salone da Ballo all’interno del Castello, in cui Giovanni Paolo Recchi nel 1665, nella scena con l’incoronazione di re Arduino, scelse di collocare il trono del sovrano su un pregiato tappeto orientale.

I tappeti sono la testimonianza di una tradizione millenaria, nata come risposta a un’esigenza da parte delle popolazioni nomadi dell’Oriente che si spostavano frequentemente con le loro greggi e avevano bisogno di un giaciglio facilmente trasportabile, per isolarsi dal freddo delle montagne oppure per trovare riparo dal sole e dalla sabbia del deserto. Grazie all’inserimento di filati di lana annodati, dalle prime stuoie si passò gradualmente alla realizzazione di magnifici manufatti creati mediante l’impiego del telaio. Il tappeto cominciò così a essere declinato in svariate tipologie a seconda dei colori, dei disegni e dei simboli che lo caratterizzavano, specchio della cultura delle diverse popolazioni dei villaggi, diventando anche una merce di scambio richiesta e preziosa.

La mostra si apre nel grande salone di ingresso al Castello, con una sezione dedicata a esemplari provenienti dall’area di Tabriz, territorio montagnoso del nord-ovest persiano, all’incrocio delle rotte commerciali verso la Russia e l’Anatolia. Questi tappeti, caratterizzati dall’uso della seta, materiale pregiato giunto dalla Cina e dall’India, furono molto richiesti nell’Ottocento dal mercato americano ed europeo. Sono ispirati al ricco repertorio di corte di tradizione safavide e presentano colori eleganti e di alta qualità. Alla medesima area, e, in particolare al villaggio di Bakshaiesh, appartiene anche il grande tappeto (538 x 360 cm) esposto nella Sala d’aspetto.

Il percorso espositivo prosegue poi nella scenografica Galleria alle Tribune, dove si incontra un primo nucleo di tappeti del XVI e del XVII secolo proveniente da Ushak, nell’Anatolia occidentale: esportati in epoca ottomana dai mercanti genovesi e veneziani nelle corti europee, tappeti come questi compaiono nei dipinti di pittori come Hans Holbein, Tintoretto e Lorenzo Lotto, da cui sono derivati i nomi delle tipologie decorative. Tra questi è esposto un importante esemplare, datato al XVI secolo, appartenente alla collezione della Fondazione Francesco Federico Cerruti, oggi inserita nel polo museale del Castello di Rivoli. Un’altra produzione di rilievo, sempre dell’area di Ushak, che si può ammirare nella Galleria è quella che prende il nome di tappeti “Transilvani”, per via della presenza di un cospicuo nucleo di esemplari nelle chiese dell’omonima regione della Romania: giunti per motivi commerciali ai tempi dell’Impero Ottomano, mostrano motivi decorativi “a nicchia” o “a doppia nicchia”, ispirati all’architettura ottomana. Dal Caucaso, e in particolare dall’area di Kazak, provengono invece
tappeti con decorazioni geometriche, a stella e a raggiera, tipiche della produzione dei villaggi, caratterizzati da lane più pesanti e da colori vivaci e contrastati, come si può osservare, ad esempio, nei tappeti provenienti dal villaggio di Fachralo. Ai centri più orientali, di Baku, Shirwan e Kuba, nel Caucaso più orientale, appartengono i tappeti più sottili e leggeri, con impianti decorativi geometrici dalla policromia vivace e squillante.

Durante il periodo di apertura della mostra, si terrà la visita con laboratorio didattico per famiglie Trame di colore, alla scoperta dei segreti dell’arte e dei colori dei tappeti. La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 4 maggio  e potrà essere visitata negli orari di apertura del Castello.

Per info: drm-pie.aglie.sed@cultura.gov.it
 

comunicato stampa

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