Economia e lavoro | 01 aprile 2025, 13:06

Da Magna (Rivoli) ad Antares (Rivalta): la crisi continua a mordere Torino. "Si rischia di creare un deserto se non si interviene subito"

Valentina Cera (Avs) punta il dito su "l'ennesima delocalizzazione" per la multinazionale canadese. Di Sabato: "Subito sostegno al reddito, ma da solo non basta", mentre Unia (M5s) chiede che la Regione intervenga per i lavoratori della logistica che hanno perso l'appalto

Le crisi aziendali torinesi sono arrivate ancora una volta in Consiglio regionale

Le crisi aziendali torinesi sono arrivate ancora una volta in Consiglio regionale

Dalla manifattura alla logistica, dal mondo operaio a quello degli ingegneri. La morsa della crisi non accenna a mollare la sua presa su Torino e provincia. E due delle ultime vertenze avviate sul territorio sono approdate in Consiglio regionale questa mattina. Si tratta di quella della Magna, la multinazionale canadese che ha deciso di dimezzare i suoi dipendenti nello stabilimento di Rivoli (da 90 a 51) e quella di Antares logistica, che a Rivalta vede il licenziamento dei lavoratori dopo la perdita dell'appalto con Fogliati.

Cera: "Timori anche per Moncalieri e Santena"
Ad attirare i riflettori sull'ennesima crisi del mondo automotive - la Magna si occupa di componenti elettrici e fanali - è Valentina Cera, consigliera regionale di Avs: "Questa ennesima delocalizzazione arriverà a colpire anche gli stabilimenti produttivi di Moncalieri e Santena (dove è sempre presente Magna, ndr) se non si interviene ora. La desertificazione del tessuto produttivo di Torino e provincia continua inesorabile nel silenzio di Regione Piemonte".
"Chiediamo - ha aggiunto - di intervenire con politiche di contrasto alla delocalizzazione e con politiche industriali che riportino a Torino ricerca, sviluppo, progettazione e produzione, che riportino a Torino lavoro e futuro, invece di continuare a inseguire e tamponare le ormai infinite crisi, con aleatori e non meglio precisati sostegni al reddito dei cassaintegrati, che comunque, aldilà degli annunci, tardano ad arrivare, mentre la cassa integrazione, le chiusure e i licenziamenti arrivano puntuali a colpire lavoratrici e lavoratori. Non possiamo arrenderci ai chilometri di stabilimenti vuoti e alla macelleria sociale che stiamo vivendo".

Disabato: "La cassa non basta"
Sul tema, anche Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte, ha portato lo stesso problema all'attenzione della giunta: "Dove necessario, va innanzitutto messa in atto la misura del sostegno regionale al reddito di cui tanto si è discusso. Vigileremo sulla vicenda e richiamiamo fin da subito l’azienda alla sua responsabilità sociale per scongiurare l’ennesimo disastro occupazionale in Piemonte. La cassa integrazione non può essere la soluzione".

Chiorino: "Nessun atto ufficiale, finora. Monitoriamo la situazione"
Dall'assessorato guidato dalla vicepresidente Elena Chiorino è stato risposto che al momento non risultano procedure di licenziamento colletto in atto, né una richiesta di incontro da parte dei sindacati, ma che la situazione viene monitorata. Ha preso la parola, poi, l'assessore al Patrimonio Gianluca Vignale, che ha concordato sulla necessità di politiche industriali che possano non tanto contrastare l'intenzione di chi delocalizza, ma garantire una pronta sostituzione di chi va via con nuovi investitori.

Logistica, il caso Antares
Ma i fronti su cui si sta combattendo per il tema del lavoro sono tanti. E un altro riguarda il mondo della logistica. Da alcuni mesi, infatti, si discute dalla situazione della Antares Logistica di Rivalta, i cui dipendenti sono stati licenziati a seguito della perdita dell’appalto con la committente Fogliati (il tutto è stato spostato a Saluzzo). A richiamare l'attenzione anche su questa vicenda è Alberto Unia, consigliere regionale Movimento Cinque stelle: "Dopo il licenziamento datato 30 novembre 2024, l’attività è stata affidata alla società subentrante GB Service, che tuttavia ha escluso la riassunzione dei lavoratori e delle lavoratrici precedenti, annunciando lo spostamento dell’attività presso il magazzino di Saluzzo e dichiarando che verrà svolta da propri dipendenti in cassa integrazione, proponendo solo 7 riassunzioni (con condizioni contrattuali peggiorative). Una scelta che appare come un tentativo di sostituire la manodopera stabile ed equamente retribuita con dipendenti precari e sottopagati, con gravi conseguenze su lavoratori e lavoratrici che dopo 10 anni di impegno andrebbero valorizzati invece che penalizzati".

Dal tavolo di confronto tra Regione e aziende non è emersa alcuna soluzione. Il giudizio di Unia è severo: "L’ennesimo fallimento per una politica regionale incapace di mediare una situazione di crisi aziendale".

L’assessore Gian Luca Vignale ha aggiunto che attualmente ci sono anche 57 grandi imprese arrivate in Piemonte e che hanno aperto attività, mentre ci sono e saranno sempre singole aziende che avranno delle problematiche lavorative. Dobbiamo compensare con politiche industriali e con provvedimenti di attrazione. Possiamo salvare e rafforzare il nostro patrimonio manifatturiero con un saldo positivo.

Massimiliano Sciullo

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