Stefano Corgnati compirà tra pochi giorni un anno alla guida del Politecnico di Torino. I suoi primi 12 mesi da rettore sono coincisi con un periodo difficile per il settore dell'automotive, legato a doppio filo con l'ateneo tecnico di Torino, ma secondo Corgnati la crisi è un'opportunità per il territorio per riuscire a cambiare il focus dall'oggetto - l'auto - all'approccio - l'innovazione, da utilizzare in nuovi settori come quello dell'aerospazio. La parola "innovazione" è il termine chiave dell'intervista del rettore al "Podcast a domicilio" di DixTV, nel quale ha parlato anche dell'importanza dell'apertura internazionale del Politecnico e dove ha smentito le voci di una possibile sua nomina come presidente dell'Autorità dell'Energia, incompatibile con la guida dell'università.
"Ho appreso questa cosa dalla notizia uscita sui social - ha spiegato Corgnati -, ho una bellissima avventura da fare col mio ateneo che dura 6 anni. Sono consapevole che le regole sull'energia devono avere un'attenzione agli aspetti tecnologici e ho sempre detto che avremmo cercato di creare qui una school of regulation and policy sui settori di energia e acqua, su questo tema il mio impegno è creare una scuola in salsa tecnologica più che andare ad essere a capo della regulation. Mi fa straordinariamente piacere ogni giorno entrare qui nel mio rettorato, è una sfida stimolante che mi sto godendo ed ho intenzione di godermela fino alla fine".
I due temi per lui più rappresentativi del suo mandato sono l'internazionalizzazione dell'ateneo e l'espansione urbanistica che sta vivendo il Politecnico, con la costruzione o l'ammodernamento di diversi poli soprattutto la ricerca di ampi spazi per la ricerca e i rapporti con le imprese. "Il Politecnico - ha commentato - sta vivendo una fase di espansione urbanistico-edilizia mai avvenuta e soprattutto abbiamo chiarito con le imprese che la formazione si fa nei due campus cittadini e che la ricerca e l'innovazione si fanno in luoghi che non hanno compressione di spazi, non come il centro città ma in luoghi che hanno disponibilità di aree di espansione: la Cittadella dell'Aerospazio, la Cittadella della mobilità e della manifattura a Mirafiori, il Miglio dell'innovazione. Internazionalizzare il campus significa portare idee, culture, capacità e approcci metodologici nuovi, sia in termini di studenti che di professori e ricercatori. Il lavorare insieme consente fertilizzazioni e contaminazioni positive che fanno crescere. Ci consente anche di portare l'approccio e la cultura italiana della formazione, che è considerata di rilievo a livello internazionale, e di essere apripista per altre azioni del sistema paese. Abbiamo iniziato con la nostra tradizione di presidio dei paesi dell'est, ci stiamo spostando in quell'area strategica che è l'Africa e in autunno inizieremo le operazioni in America Latina".
Tornando a Torino, però, il momento nero dell'automotive può pesare anche sulle figure degli ingegneri. Nonostante sia la professione con solo l'1% di tasso di disoccupazione, deve fronteggiare qualche licenziamento di troppo: 100 da inizio anno nel settore auto. Corgnati però non la vede in modo negativo: "La situazione non sta toccando le attrattività del mondo dell'ingegneria, anzi il mercato ci chiede più ingegneri presenti. Ovviamente vengono richieste specializzazioni differenti ma il comparto della meccanica è un reparto che tira, i nostri corsi sono stabilmente presidiati dagli studenti. Lato formazione non stiamo percependo questa decrescita di interesse, d'altro canto ci sono settori fortemente in crescita in termini di attenzione: settore spaziale, biomedicale e ultimamente il mondo delle IT con l'intelligenza artificiale. All'inizio dello scorso secolo l'auto era l'oggetto che condensava la maggiore densità di tecnologia. Noi col settore dell'auto eravamo protagonisti dell'innovazione in quel settore. Oggi quella massima densità di tecnologia è trasportata in altri settori, prima di tutti nell'aerospazio. Dobbiamo aiutare questo territorio a fare questa transizione in cui aziende che erano abituate a lavorare in un settore possano ritrovare la loro stessa identità in un settore con la stessa missione iniziale. È un fatto ciclico che dobbiamo percepire come una grande opportunità di questo territorio. Ciò che diventa trainante non è il prodotto ma l'approccio, che è quello dell'innovazione".
Innovazione che è al centro di ogni progetto del Politecnico: non più trasferimento tecnologico ma capacità di innovare per la società, insieme ad aziende e pubblica amministrazione. "Non trasferiamo tecnologia ma vogliamo trasferire innovazione alla società - ha spiegato Corgnati -. Uno degli obiettivi che ci siamo dati è avere una formazione che sia modernizzata in termini di approccio, poi un'innovazione legata ai modi in cui facciamo ricerca e poi essere attori insieme al mondo industriale e alla pubblica amministrazione del passaggio continuo dell'innovazione dai luoghi del sapere e del creare ai luoghi dell'applicazione, che è la società. L'università è il primo luogo di servizio alla società, questa idea per cui serviamo la società non solo formando dei talenti ma assecondando la società nelle sue trasformazioni è forse l'elemento più innovativo che riguarda gli ultimi anni. Il rapporto Draghi definisce una nuova missione per le università: università come motore per la competitività. Le università sono gli elementi che trainano tutte le filiere dell'innovazione, da quella che forma talenti a quella che consente di veicolare nuovi prodotti e servizi verso la società".
Segui l'intervista completa su DixTV:
https://www.youtube.com/watch?si=4AboH6jbTIbTwFU0&v=XFR5N4JEkG4&feature=youtu.be
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