Fanno ridere e scherzare con una comicità sempre attuale, capace di adattarsi ai tempi, alle mode e ai personaggi. Marco & Mauro, il due cabarettistico piemontese più amato, dal 16 al 18 maggio al Teatro Erba festeggia con "A Santhià non si vede un Kansas" i suoi primi 40 anni di carriera. Lo spettacolo è già andato esaurito con quasi due mesi di anticipo, così è stata aggiunta una nuova data, giovedì 15, per accontentare il pubblico e i tanti appassionati.
Marco, al secolo Marco Amerio, ha raccontato come è nato il sodalizio con Mauro Mangone, rievocando momenti divertenti di una carriera che promette di durare ancora a lungo.
Avrebbe mai immaginato di essere ancora qui, a distanza di 40 anni?
"Ma figurati, quando abbiamo iniziato non sapevo nemmeno se avremmo fatto il secondo spettacolo. Non andavo oltre quella prima serata, al Boccaccio di corso Moncalieri, all'epoca Woodstock. E invece eccoci ancora qui".
Come è nato il vostro duo?
"Ci vedevamo alla macchinetta del caffè tutte le mattine, lavoravamo tutti e due all'Aeritalia, poi diventata Alenia e oggi Leonardo. Ci piaceva ridere e scherzare, a 23 anni non pensavamo certo di fare i comici. Ma alcuni amici ci convinsero a fare quella serata perché facevano i pr che proponevano ai locali comici e cabarettisti da far esibire a metà settimana. Soprattutto gente che costasse poco. E noi avevamo preso 50 mila lire in due per quella serata...".
E da lì è iniziato tutto... Il ricordo più bello di questa avventura?
"Uno solo? Quasi impossibile... Diciamo che tutti e due conserviamo nel cuore l'incontro e la serata con Gipo Farassino, che venne a raccontarci la sua carriera straordinaria, i ricordi di una vita. Per me, assieme a Gino Bramieri, è stato il migliore di tutti. E poi quando siamo arrivati in finale a La sai l'ultima? Mai ci saremmo aspettati di avere tanto successo".
Dal passato al presente. Parliamo di quest'ultimo spettacolo?
"Ci avevamo iniziato a pensare durante il periodo del Covid, tra un lockdown e l'altro. Non volevamo che fosse un qualcosa di autocelebrativo, ma ripensando a questi 40 anni abbiamo voluto riportare in auge i personaggi di due delle nostre esibizioni più riuscite, attualizzando 'Vietato traversare i binari' e poi "Le due comari".
Dagli esordi a "Non si vede un Kansas", come è cambiato il rapporto tra Marco & Mauro?
"Come tutte le coppie, abbiamo avuto i nostri alti e bassi, come capita anche tra marito e moglie nei matrimoni più affiatati. Ma adesso il nostro feeling è davvero ottimo, tanto che non ci poniamo limiti su quanto tempo andare ancora avanti. Non siamo una mozzarella con la data di scadenza... La voglia di fare è sempre tanta e poi l'affetto della gente, come dimostrano gli esauriti già in prevendita di questo spettacolo, è la benzina che ci fa andare avanti. Avverti da questo che siamo ancora freschi e la gente ci apprezza perché sappiamo stare sul palco".
Per finire, facendo una breve digressione calcistica. Più facile immaginare un vostro show per il mezzo secolo di carriera o un Toro che andrà in Europa?
"Tutti sanno che io e Mauro siamo granata fino al midollo. Al cuore non si comanda, diciamo così: se noi duriamo fino ai 50 anni e nel frattempo il Toro torna in Europa sarebbe un bel doppio miracolo...".