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Economia e lavoro | 11 aprile 2025, 13:29

“I microchip sono il petrolio del futuro”. E il Piemonte fa squadra con Lombardia e Liguria

Sono 534 le imprese in regione, Con Torino e Novara capofila. Le tre aree insieme superano quota 1200. “Le sfide internazionali si vincono insieme”

Un tessuto di 534 imprese in Piemonte, con Torino e Novara come poli principali e un ampio ventaglio di applicazioni, oltre a un valore di produzione di circa 1,7 miliardi. “I microchip sono il petrolio del futuro”, dicono gli esperti. E nella mattinata di oggi Piemonte, Lombardia e Liguria hanno deciso di fare ancora più squadra, in un comparto che ha margini di crescita e potenziali enormi, a livello internazionale.

Incontro sulle rive del Po

Le tre Regioni si sono ritrovate all’Ilo, sulle rive del Po, per contarsi e accendere un riflettore potente su una sfida che va giocata insieme e non singolarmente, mentre il Piemonte culla i progressi (proprio a Novara) dell’insediamento di Silicon box, il colosso di Singapore. Un insediamento che “sta procedendo in maniera spedita con i passaggi necessari per andare avanti con le opere di insediamento”, garantiscono dagli uffici regionali.

Mettere da parte i campanili

“Le Regioni devono mettere da parte i campanili per affrontare le sfide di auto, aerospazio ed energia legate ai microchip - dice Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive -. Abbiamo voluto ascoltare le aziende che lavorano tutti i giorni in questo settore”. Un panorama che, sulle tre regioni, supera le 1200 unità.

“Serve una cabina di regia per coinvolgere gli imprenditori di settore - prosegue -, ma è anche fondamentale abbassare il costo dell’energia, perché l’Italia è fanalino di coda”.

Massa critica per stare al passo 

“Ma serve anche fare massa critica per stare dietro a un’innovazione che è sempre velocissima. Inoltre è importante trovare manodopera, coinvolgendo anche le donne nelle discipline Stem. In questo le academy possono giocare un ruolo fondamentale. A luglio sarà stilato un position paper a Bruxelles che farà il punto dopo tutte le consultazioni”.

Lombardia e Liguria

“Dobbiamo pensare a piani per attrarre investimenti, ma anche difendere quel che già abbiamo - concorda Guido Guidesi, assessore regionale Attività produttive per la Lombardia -. Oggi abbiamo una mappatura precisa e ci sono protagonisti che già collaborano insieme tra le nostre regioni. Ora nascerà un coordinamento tecnico per cogliere tutte le opportunità, anche occupazionali”.

E Alessio Piana, consigliere delegato Sviluppo Economico per la Liguria, sottolinea la “carenza di figure professionali adatte, che da qui al 2030 saranno necessarie a dare continuità al prodotto. Dobbiamo tutti insieme fare sistema per avvicinare le nuove generazioni a questo tipo di professioni”.

Le voci del territorio

Una situazione che conoscono bene gli addetti ai lavori. Come Luigi Merlin, della Vishay di Borgaro: “La filiera della microelettronica in Piemonte è resiliente e ha dovuto innovare rispetto a 40 anni fa, anche grazie a Politecnico e ministeri. Ci siamo stati e vogliamo esserci a lungo”.

Luciano Bonaria, ad di Spea rimpiange “una miopia industriale e politica hanno portato i microchip nel far East invece di trattenerli qui. Ma ora è bene che si cerchi di riportare qui questo petrolio. Noi siamo bravi e facciamo bene a dialogare tra noi”.

Marco Sciamanna, della GlobalWafers, rappresenta lo scenario di Novara. “Siamo i primi al mondo non giapponesi e terzi in assoluto. Siamo qui dagli anni Settanta e nel 2016 sono stati investiti 160 milioni spostando le lavorazioni dalla Malesia a qui, perché hanno riconosciuto le capacità del territorio. Le nostre sono lavorazioni che chiedono grande sacrificio, ma è anche molto divertente”.

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