Attualità | 30 marzo 2025, 07:00

Dante Alighieri: un viaggio attraverso l'Italia nella Divina Commedia

Dante Alighieri: un viaggio attraverso l'Italia nella Divina Commedia

 Dante Alighieri, poeta, scrittore e pensatore del Medioevo, è l’autore della Divina Commedia, capolavoro della letteratura italiana e universale. Scritto in esilio tra il 1304 e il 1321, il poema racconta il viaggio immaginario dell’autore attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, offrendo un ritratto vivido della società del suo tempo.

Con uno sguardo impietoso e una penna affilata, Dante non ha risparmiato nessuno: papi, nobili, politici, mercanti e condottieri popolano i versi del poema, spesso collocati in base alle loro azioni terrene. Liguria, Lombardia e Piemonte non fanno eccezione: nelle loro terre Dante ha trovato spunti e personaggi memorabili, alcuni condannati alle pene eterne, altri in attesa della redenzione o immersi nella luce divina. Ma chi sono questi uomini e donne entrati nell’immaginario collettivo grazie alla Commedia? E quali luoghi delle nostre regioni sono stati immortalati nei versi del Sommo Poeta?

Mantova nella Divina Commedia: la città di Virgilio e Sordello

Mantova occupa un posto d’onore nella Divina Commedia, grazie alla figura di Virgilio, scelto da Dante come guida attraverso l’Inferno e il Purgatorio. Il poeta latino, definito «l’onore e lume degli altri poeti», si presenta a Dante nel primo canto dell’Inferno, sottolineando con fierezza le sue origini mantovane. Dante lo considera il simbolo della ragione umana e della sapienza classica, capace di condurlo fuori dall’errore e dal peccato.

La città di Mantova riappare nel canto XX dell’Inferno, dove Virgilio racconta a Dante la leggenda delle sue origini. Secondo il poeta, Mantova fu fondata da Manto, figlia dell’indovino Tiresia, che si rifugiò in quella zona paludosa e raccolse intorno a sé alcuni abitanti. Il racconto serve a correggere una versione errata della storia diffusa da altri autori e a riaffermare l’autorità di Virgilio come guida sapiente.

Un altro celebre mantovano compare nel Purgatorio: Sordello da Goito, un trovatore mantovano. L’incontro avviene nei canti VI, VII e VIII, quando il poeta e Virgilio si imbattono nel trovatore, che riconosce subito il suo illustre concittadino e lo abbraccia con affetto dicendo: «Io son Sordello della tua terra». Questo gesto offre a Dante lo spunto per l’ardente invettiva contro l’Italia divisa e corrotta: «Ahi, serva Italia, di dolore ostello». Attraverso Virgilio e Sordello, Mantova diventa un simbolo di grandezza poetica e, al contempo, un richiamo agli ideali di unità e giustizia tanto cari a Dante.

Il Piemonte nella Divina Commedia: paesaggi e personaggi storici

Il Piemonte occupa un posto significativo nella Divina Commedia di Dante, non solo attraverso i suoi paesaggi, ma anche grazie ai personaggi storici che vi hanno avuto un ruolo. Il Monviso, la maestosa montagna al confine con la Francia, viene citato nell'Inferno (XVI, 94-105) come parte di una similitudine, paragonato alla violenta cascata del fiume Flegetonte. Dante menziona anche Vercelli in Inferno (XXVIII, 75), descrivendola come uno dei limiti della pianura padana e alludendo alla sua importanza storica e geografica.

Tra i personaggi piemontesi, Dante inserisce Fra Dolcino, un religioso novarese condannato all'ottavo cerchio dell'Inferno, tra gli scismatici e i seminatori di discordia. Nonostante fosse ancora vivo nel 1300, Dante anticipa il suo destino attraverso una "profezia" di Maometto, che preannuncia l'arrivo del novarese all'Inferno. Un altro personaggio significativo è Enrico da Susa, vescovo di Ostia e autore della Summa Hostiensis, citato nel Paradiso (XII, 82-84) come esempio di saggezza e devozione. Infine, nel Purgatorio (VII, 133-136), Dante fa riferimento a Guglielmo VII degli Aleramici di Monferrato, il "Gran Marchese", che portò la sua signoria alla massima potenza, ma morì prigioniero degli alessandrini nel 1292, simbolo di una grandezza tragicamente interrotta.

La Liguria nella Divina Commedia: dai ripidi monti del Purgatorio alla dannazione di Branca Doria

Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, non manca di evocare la Liguria, terra di paesaggi impervi e di vicende storiche segnate da tradimenti e corruzione. Nel Purgatorio (Canto III), il sommo poeta paragona la ripidissima ascesa alla montagna della purificazione alle coste scoscese tra Lerici e Turbia, sottolineandone l’asperità: in confronto, le più ripide scogliere liguri sembrerebbero scale agevoli da salire. Il riferimento, oltre a rendere visivamente la difficoltà del percorso, attesta la conoscenza diretta di Dante di quei luoghi, simboli perfetti della fatica necessaria per raggiungere la salvezza.

Ma se nel Purgatorio la Liguria è evocata per la sua conformazione geografica, nell’Inferno diventa teatro di peccati atroci. Nel Canto XXXIII, ambientato nel gelido Cocito, Dante incontra Branca Doria, nobile genovese colpevole di aver assassinato il suocero durante un banchetto. La sua anima è già dannata, pur essendo il suo corpo ancora in vita, a testimonianza della gravità del suo tradimento. L’episodio culmina in una dura invettiva contro i genovesi, accusati di corruzione e immoralità, in linea con le frequenti maledizioni che Dante lancia contro diverse città italiane, da Pisa a Firenze. Un ritratto severo, che tra paesaggi inaccessibili e anime perverse scolpisce la Liguria nella memoria della Commedia.

In viaggio con Dante nelle nostre città

Attraverso le sue pagine immortali, Dante Alighieri ha lasciato un'impronta indelebile su molte città italiane, tra cui Mantova, Novara, Torino e Genova, luoghi che ancora oggi portano il segno del suo passaggio letterario. Il nostro gruppo editoriale, presente in queste città, continua a valorizzare il patrimonio culturale e letterario legato alla figura del Sommo Poeta, mantenendo vivo il dialogo tra passato e presente. Da Mantova a Novara, dal torinese a Vercelli, fino a Genova, il viaggio di Dante rivive non solo nei suoi versi, ma anche nella memoria storica delle nostre regioni, testimoniando la perenne attualità della Divina Commedia.

Valeria Toscano

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