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Cronaca | 14 aprile 2025, 15:18

Quanti sono i torinesi che potrebbero essere richiamati in caso di guerra? Più di 100 mila: lo dicono le liste di leva

Si tratta dei residenti maschi con cittadinanza italiana tra i 18 e i 45 anni, visto che il servizio militare non è abolito ma soltanto sospeso. Viale (Radicali): "Poniamo la questione all'ANCI"

Quanti sono i torinesi che potrebbero essere richiamati alle armi in caso di guerra?

Quanti sono i torinesi che potrebbero essere richiamati alle armi in caso di guerra?

Più di 100 mila torinesi potrebbero essere richiamati nell'esercito. Non è fantascienza, ma la normativa italiana: la leva non è abolita, ma solo sospesa dal 2005, e potrebbe essere riattivata in caso di personale insufficiente, compresi i militari non più in servizio da meno di 5 anni. Ogni anno i Comuni redigono le liste di leva dei propri abitanti, cioè gli italiani maschi tra i 18 e i 45 anni. A Torino, oggi, sono 107.350, di cui circa 3000 erano stranieri che ora hanno acquisito la cittadinanza italiana.

Le liste dei Comuni
Il numero è stato fornito dall'assessore ai servizi demografici Francesco Tresso, interpellato dal capogruppo di +Europa e Radicali Italiani, Silvio Viale. "È un'incongruenza che nel dibattito ci si dimentica che la leva non è abolita, ma sospesa - ha commentato Viale -. L'interpellanza ha lo scopo di porre la questione all'ANCI, visto che tutti i Comuni hanno l'obbligo di mantenere le liste di leva. Se obbligatorio si continui a farlo, se se ne può fare a meno perché un retaggio non utile, che il Governo o il Parlamento intervengano".

Stato di guerra o crisi internazionale
Il richiamo è previsto se è deliberato lo stato di guerra o se una grave crisi internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate. Le liste di leva sono composte solamente da cittadini di sesso maschile in quanto l'adesione delle persone di sesso femminile è esclusivamente su base volontaria. Nel caso si verificassero le condizioni di guerra o grave crisi internazionale, chi è richiamato può avvalersi dell'obiezione di coscienza, come riconosciuto dalle leggi del 1972 e del 1998.

Francesco Capuano

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