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Attualità | 31 marzo 2025, 10:38

Giraudi: se produrre il cioccolato è più una passione che un lavoro

Da una bottega di pasticceria a una vera e propria azienda artigianale incentrata sul cioccolato: la storia di un’eccellenza piemontese fatta di scelte coraggiose e di intuizioni felici

Giraudi: se produrre il cioccolato è più una passione che un lavoro

Giraudi: se produrre il cioccolato è più una passione che un lavoro

I suoi gianduiotti e i suoi ovetti li potrete trovare in diverse prestigiose pasticcerie di Torino e del Piemonte. E tuttavia il cuore della produzione di Giraudi, collocata in un’area evidentemente industriale e circondata da capannoni non così dissimili da quelli dell’azienda stessa, si trova a Castellazzo Bormida, non lontano da Alessandria.

E qui che Giacomo e Davide Boidi, padre e figlio, declinano il loro “cioccolato artigianale”, come recita del resto l’insegna che campeggia sulla sede stessa della Giraudi. Una sede che, complice un press tour, ho avuto modo di visitare, constatando in prima persona come qui la lavorazione del cioccolato venga declinata certo con professionalità, ma soprattutto con passione.    

Giacomo Boidi: il cioccolatiere che voleva fare l’agricoltore 

Si fa presto a dire cioccolato! Specie per chi, figlio di agricoltore e intenzionato a seguire le orme dei genitori, deve fare i conti proprio con la loro contrarietà. Così, dopo aver preso il diploma da perito elettrotecnico ed essersi licenziato da dipendente di un’azienda legata alla costruzione delle autostrade, Giacomo nel 1982 comincia a lavorare come garzone nella pasticceria Giraudi di Alessandria, i cui titolari sono intenzionati cedere l’attività.

Ed è qui che la passione di Giacomo – lavorare con le mani – comincia ad esprimersi in modo sempre più compiuto, avviando quella che sarà la “sua” azienda, tutta concentrata sul cioccolato, sebbene della pasticceria rimanga ancora una qualche traccia nel proseguimento della produzione dei baci di dama e degli amaretti. 

L’artigianalità come carta vincente 

Certo oggi l’artigianalità, anche quando mantiene un ruolo centrale nella filosofia di un’azienda, non prescinde mai dalle macchine. E tuttavia basta ascoltare Giacomo, mentre ci guida tra i diversi spazi in cui il cioccolato Giraudi viene declinato in tutte le sue numerose forme, per capire che per lui l’artigianalità resta la stella polare della sua produzione.

“Il nostro – spiega - resta un approccio artigianale non solo per l’estrema attenzione che continuiamo ad avere per le materie prime, ma anche per l’utilizzo di tecniche di lavorazione poco invasive e capaci di valorizzare al massimo la peculiarità degli ingredienti”. Ed è proprio questa artigianalità che si sente, al naso e al palato, quando si assaggiano le forme del cioccolato Giraudi: dai gianduiotti agli ovetti, dai cuori di cioccolato alle uova di Pasqua. 

Quando il gusto incontra la creatività  

Il cioccolato, forse ancor più di quanto accade ad altri prodotti legati al pianeta dolci, ha delle caratteristiche che ne fanno l’oggetto di un’esperienza sensoriale a tutto campo. Per questo le varie declinazioni del cioccolato Giraudi non solo hanno un loro timbro specifico sul piano dei sensi dell’odorato e del gusto, ma anche su quelli della vista e del tatto.

Ed è da questo timbro complessivo, un vero e proprio marchio di fabbrica, che sprigiona tutta la creatività di Giacomo e Davide: ben visibile nelle forme dell’uovo di Pasqua “lunare” o palpabile nella ruvidezza della superficie di quello “mandorlato”, per esplodere infine in quello decorato con frutta secca e candita. Selezionata, anche quest’ultima, con un’attenzione che rasenta lo scrupolo.

Piergiuseppe Bernardi

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