Cronaca | 31 marzo 2025, 11:19

Askatasuna, presidio al tribunale aspettando la sentenza del processo: "Siamo Associazione a resistere"

L'inizio dell'udienza alle 11. Le richieste: 88 anni di carcere e 7 milioni di euro per 28 militanti, oltre all'accusa di associazione a delinquere per le azioni No Tav e di difesa alla casa

Presidio al tribunale aspettando la sentenza del processo ad Askatasuna

Presidio al tribunale aspettando la sentenza del processo ad Askatasuna

Questa mattina, per l'udienza del processo Sovrano, Askatasuna e No Tav hanno protestato di fronte al Tribunale di Torino.

La protesta all'esterno del Palazzo di Giustizia

Dalle 10 gli attivisti si sono ritrovati al Palazzo di Giustizia Bruno Caccia per manifestare contro le accuse mosse a 28 militanti del centro sociale, per i quali sono stati chiesti in totale 88 anni di carcere e 7 milioni di euro di risarcimento. Per 16 di loro la richiesta dell'accusa è di associazione a delinquere. Secondo gli imputati ad essere sotto attacco non è soltanto la loro condotta ma il conflitto sociale in sé: "Contro la criminalizzazione del dissenso" e "Reprimere le lotte è il vero dissenso" hanno scritto sugli striscioni.

Già dalle 10, un'ora prima dell'inizio dell'udienza, i manifestanti hanno bloccato via Giovanni Falcone, che è stata chiusa al traffico. "Se vi prendete la ragione agiremo in torto" annunciano già i cartelli appesi all'inferriata del Tribunale. "Quella di oggi non è una sentenza che ci dirà quanto valiamo - dicono dal movimento Associazione a Resistere - Il nostro impegno di questi anni nella Val di Susa è noto e condiviso da decine di migliaia di persone. Vogliono diffondere la paura di ribellarci alle ingiustizie. Ma quando l'ingiustizia diventa legge lottare è un dovere. E 28 persone insieme a centinaia di migliaia di molte altre hanno deciso di assumersi la responsabilità e il dovere storico di dire no a questo stato di cose: alla devastazione ambientale, a chi resta senza casa, a un sistema che ci impoverisce per i guadagni di pochi soliti noti. Allora questa è la nostra colpa, che verrà decisa dentro le aule di tribunale. L'obiettivo è interrompere un'esperienza politica condivisa, costruita dal basso, vorrebbero fare passare le nostre lotte come qualcosa di architettato da un piccolo gruppo che per vivere ha interesse di fare da regista al conflitto sociale. Hanno paura della dirompenza che la nostra forza politica può avere".

"Siamo Associazione a resistere"

I manifestanti sembrano decisi a non indietreggiare: "Non ci facciamo fermare né da questo tribunale né dallo shitstorm mediatico. Il processo che si gioca qui è politico, manovrato dall'alto, le forze sono impari. L'unica difesa che possiamo mettere in campo è essere qui. Associazione a delinquere? Siamo associazione a resistere contro questo stato di cose. Le nostre lotte rendono questo mondo un po' meno iniquo. Essere qui oggi dimostra che abbiamo già vinto, che abbiamo rispedito al mittente le accuse".

La sentenza attesa verso le 14.30

Il presidio sta procedendo senza particolari tensioni. Intanto i giudici si sono ritirati per deliberare: la sentenza è attesa per le 14.30.

 

Francesco Capuano

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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