Via i militari, dentro il vigile di quartiere. Questa, in estremi sintesi, la soluzione emersa dal tavolo sulla sicurezza in Barriera di Milano in programma stamattina. Nella parrocchia Maria Regina della Pace, in via Malone 19, oltre 50 persone tra associazioni e residenti hanno partecipato all'incontro tra l'assessorato alla Sicurezza di Torino e la Circoscrizione 6. L'evento, organizzato dal blog "FacciamoBarriera", aveva l'obiettivo di affrontare le problematiche legate alla sicurezza nel quartiere Barriera di Milano.
"I problemi di criminalità, spaccio e degrado sono ben noti - ha dichiarato Paola Gatti, direttrice di FacciamoBarriera -. È fondamentale ricostruire un senso di comunità per riappropriarci degli spazi sottratti. Chiediamo alla politica di andare oltre le parole e agire con misure efficaci".
Ostaggio di spaccio e criminalità
I presenti non hanno risparmiato critiche, evidenziando come spaccio e violenza siano fenomeni quotidiani, tra le principali criticità di Torino Nord. Le testimonianze hanno descritto un contesto ormai difficile da vivere, specialmente per commercianti e residenti, che devono fare i conti con mercatini abusivi, furti e rapine.
"Il mercatino di Largo Volpiano è stato segnalato più volte, ma nulla è cambiato - ha denunciato Stefania Lomello, residente in Barriera di Milano - Anche la limitazione della vendita di alcolici dopo le 21 non risolverà il problema: molti sono già ubriachi nel pomeriggio e scandalizzano i passanti con comportamenti osceni".
Gregory Massa, direttore tecnico del Goia, ha aggiunto: "Sempre più attività commerciali chiudono, segno di una sconfitta per tutta la comunità. Servono più controlli nelle aree mercatali per evitare che si spopolino. L'abbandono favorisce degrado e criminalità. Sono necessarie soluzioni di lungo termine".
Le critiche (ma anche le proposte) arrivano non solo da chi lavora, ma anche da chi ogni giorno vive il quartiere. Come Gianpaolo Mussinatto: “Perché non installare telecamere di sorveglianza nei luoghi incriminati? Non risolvono il problema, ma scoraggiano spacciatori e criminali. Basta scaricare le responsabilità sugli altri, chi può fare qualcosa, lo faccia".
Rispunta il vigili di quartiere
Ma dal comune fanno sapere che alcune risposte potrebbero arrivare a breve, come la creazione del vigile di quartiere. Un risultato che si potrebbe ottenere con il riaccorpamento di alcuni uffici di Polizia Locale per aumentare le pattuglie su strada, riducendo il personale negli uffici.
"Abbiamo avviato attività che stanno accelerando interventi e controlli, con risultati importanti– ha replicato l'assessore alla Sicurezza, Marco Porcedda –. Il numero di vigili è una criticità per Torino, ma stiamo lavorando a una riorganizzazione del corpo: alcuni uffici saranno accorpati, liberando più agenti per il pattugliamento. Inoltre, vogliamo riportare in servizio il vigile di quartiere".
Queste proposte sembrano entusiasmare i residenti e la Circoscrizione, che tuttavia non hanno risparmiato critiche all'amministrazione comunale, accusata di lentezza nell'attuare misure risolutive.
"Collaboriamo il più possibile, ma sono passati oltre tre anni dall'inizio del mandato e ora servono risultati concreti– ha sottolineato il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto–. Abbiamo combattuto molte battaglie, ma spesso il problema è stato solo spostato. Credo in questo quartiere e nella sua gente, ma dobbiamo riappropriarci degli spazi per invertire la rotta".
"Il vigile di quartiere sarebbe una figura essenziale: i cittadini vogliono vedere divise per strada per sentirsi più sicuri– ha aggiunto Lomanto–. Monitorare il territorio con agenti ben visibili aiuta la percezione di sicurezza. Spero che entro il 2027 vengano adottate soluzioni concrete".
Ma non sarà armato
Sulla questione, Porcedda ha precisato: "Il vigile di quartiere non sarà un agente armato, ma garantirà un maggiore senso di protezione tra i cittadini. Per quanto riguarda lo spaccio, il problema richiede l'intervento coordinato delle forze di polizia sotto la guida del Prefetto. Abbiamo già visto che l'impiego dell'esercito non ha portato i risultati sperati e in alcune zone è stato ridotto o eliminato".
Un'ulteriore proposta dell'amministrazione è la creazione di presidi di vigilanza con poliziotti o vigili in pensione, soprattutto nelle aree scolastiche, per garantire un controllo strategico senza sottrarre personale attivo alle zone più problematiche. Tra le realtà coinvolte potrebbero esserci l'Associazione Nazionale Carabinieri e l'Associazione Nazionale Alpini.
Via il presidio dei militari in Principe Oddone
L'incontro tra residenti e politica ha messo in luce sia proposte sia critiche alle soluzioni adottate finora. Bocciato l'impiego dell'esercito nel pattugliamento dei quartieri, che avrebbe solamente, secondo i presenti, spostato il problema altrove.
Verso un ripensamento anche le attività di “Strade Sicure”. Come confermato da Porcedda "Il presidio di corso Principe Oddone è stato eliminato perché il Prefetto ha una disponibilità limitata di agenti. Saranno assegnati ad aree di maggiore necessità”. Tra queste è stato citato il CPR di Corso Brunelleschi.