Cronaca | 01 aprile 2025, 11:07

Torino, equipaggio del 118 minacciato dai famigliari con pistola mentre rianima donna

È accaduto nelle case popolari di corso Grosseto: la denuncia del Nursind

Immagine di repertorio di un'ambulanza del 118

Immagine di repertorio di un'ambulanza del 118

A Torino un equipaggio del 118 minacciato  con pistole mentre stava cercando di salvare una persona. È accaduto lo scorso 20 marzo negli alloggi popolari di corso Grosseto, dove i sanitari impegnati nel tentativo di rianimare una donna sono stati minacciati con armi da fuoco dai famigliari: solo l’intervento della polizia, giunti sul posto con quattro pattuglie, ha consentito di evitare il peggio. 

Nursind: "Rischio sul lavoro non può essere abbattuto" 

L’episodio è emerso solo alcuni giorni dopo grazie alle voci circolanti tra gli addetti ai lavori, mentre il personale intervenuto non ha segnalato nulla. "Nessuno - commenta il Nursind Piemonte - si stupisca del timore di denunciare: il rischio sul lavoro non può essere completamente abbattuto e le misure di protezione messe in campo sono prossime allo zero. Chi lavora su strada ne è pienamente consapevole". 

"Nessuna delle amministrazioni coinvolte - aggiunge il sindacato - può chiamarsi fuori: non possono farlo le organizzazioni di volontariato cui fanno capo i soccorritori, esposti agli stessi rischi di medici e infermieri, né Azienda Zero cui è affidata la gestione del 118 senza averlo in carico e tanto meno Città della Salute o le altre aziende sedi di centrali operative".

"Norme di sicurezza disattese"

Per contrastare le aggressioni degli operatori esistono procedure condivise tra emergenza sanitaria territoriale e forze dell'ordine. "Norme - chiarisce il Nursind -  disattese". 

"Nella percezione collettiva il servizio di emergenza è molto apprezzato dai cittadini, al contrario le aziende che ne hanno la titolarità gestionale lo considerano un peso:  il 118 è un sistema che economicamente non rende nulla, ha solo perdite e ciò sconsiglia qualsiasi investimento in prevenzione, sicurezza e formazione. In nome di questo assunto ai lavoratori che “producono” salute e sicurezza, vengono sempre più frequentemente meno le garanzie elementari per tornare a casa sulle proprie gambe" conclude il sindacato degli infermieri.

Su quanto accaduto nei giorni scorsi ora procede la Polizia.

Solidarietà è arrivata dall'Ordine dei medici: "L’ ennesimo episodio di aggressione al personale sanitario ci lascia sbalorditi per l’ escalation di violenza che si sta verificando negli ospedali. “Una pistola puntata contro un medico fa rabbrividire. E’ inaccettabile - dichiara il presidente di Omceo Guido Giustetto - che chi dedica la propria vita alla salute pubblica debba affrontare rischi per la propria incolumità personale. Le aggressioni nei confronti del personale sanitario rappresentano non soltanto un atto vile e ingiustificato, ma anche un grave ostacolo alla garanzia di cure sicure e di qualità per i pazienti”.

Cinzia Gatti

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