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Sanità | 13 aprile 2025, 11:13

Alle Molinette trapianto di fegato impiantato con tecnica innovativa salva ragazza

A meno di sei mesi era già stata operata: oggi nuovo intervento salva-vita per la 21enne

A meno di sei mesi era già stata operata: oggi nuovo intervento salva-vita per la 21enne

A meno di sei mesi era già stata operata: oggi nuovo intervento salva-vita per la 21enne

Nei giorni scorsi all'ospedale Molinette di Torino è stato eseguito un trapianto di fegato davvero eccezionale: una ragazza di 21 anni è stata salvata grazie ad una tecnica totalmente extra-anatomica mai utilizzata prima, in cui il nuovo organo è stato collegato al corpo in modo completamente diverso dal solito.

Infatti, i tre "canali" principali a cui normalmente viene unito il fegato – vena porta, arteria epatica e via biliare – non erano più utilizzabili. La ragazza, grande fan di Jovanotti in questi giorni in concerto a Torino, era nata con una grave malformazione chiamata atresia delle vie biliari.

Operata da neonata

A meno di sei mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette nel Centro Trapianti di fegato, allora diretto dal professor Mauro Salizzoni. Dopo un buon inizio, si era però verificata una complicazione: un blocco della vena porta. Un tentativo di correggere il problema chirurgicamente all’età di un anno non aveva avuto successo, ma fortunatamente il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza bene da permetterle di crescere.

Purtroppo durante l’adolescenza, la ragazza ha cominciato ad avere infezioni biliari ricorrenti al fegato trapiantato, che nel tempo hanno portato ad una forma di cirrosi. Vista la doppia problematica – sia alla vena porta che alle vie biliari – era stata inserita in lista d’attesa per un secondo trapianto.

Fegato donato da un ragazzo deceduto

Negli ultimi mesi le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. L’ittero ed una grave debolezza generale hanno spinto gli epatologi della Terapia Intensiva Epatologica a segnalare l’urgenza. Per fortuna è stato trovato un fegato compatibile, donato da un ragazzo deceduto per trauma in un’altra regione

Il dottor Davide Cussa ha eseguito il prelievo del fegato. Intanto, nelle sale operatorie le équipes di chirurghi e anestesisti si preparavano ad un’operazione al limite dell’impossibile. Una volta rimosso il fegato malato, i medici non hanno trovato nessuno dei soliti punti dove attaccare il nuovo organo.

L'operazione

Per far arrivare sangue hanno collegato direttamente l’aorta addominale della paziente all’arteria del nuovo organo. Per sostituire la funzione della vena porta è stata usata una tecnica chiamata “trasposizione cavo-portale”: la vena cava inferiore è stata tagliata e unita alla vena porta del fegato donato. Questa scelta è stata possibile grazie alla presenza di vie alternative che si erano formate nel tempo nel corpo della ragazza.

Il nuovo fegato ha iniziato a funzionare subito dopo il collegamento dei vasi sanguigni. Per completare l’intervento, la via biliare del fegato è stata collegata direttamente ad un tratto dell’intestino della paziente.

14 ore di intervento

L’operazione, durata circa 14 ore, è stata condotta dal professor Renato Romagnoli con la sua équipe, insieme agli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 2 (diretta dal dottor Maurizio Berardino) ed ai cardiochirurghi e tecnici perfusionisti della Cardiochirurgia del professor Mauro Rinaldi. In una fase delicata, è stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea che sostituisse temporaneamente la circolazione del sangue.

Dopo cinque giorni in terapia intensiva presso la Rianimazione Centrale dell’ospedale Molinette, oggi la ragazza sta bene ed è in fase di recupero presso l’Area Semintensiva Chirurgica.

I commenti

"Una grande azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace - commenta il Commissario Thomas Schael - di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme. E così come dovrà essere nel futuro Parco della Salute".

"La Regione Piemonte si conferma all'avanguardia in campo nazionale ed internazionale nell'offerta e nell'applicazione delle più innovative modalità di cura, che in ambito trapiantologico si giovano sempre della generosità di chi si dichiara favorevole alla donazione degli organi" dichiara l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

redazione

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