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Cronaca | 01 aprile 2025, 11:19

Lancia rally finita sulla folla in piazza San Carlo: a giudizio la 47enne albese alla guida

La donna è chiamata a rispondere di lesioni stradali cagionate a dieci spettatori

Una immagine dell'incidente dello scorso 15 settembre

Una immagine dell'incidente dello scorso 15 settembre

Prenderà il via con l’udienza programmata per lunedì 21 luglio davanti al Giudice di Pace di Torino il processo nei confronti di Barbara Riolfo, la 47enne albese che il  15 settembre dello scorso anno fu involontaria protagonista dell’incidente stradale verificatosi nel corso di una manifestazione motoristica in corso nel centro storico di Torino.   

Alla guida di una Lancia 037 da rally, con al fianco la figlia, la donna stava prendendo parte alla sfilata di veicoli organizzata nel programma del Salone dell’Auto 2024 quando, quando mancavano pochi minuti alle 13, giunta all’altezza di piazza San Carlo, provenendo da piazza Castello e diretta in piazza Carlo Felice, all’intersezione con via Maria Vittoria, perse il controllo del potente mezzo finendo per travolgere un gruppo di spettatori che stava assistendo alla sfilata delle auto assiepati dietro alle transenne, provocando una dozzina di feriti nessuno dei quali grave, fortunatamente. A riportare le conseguenze più gravi, riportarono le cronache in quei giorni, un uomo poi operato presso l’Urologia dell’Ospedale "Mauriziano" di Torino, con una prognosi di dieci giorni.

Il fatto suscitò comprensibile clamore, alimentato anche dall’essere stato ripreso e diffuso tramite numerosi video amatoriali, immediatamente circolati su giornali, chat e social. La Lancia 037 rally sfortunata protagonista dell'incidente è peraltro un’auto che ha fatto la storia del motorsport. Quell’esemplare in particolare fu guidato nientedimeno che dal compianto campione Attilio Bettega (da qui un valore economico che si attesterebbe intorno al mezzo milione di euro). Ed è anche anche un un mezzo che richiede una certa conoscenza, venne rimarcato da più parti nei giorni successivi all’incidente. Non a caso proprio quel modello fu l'ultima auto rally con trazione posteriore a vincere un mondiale, prima che il gruppo B nel quale correva venisse abolito.

Gli accertamenti compiuti nei giorni seguenti dalla Polizia Municipale di Torino hanno poi portato la Procura della Repubblica del capoluogo piemontese a chiedere per la donna l’imputazione per lesioni stradali in ragione della colpa dovuta a imprudenza, negligenza e imperizia con le quali – è l’ipotesi dell’accusa –, "accelerando bruscamente sul lastricato", la stessa aveva perso il controllo del veicolo mandandolo a schiantarsi contro una transenna laterale e "cagionando il ferimento di dieci persone", che accusarono traumi con prognosi differenziate a seconda dei casi, per la più parte contenute in una decina di giorni.

La donna alla guida della Lancia, titolare di un laboratorio di restauro di auto d’epoca con sede a Pocapaglia, alle porte di Bra, si era detta da subito scossa e dispiaciuta per l'accaduto e si era affidata all'avvocato albese Roberto Ponzio, al quale aveva dato mandato di prendere contatto con le persone danneggiate per la quantificazione e il risarcimento dei danni causati. "I nostri consulenti – dice ora il legale – stanno predisponendo la ricostruzione cinematica dell’incidente. I danneggiati sono una decina, ma le lesioni sono di lieve entità. Ho provveduto ad allertare l’assicurazione della mia assistita e confido in un sollecito risarcimento. Auspico che non sia necessario evocarla in giudizio quale responsabile civile".

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