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Ultim'ora | 07 aprile 2025, 14:23

Giappone e crisi del riso, chicchi all'asta: prezzi alle stelle

Giappone e crisi del riso, chicchi all'asta: prezzi alle stelle

(Adnkronos) - In Giappone il riso è ovunque, quasi in ogni piatto, dal sushi ai dolci. In un Paese che è la quarta più grande economia al mondo, con una popolazione di 124 milioni di persone, ci sono ben sei modi per descrivere il riso, da quello decorticato fino a quello pronto da consumare. Le prefetture si sfidano sul riso migliore del Giappone, e nessuno può immaginare di restare senza. Ma nel Paese del Sol Levante è 'crisi del riso', come la paradossale crisi delle uova negli Stati Uniti di Donald Trump.  

 

In Giappone sono arrivati a mettere all'asta sacchi di riso delle riserve d'emergenza, da usare in caso di carestie o disastri naturali. Non era mai accaduto nella storia del Paese, evidenziano i media locali, ricordando i casi in cui le riserve vennero utilizzate dopo il sisma e lo tsunami del 2011 e il terremoto del 2018. 

A febbraio il governo aveva annunciato che avrebbe intaccato le riserve per far arrivare sul mercato 210.000 tonnellate di chicchi. E mercoledì scorso il giornale Asahi Shimbun riferiva della seconda asta tenuta a fine marzo con circa 70.000 tonnellate di riso delle riserve, le ultime delle 210.000, vendute ai distributori con l'obiettivo di contenere l'aumento dei prezzi. "Incredibilmente alti", come riconosciuto dal ministro dell'Agricoltura, nonostante i dati parlino di 180.000 tonnellate di riso in più prodotte rispetto al 2024.  

Adesso, riferisce la Cnn, negli scaffali dei supermercati si trovano i primi sacchi di riso delle riserve d'emergenza, che il governo ha iniziato creare nel 1995, due anni dopo un'estate con un clima insolito che aveva costretto il Giappone a importare i cereali.  

 

Secondo il New York Times, il riso ha iniziato a scarseggiare nel Paese la scorsa estate e gli esperti hanno attribuito l'emergenza a un insieme di fattori, dal caldo record dell'estate 2023 alla corsa alle scorte per le minacce rappresentate da possibili tifoni e terremoti. E anche a politiche che hanno sistematicamente ridotto la terra utilizzabile per le coltivazioni di riso. Ma, spiega il giornale, il Giappone limita anche la produzione con l'obiettivo dichiarato di mantenere i prezzi a un certo livello e sostenere i coltivatori locali, quindi anche piccole interruzioni nella catena di approvvigionamento possono avere impatti 'enormi'. E, ha sintetizzato per il quotidiano Shuji Hisano della Kyoto University, di fondo "nessuno sa" cosa sia accaduto. Anche se, evidenzia, è diventato sempre più difficile tracciare la distribuzione di riso in Giappone perché i coltivatori hanno sempre più 'strade' per vendere il riso senza passare dai più grandi canali tradizionali. Così questa tendenza, unita ai limiti alla produzione, fa sì che anche fluttuazioni minime nell'offerta e nella domanda possano innescare mosse speculative. 

L'anno scorso, secondo dati del governo di Tokyo rilanciati dalla Cnn, un sacco di riso da 60 chilogrammi era arrivato a costare l'equivalente di circa 160 dollari, il 55% in più rispetto a due anni prima. Secondo il Nyt, nell'ultimo anno al Giappone sono 'mancate' più di 200.000 tonnellate di riso, i prezzi sono saliti alle stelle, i supermercati sono stati costretti a imporre limiti negli acquisti e le regole del governo hanno esasperato i coltivatori, scesi in piazza a Tokyo l'ultima domenica di marzo. Oggi il riso arrivato nei supermercati dalle riserve d'emergenza non sembra convincere molti consumatori, preoccupati dalla qualità, a quanto dicono alla Cnn. Scetticismo a parte, riferiscono i media giapponesi, non sono esclusi altri interventi se non si riuscirà a far scendere i prezzi. A fine luglio sono previste le elezioni parlamentari, primo 'test' per il premier Shigeru Ishiba. 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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