Politica | 28 marzo 2025, 11:53

Un referendum per fermare la Sanità privata: "Fate votare i piemontesi, deve rimanere pubblica"

Il Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure ha consegnato a Palazzo Lascaris oltre 5mila firme

"La sanità pubblica si sta privatizzando, deve rimanere pubblica". È questo lo slogan unitario che ha portato i rappresenti dei medici, infermieri, professioni sanitarie e sindacati - riuniti nel Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure - davanti a Palazzo Lascaris per la consegna delle 5.028 firme raccolte. 

Referendum per lo stop alla privatizzazione della Sanità 

Le sottoscrizioni sono per chiedere di poter fare un referendum abrogativo regionale per fermare la privatizzazione nella sanità pubblica in Piemonte. L'obiettivo è cancellare la legge regionale del 2012 che consente di adottare le cosiddette sperimentazioni gestionali. La possibilità cioè per le Asl, autorizzate dalla Regione, di costruire delle società con dei soggetti privati per gestire i servizi veri e propri di cura e di presa in carico di continuità assistenziale.

Medici ed infermieri in presidio 

E a chiedere di poter fare il referendum c'erano in prima linea i medici torinesi, rappresentanti dal loro presidente Guido Giustetto. "Il rischio di privatizzazione - ha spiegato - è strisciante: ci sono aspetti culturali e altri materiali che vanno in questa direzione. C'è lo scivolamento dalla presa in cura delle persone con problemi di salute, verso l'offerta di prestazione". Ad esempio se una volta il paziente con un dolore al ginocchio veniva preso in carico a 360° gradi, compresi anche gli aspetti di dialogo e relazione, oggi si punta a prescrivere solo l'esame e l'accertamento. 

Un'impostazione, come chiarisce bene Giustetto, che apre le porte "ad una visione di tipo assicurativo, cioè di rimborso a prestazione". Una delle sfide del futuro è sicuramente potenziare la prevenzione, cioè evitare che il paziente finisca in ospedale o dal medico. Una cosa che le assicurazioni "non hanno interesse a fare perché una persona che ha bisogno è meglio di una che non ha bisogno", ha chiosato il presidente.

Accanto a lui Chiara Rivetti, segretaria di Anaao Piemonte: "C'è il timore che, considerate tutte le difficoltà del pubblico, il privato diventi normale non emergenziale". Nelle scorse settimane il commissario della Città della Salute Thomas Schael aveva lanciato un diktat netto ai medici delle Molinette, CTO, Sant'Anna e Regina Margherita: "Stop alle visite private". 

Un aut aut giudicato negativamente da Rivetti, che lo bolla così: "Non era un attacco al privato, ma ai medici pubblici".  "In questo caso una buona parte dei soldi - ha chiarito - che paga il paziente vanno all'ospedale, oltre a permette ai medici pubblici di arrotondare e rimanere nell'ambito". In presidio anche gli infermieri, con il consigliere di Opi Torino Francesco Malara ("sentiamo nostro questo referendum perché come professionisti lavoriamo anche al pronto soccorso, l'unico posto che dà risposte alle urgenze cittadino"), e il vicepresidente dell'ordine dei tecnici di radiologia e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Andrea Russi. "Siamo qui - ha sottolineato Russi - per difendere la sanità pubblica e garantire il diritto dei cittadini a essere curati da professionisti altamente qualificati, all'interno di un sistema sanitario pubblico fondato sulla competenza e sulla professionalità". 

Taglio al centro epidemiologico

"Oggi - ha sottolineato Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte - depositiamo oltre 5mila firme, ma ne bastavano 600: è la conferma di come il tema della difesa della sanità pubblica sia molto sentito. Bisogna consentire ai cittadini di esprimersi. Oggi la politica tende a galleggiare, mentre con questa proposta noi diciamo chiaramente: vogliamo che facciate che questo". E sul fronte sanitario, il Piemonte ha ridotto il  30% dei fondi al Centro di epidemiologia: di tre milioni, ne è stato tolto uno.

"Questo taglio - sottolinea Airaudo - è preoccupante. Le liste d'attesa poi si azzerano se si aumenta il personale, se no non le aggredisci". Presente anche la capogruppo regionale di AVS Alice Ravinale e tutto il M5S, dal consigliere regionale Alberto Unia sino ai parlamentari Chiara Appendino e Antonino Ilaria. "Il Movimento - ha chiarito Unia - in modo compatto sosterrà questa proposta di referendum: saremo sul territorio con i nostri banchetti per raccogliere le firme perché la sanità deve tornare pubblica". 

"Questa iniziativa - ha sottolineato la Vicepresidente Appendino - è importante perché va a sostegno di un diritto messo a rischio, quello di curarsi. Il Governo Meloni definanzia il pubblico a favore del privato, trasformando la cura in un lusso".

"Sosteniamo l’iniziativa lanciata dal Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, composto da sindacati, associazioni di volontariato, organizzazioni professionali, comitati spontanei, pazienti e medici, che ha promosso un referendum a sostegno della sanità pubblica regionale", hanno dichiarato a nome del Pd Gianna Pentenero e Domenico Rossi. "Il Partito Democratico è impegnato nelle istituzioni e sui territori a difesa della sanità pubblica e sostiene tutte proposte avanzate per difendere e preservare il servizio sanitario nazionale, un patrimonio fondamentale per la nostra comunità, un bene comune irrinunciabile, sotto attacco da parte del governo Meloni e della Giunta Cirio".

Cinzia Gatti

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