Attualità | 09 aprile 2025, 19:13

Quanto peserà il riarmo europeo sul bilancio italiano? Pagheranno i cittadini? Risponde l'economista [VIDEO]

Al "Podcast a domicilio" l'esperto di bilanci pubblici Carlo Manacorda ha spiegato come funziona il debito degli stati e come sarà finanziato il piano Rearm EU, ora chiamato Readiness 2030

Al "Podcast a domicilio" ecco l'esperto di bilanci pubblici Carlo Manacorda

Al "Podcast a domicilio" ecco l'esperto di bilanci pubblici Carlo Manacorda

In questi giorni i mercati sono scossi dai dazi di Trump, ma poco più di un mese fa a preoccupare i portafogli degli europei era stato l'annuncio del piano di riarmo annunciato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Ottocento miliardi di euro per rinforzare gli eserciti dei 27 stati membri dell'Unione Europea, e in molti si sono chiesti se questo significasse più tasse o meno servizi. Ma come funziona il finanziamento di un programma massiccio come il Rearm EU, ora chiamato Readiness 2030? Lo ha spiegato al "Podcast a domicilio" di DixTV il professore Carlo Manacorda, economista torinese esperto di bilanci pubblici.

Di questi 800 miliardi, una parte saranno dati dall'Europa come contributi a fondo perduto, mentre il resto sarà un prestito. "Vengono indicati come finanziamento in due formule - ha analizzato Manacorda - uno per i 150 miliardi a fondo perduto, nel senso che gli stati riceveranno dei contributi per potenziare le proprie forze armate, gli altri invece dovrebbero essere dei prestiti che l'Europa da agli stati. Questo significa che gli stati devono in qualche maniera indebitarsi ulteriormente nei confronti dell'Europa, ovviamente a tassi più contenuti di quelli del mercato. In ogni caso è un costo per tutti gli stati per fare la partecipazione a questa difesa europea".

Manacorda ha poi spiegato come funziona l'indebitamento da parte degli stati, analizzando il bilancio italiano del 2025: "Lo Stato incassa 687 miliardi. Solo per il mantenimento dello Stato bisogna spendere 1219 miliardi. Di questi, 283 miliardi sono rimborsi che lo Stato deve fare nel 2025 per prestiti di anni passati in scadenza. Il debito italiano ammonta complessivamente a 3000 miliardi. Come può finanziarsi lo stato? Facendo altro debito, sperando che ci siano degli investitori nazionali o internazionali che sono disposti a prestare dei soldi a un certo tasso di interesse. Questo tasso è commisurato alla cosiddetta solvibilità dello stato cioè, se uno stato si pensa che possa restituire facilmente il debito, può tenere gli interessi un po' più bassi. Se il debito pubblico è già elevato, l'investitore è comunque disposto ma vuole qualcosa di più. Ed ecco l'altra cifra: lo Stato già oggi paga 100 miliardi di interessi di debito pubblico. Sarebbero 100 miliardi che anziché essere investiti devono essere pagati a chi ha prestato questi 3000 miliardi".

Il professore ha poi spiegato come la Germania abbia aumentato la sua capacità di indebitamento, che solitamente tiene a zero, per comprare armamenti. Il fabbisogno delle armi che l'Europa necessiterà in seguito al piano Readiness 2030 non è soddisfatto dalla propria produzione, quindi la Germania è costretta ad acquistare le armi dagli Stati Uniti, come prevedeva il Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale. Trump ha dichiarato che l'Europa deve restituire un sacco di soldi, comprando armi dagli Stati Uniti e pagando i contributi alla Nato che non ha mai fatto come da accordi. "L'Italia - ha concluso Manacorda - che oggi spende l'1,5% del PIL in armi, se deve aumentarlo al 3 o 4% significa trovare altri 40 o 50 miliardi per pagare il contributo alla Nato, che è l'organizzazione internazionale che ci dovrebbe difendere di fronte a eventuali aggressioni".

Segui l'intervista completa su DixTV:

Francesco Capuano

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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