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Economia e lavoro | 08 aprile 2025, 08:00

Te Connectivity di Collegno, la ricerca è al capolinea: costo energia e crisi mondiale bloccano gli investitori. A casa in 224

Sembra svanita la speranza di una reindustrializzazione dopo la decisione della multinazionale di delocalizzare verso Usa e Cina. Qui si fecero i componenti per la missione Apollo 11

Appare senza uscita la crisi di TE Connectivity a Collegno

Appare senza uscita la crisi di TE Connectivity a Collegno

La crisi geopolitica mondiale e i costi dell'energia alle stelle scrivono la parola fine (con ogni probabilità) alla vicenda della TE Connectivity, l'azienda di Collegno che - in mano a una multinazionale - chiude e lascia a casa 224 dipendenti per la delocalizzazione delle attività in Cina, Usa e altri Paesi stranieri.

La notizia ha iniziato a diffondersi dopo la riunione di ieri in Regione, quarto degli incontri programmati per il tavolo di monitoraggio per la reindustrializzazione della
fabbrica. "Non abbiamo mai smesso di sostenere la reindustrializzazione come unico vero mezzo di tutela dei posti di lavoro - dicono Diego Spinazzola di Fim e Giorgia Perrone della Fiom -: abbiamo appreso che la vicenda giungerà, con ogni probabilità, al tragico epilogo: nessuna reindustrializzazione. Fino a qualche settimana fa ci è stato raccontato che un’azienda sembrava interessata al sito, oggi ci è stato detto che a causa dei costi troppo elevati dell’energia e degli scenari geopolitici sempre più incerti, la stessa si è allontanata".

Si avvia dunque a chiudere per sempre un sito importante capace di produrre connettori elettrici per un’ampia gamma di destinazioni industriali, un sito che ha fatto storia con i cablaggi costruiti per l’Apollo 11. "Perdiamo un polo di competenze manuali e tecniche che avrebbe dovuto essere il fulcro attrattivo per altre aziende nelle dichiarate intenzioni della multinazionale uscente - proseguono i sindacalisti -. Ci lascia perplessi, nuovamente, la ricerca di investitori lasciata ed appaltata interamente ad una società
privata scelta dalla stessa multinazionale in partenza; la scelta di affidare la reindustrializzazione a società private e non gestite dal pubblico, quali possano essere le Istituzioni, si sta rivelando, ancora una volta, fallimentare".

"Continua con la Te Connectivity lo smantellamento del tessuto industriale piemontese senza che venga approntato un piano industriale ed energetico che fermi l’emorragia di posti di lavoro. I lavoratori della TE e le loro famiglie contribuiranno alla composizione del triste mosaico di un territorio già lacerato da chiusure aziendali, licenziamenti collettivi, dalle richieste di ore di cassa integrazione tra le più alte in Italia, dalla preponderanza di contratti precari e lavoro povero", concludono Spinazzola e Perrone.

L’11 Giugno si terrà un nuovo incontro, dove verrà monitorato nuovamente il programma di formazione e sostegno al reddito della Regione, unico strumento, ad oggi ancora in piedi.

Massimiliano Sciullo

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