La quarta linea del termovalorizzatore del Gerbido “s’ha da fare”. O almeno questo sembra il percorso individuato, come ha ribadito il presidente di Arp (Autorità Rifiuti Piemonte) Paolo Foietta. Eppure per consiglieri di Circoscrizione 2 e residenti della zona sud di Torino la proposta non è del tutto convincente.
Dai presunti cattivi odori alla questione delle vecchie compensazioni rimaste sulla carta, i mugugni in sala non sono mancati. E’ quanto emerso nel corso della Sesta commissione convocata proprio sul tema dell’ampliamento del Trm del Gerbido.
“Danno alla salute”
La più dura sul tema è la consigliera M5s, Rita Grimaudo. “In un periodo in cui si parla di green e transizione ecologica si punta ad aumentare il Trm - così Grimaudo - Noi siamo perplessi e contrari, perché lo riteniamo un danno alla salute. Viene venduta come unica soluzione ma le alternative ci sono, anche se più care”.
“Servono garanzie serie” per il consigliere della lista civica “La Piazza” Luca Galeasso. Per il consigliere in quota Fi, Davide Balena “molti residenti, al mattino hanno la percezione di respirare un’area inquinata. O comunque avvertono un odore acre. Ci chiediamo cosa succederebbe con un ampliamento”. Fattore che Arp ha smentito parlando di semplice vapore acqueo.
Le compensazioni quando?
Ma il dente avvelenato dei residenti (tanto da far partire anche una risata) è sul tema delle compensazioni ambientali. Mai viste quelle per le sponde del Sangone, che qui attendono da qualcosa come 11 anni. Parliamo del 24,5% del finanziamento complessivo. “I progetti vengono presentati dai comuni - ha ribadito Foietta - Rimangono 8 milioni da erogare (a fronte dei 24 iniziali). Ci sono dei comuni che hanno piccoli residui e altri che hanno quote più consistenti”.
“Da inizio mandato ho portato avanti un’attività di continua interlocuzione con l’assessore Francesco Tresso sulle attività di compensazione delle sponde del Sangone - precisa il consigliere comunale del Pd, Vincenzo Camarda - Entro due settimane, infatti, dovrebbero prendere via gli attesi lavori. Mentre per le compensazioni future ci si augura un progetto di partecipazione che parta dal basso, concordato con la Circoscrizione competente e tenendo conto delle esigenze del territorio”.
Serve una destinazione
“Il nostro compito è trovare una destinazione a queste tipologie di rifiuti” così Foietta. Da quando è stato deciso di chiudere discarica di Basse di Stura la strada tracciata è stata quella del termovalorizzatore, in grado di ospitare rifiuti speciali e non pericolosi di derivazione urbana. E rifiuti urbani (la priorità) quali residui di raccolta differenziata. Si parla di 2/3 dei rifiuti prodotti in Regione. “Un impianto che funziona alla perfezione e che ogni anno smaltisce 590mila tonnellate circa di rifiuti indifferenziati, producendo energia elettrica e termica. E con emissioni assolutamente contenute, anche rispetto ai limiti imposti dalla legge e, nel nostro caso, della Città Metropolitana” così Alessandro Battaglino, presidente Trm.
A che punto siamo
Oggi l’obiettivo “raccolta differenziata” e produzione rifiuti è ancora lontano dal raggiungere i suoi scopi prefissati. Il piano regionale prevede di arrivare all’82% del piano di raccolta differenziata (oggi Torino è al 57%) ma realisticamente ci si attesterà intorno a uno speranzoso 78%.
Bastano questi due dati a far capire come la situazione sia tutt’altro che semplice. E con un aumento dei rifiuti prodotti (anziché una diminuzione) il futuro porta alla quarta linea aggiuntiva del Gerbido, tra le 240 e le 280mila tonnellate, che userà gran parte dell’impianto già esistente, compreso il camino.
“Non esiste ancora un progetto, stiamo ragionando su ipotesi di localizzazione” è stato precisato. La proposta, tuttavia, sarà deliberata dall’assemblea di Arp il prossimo 30 aprile.