“Volevo che questa serie fosse una festa, era importante che uscisse in occasione degli 80 anni della Liberazione” così Susanna Nicchiarelli racconta la miniserie, Fuochi d’Artificio, di cui è regista.
Prodotta da Fandango - Matrioska, in collaborazione con Rai Fiction, ha visto anche il sostegno Film Commission Torino Piemonte. Completamente girata sulle montagne torinesi è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Davide Bouchard e andrà in onda su Rai 1 il 15, 22 e 25 aprile, mentre i primi due episodi saranno disponibili su Rai Play dal 13 aprile.
“Volevamo un progetto che mettesse le famiglie davanti alla tv. È un prodotto popolare che racconta la Resistenza e che ancora mancava. Il romanzo di Bouchard era la base di partenza, è un’opera che si legge anche da adulti. Una storia di guerra, ma pacifista. Emerge come ragazzi come Marta, non vogliono la guerra, ma hanno voglia di fare parte di questo mondo dei grandi”.
La serie è stata girata in Val di Susa e Val Chisone per circa quattro mesi tra la primavera e l’estate 2023. Coinvolti sono stati i comuni di Bardonecchia, Cesana, Exilles, Oulx, Sestriere, ma hanno collaborato i comuni di Pragelato, Susa e Usseaux.
“Cercavamo proprio una montagna incontaminata. La Val Susa è stupenda. È una zona senza impianti sciistici, una scoperta bellissima. La nostra base era a Rochemolles, vicino al rifugio Scarfiotti, all’Assetta e a Exiles. Abbiamo vissuto lì per tre mesi e l’accoglienza è stata fantastica. Le persone continuavano a raccontarci aneddoti, è stato molto interessante interagire con loro, tanto che ci davano anche ispirazione. I luoghi che non potevamo raggiungere con i nostri mezzi erano proprio quelli in cui si rifugiavano i partigiani. Andavamo su in pochi in zone in cui realtà e fantasia continuavano a contaminarsi”.
A vestire i panni della giovane protagonista, Marta, è la pinerolese Anna Losano. Un’interpretazione che sembra vederla crescere a ogni episodio.
“Ero una bambina di 12 anni quando ho iniziato le riprese, ma mi sentivo già una ragazza - racconta la giovane attrice, oggi 14enne, alla sua prima esperienza sul set -. Mi sentivo più cresciuta anche proprio grazie al personaggio di Marta. Lei è molto simile a me, ero io al 90%”.
La Resistenza è una storia che viene sempre tramandata con grande sentimento nelle valli del pinerolese. “Alla scuola elementare Ferruccio Parri ce l’hanno sempre raccontata. Poi io avevo un vicino di casa partigiano che mi raccontava le sue esperienze, era fiero e orgoglioso di quello che aveva fatto. Le persone della mia età spero possano imparare molto da questa serie, perché fa sentire i ragazzi importanti. I giovani cercano di fare la propria parte”.
Gli anni di violenza della Resistenza sono raccontati in chiave favolesca sia nel libro di Bouchard, sia nella serie di Nicchiarelli.
“Mia madre mi raccontava dei bombardamenti, ma quando lo faceva sembravano delle favole. Lo sguardo infantile non per forza è meno drammatico, anzi. Anche in questo film ho cercato di raccontare l’adolescenza, come il mondo spesso non ti permetta di diventare quello che vuoi. Le giovani donne che racconto cercano un riscatto, lottano per i propri spazi, anche facendo dei casini enormi”.
“Vorrei che questa serie fosse una storia per tutti. Siamo d’accordo che la Liberazione è di tutti. C’è tutta una destra che si identifica nei valori della Liberazione. Nel film c’è un’attenzione anche all’umanità del nemico, che era tipica dei partigiani valdesi. Fermo restando che non c’è l’intenzione di assolvere nessuno”.
I primi episodi sono stati proiettati a Bardonecchia e a Torino, il 4 aprile si è svolta una proiezione evento in contemporanea con tutta Italia che ha visto la partecipazione di oltre 600 studenti da 30 città d’Italia.
La trama
1944, Alpi piemontesi. Marta, Davide, Sara e Marco sono quattro amici tra i 12 e 13 anni che sognano la fine della guerra e il momento in cui potranno riabbracciare i genitori e i fratelli maggiori. Stanchi di essere trattati come bambini, quando scoprono per caso che la loro età consente di evitare sospetti e perquisizioni, decidono di aiutare in segreto i partigiani. I quattro assumono così l’identità del fantomatico “Sandokan”, il ribelle che mette in difficoltà i nazisti e i fascisti della valle. Tra ripide salite e discese mozzafiato, enormi pericoli e grandi prove di coraggio, Marta e i suoi amici contribuiranno a loro modo alla vittoria finale della Resistenza e alla liberazione del nostro Paese dall’occupazione nemica.