Cultura e spettacoli | 30 marzo 2025, 12:00

Il Museo dell'Informatica diventa digitale nel suo Metaverso, tra giochi e modelli 3D

Da aprile la collezione e gli spazi del MuPIn saranno disponibili online, mentre la sede rimane chiusa in attesa dei lavori

Il Museo dell'Informatica diventa digitale

Il Museo dell'Informatica diventa digitale

Chi se non il Museo Piemontese dell'Informatica poteva rendere digitale e interattiva la propria collezione? Da aprile, infatti, grazie ai fondi Tocc (Transizione Digitale degli Organismi Culturali e Creativi) del Ministero della Cultura e del Pnrr, il MuPIn renderà disponibili i modelli 3D dei suoi calcolatori storici e aprirà le porte del suo Metaverso, che permetterà di visitare la sede virtuale del museo.

I danni del 2016

Da quando, dopo l'alluvione del 2016, ha perso la sua casa di Moncalieri e subito danni alla collezione, il Museo non ha potuto riaprire al pubblico. Attualmente la sede sarebbe in un edificio in piazza Riccardo Valla, a fianco del Mufant (Museo del fantastico e della fantascienza), ma le norme di sicurezza rendono attualmente impossibile l'ingresso. Ed è per questo che, in attesa dei lavori di messa a norma, il Museo dell'Informatica ha voluto rendere disponibile a tutti la propria collezione.

La collezione

Commodore Amiga 1000, Apple Lisa 2, IBM 5100 e il piemontesissimo Olivetti M20 sono solo alcuni tra i pc che hanno fatto la storia dell'informatica e che sarà possibile ammirare in una ricostruzione 3D. Ma, oltre ai singoli calcolatori, il pubblico potrà entrare virtualmente nel Museo grazie alla ricostruzione all'interno del suo Metaverso, dove sarà possibile interagire con gli oggetti, giocare con l'ambiente e leggere informazioni e curiosità.

Con il finanziamento Tocc, inoltre, il MuPIn ha sviluppato un progetto di videomapping interattivo per coinvolgere i partecipanti ai suoi eventi. Il videomapping è la possibilità di rendere superfici interattive le pareti di edifici e monumenti, grazie a una proiezione che coinvolge i passanti. In questo modo è possibile creare giochi collaborativi utilizzando soltanto il proprio smartphone e una parete su cui proiettare, com'è stato fatto un anno fa sulla facciata dell'Ecomuseo dei Freidano di Settimo Torinese, in occasione della mostra In Continua Scrittura.

Francesco Capuano

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