"Finora, a causa dell'effetto globale dei dazi decisi dagli Stati Uniti, abbiamo perso circa un miliardo nel nostro patrimonio: da 11 siamo scesi a circa 10". Così Marco Gilli, presidente della Compagnia di San Paolo a margine della presentazione della nuova Training & trading room di Escp Torino, dove gli studenti della business school impararenno a lavorare con i dati finanziari degli indici di borsa.
Investitori pazienti
Proprio quelle borse che, a livello globale, stanno scontando i giorni di panico finanziario legati ai dazi voluti dal presidente statunitense, Donald Trump. E tra le azioni che più hanno sofferto, in questi giorni, ci sono i bancari come Intesa Sanpaolo, di cui proprio la Fondazione di corso Vittorio Emanuele è tra le maggiori azioniste. "Ma sono cali e diminuzioni che non ci preoccupano. Abbiamo fatto un passo all'indietro nel tempo, ma noi siamo investitori pazienti e quindi non modificheranno le nostre strategie. Soprattutto - sottolinea Gilli - non andranno a impattare sulla nostra attività erogativa, perché si tratta di operazioni che effettuiamo sulla base dei dividendi della banca".
Dai dazi solo svantaggi per tutti
Resta, comunque, la preoccupazione generale sugli effetti della politica economica decisa dagli States, Paese in cui il presidente della CSP ha trascorso molto tempo anche negli ultimi anni. "Siamo tutti preoccupati perché qualunque teoria economica ci dice che i dazi portano svantaggi e le guerre commerciali non fanno bene a nessuno. Speriamo si possa a arrivare a una negoziazione che permetta di portare a un maggiore equilibrio".
Portafoglio diversificato
Ma in corso Vittorio Emanuele, come detto, non scorrono brividi. "Come Compagnia non abbiamo grosse preoccupazioni - ribadisce Gilli -: al di là dell’andamento delle quotazioni della banca, il nostro portafoglio diversificato serve anche ad attraversare situazioni come queste".