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I corsivi di Virginia | 01 aprile 2025, 10:15

Bellezza in loop

Perché la Gen Z vuole fermare il tempo e assomigliarsi un po' tutte!

Bellezza in loop

Glow up, skincare coreana, glasskin, haircare coreano, botox, filler, sono alcune dei mantra che appaiono continuamente su tutti i social, presentati da content creator adolescenti, già preparate ed esperte, che rincorrono la pelle perfetta e l’eterna giovinezza.

 I social network sono diventati il nuovo specchio delle giovani generazioni, ma invece di riflettere unicità, sembrano rimandare un’immagine sempre più omologata: labbra piene, pelle levigata, zigomi scolpiti. Scorrendo TikTok e Instagram, è impossibile non notare quante adolescenti – giovanissime, spesso minorenni – siano ossessionate dalla skincare perfetta e dai trattamenti estetici. Non più solo creme e maschere, ma filler, botox preventivo e tecniche avanzate per ‘fermare il tempo’ ancora prima che inizi a scorrere. Non esistono ragazze che già a partire dei 14 anni non usino filtri. Molti adolescenti infatti sui social, ricorrendo ai filtri, cercano di creare una versione perfetta e senza tempo di sé stesse, un’immagine che non rispecchia la loro vera natura, ma una versione alterata, congelata in una infinità di perfezione fittizie. E’ un tentativo per loro di mantenere un’apparenza che non cambia nel tempo, quasi che fosse “per sempre”.

Ma come siamo arrivati a tutto questo? La giovinezza è il nuovo standard. Se un tempo il sogno era sembrare più grandi, oggi l’obiettivo è restare eternamente adolescenti. La paura della prima ruga è talmente radicata che alcune ragazze iniziano a rivolgersi al medico estetico già dai 14 anni per ‘prevenire’ i segni del tempo. Il paradosso? Molte di loro non hanno mai visto una ruga in vita loro, se non nei filtri di invecchiamento delle app.

Tra le storie più curiose che ho sentito raccontare da alcuni medici estetici, c’è quella di una sedicenne che, convinta che la sua pelle fosse ‘troppo rilassata’, ha chiesto un trattamento per il rilassamento cutaneo. Oppure quella della ragazza che voleva un ‘baby botox’ per prevenire l’invecchiamento… a 15 anni! Ma la più divertente, ma nel contempo tragica, rimane quella della giovane che ha mostrato al medico una foto con un filtro di Instagram e ha chiesto: "Voglio questa faccia. Ma fissa."

Per fare chiarezza su questo fenomeno, abbiamo chiesto al Dott. Massimiliano Giuliano, esperto di medicina estetica, di raccontarci il suo punto di vista sulle giovanissime pazienti e su come cerca di preservare la loro unicità, facendo della sua professione anche una missione in questo senso.

Dottore, sempre più ragazze si avvicinano alla medicina estetica già in adolescenza. Cosa ne pensa di questa tendenza?

"È un fenomeno che osservo sempre più spesso, e credo sia il risultato di diversi fattori combinati: la pressione dei social media, il confronto costante con immagini ritoccate e filtrate, e la crescente accessibilità ai trattamenti estetici. Le adolescenti oggi vedono la bellezza come un dovere, un obiettivo da raggiungere il prima possibile, senza considerare che la loro pelle è ancora in fase di sviluppo e che intervenire troppo presto può essere controproducente. La medicina estetica dovrebbe essere uno strumento per valorizzare, non per standardizzare, e in età così giovane il miglior consiglio resta una buona skincare e l'educazione alla cura di sé, piuttosto che interventi prematuri."

Lei ha deciso di trattare solo pazienti dai 19 anni in su. Perché questa scelta?

"La mia scelta si basa su un principio fondamentale: la medicina estetica deve essere un aiuto consapevole e non un capriccio legato alle mode del momento. Prima dei 18 anni, la pelle è ancora in evoluzione, e non ha senso intervenire con trattamenti che potrebbero alterare un equilibrio ancora in formazione. Inoltre, la maturità psicologica gioca un ruolo essenziale: un adulto è in grado di prendere decisioni più ponderate e comprendere i pro e i contro di ogni trattamento. Il mio obiettivo non è solo migliorare l'aspetto esteriore, ma anche promuovere una visione sana e realistica della bellezza."

Come aiuta le sue pazienti più giovani a valorizzare la propria unicità senza ricorrere a trattamenti invasivi?

"Quando una ragazza molto giovane entra nel mio studio con l'idea di cambiare il proprio aspetto, il mio primo compito è farle capire che la bellezza non è omologazione, ma espressione della propria unicità. Spesso consiglio una skincare personalizzata, trattamenti che migliorano la qualità della pelle senza modificarne la naturalezza, e soprattutto una consulenza per aiutarle a sviluppare una percezione più equilibrata della loro immagine. Molte volte, più che di filler o botox, c’è bisogno di una chiacchierata per far comprendere che la bellezza vera è anche carattere, espressione e autenticità”.

C’è un trattamento che secondo lei la Gen Z sopravvaluta e di cui potrebbe fare a meno?

Senza dubbio, il botox preventivo è uno dei trattamenti più sopravvalutati tra i giovanissimi. Molte ragazze credono erroneamente che iniziare il botox a 16-18 anni possa impedire la comparsa delle rughe in futuro, quando in realtà, se non c'è un bisogno medico o estetico concreto, si rischia solo di alterare l’espressività del viso senza alcun beneficio reale. Inoltre, l’uso eccessivo di filler per labbra e zigomi in volti ancora in fase di sviluppo porta spesso a risultati innaturali e omologati. La medicina estetica dovrebbe migliorare, non stravolgere. Ciò che consiglio sempre è un approccio più graduale e consapevole, con trattamenti meno invasivi e una maggiore attenzione alla salute della pelle attraverso skincare mirata e protezione solare quotidiana”.

Dopo questa chiacchierata, mi sento di concludere affermando che l’ossessione della Gen Z per la bellezza eterna è il sintomo di un mondo in cui il valore di una persona sembra misurato in ‘like’. Ma forse il segreto della vera bellezza sta proprio nell’accettarsi, rughe (future) comprese. Dopotutto, chi vuole davvero somigliare a un filtro per sempre?

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Virginia Sanchesi

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