Nemmeno la riunione di maggioranza, convocata lunedì pomeriggio negli uffici del centro civico di via Stradella, ha sciolto i dubbi legati al futuro della Circoscrizione 5. Il Consiglio, è un dato di fatto, non viene convocato dallo scorso 13 febbraio (siamo a 40 giorni di attesa) e nelle ultime settimane sono fioccate le polemiche sulle commissioni paralizzate, le accuse via social e persino i meme che hanno spaziato dal cinema alla religione. Portandosi appresso battutine al veleno e risate di scherno.
Maggioranza sì...o no?
Nessuno parla. Bocche cucite. Questa volta non ci sono comunicati stampa da lanciare o dichiarazioni da integrare. Ma i numeri parlano chiaro: i 12 rimasti in maggioranza sono pochi e in Consiglio, nello stato attuale, non ci sono i numeri per governare. Ergo, si rischia di far cadere il numero legale e di lasciare documenti in sospeso.
Dalla parte di chi dovrebbe governare abbiamo Crescimanno, Tassone, Acquaro, Mastroeni, Galimberti e Correnti (i 6 della Lega). Poi Redavid, Ballatore e Francavilla (i 3 di Fdi). Infine Canino, Borrelli e Cuzzilla (i 3 di Fi). All'appello mancano le tre pedine che dopo aver avuto da ridire con il presidente si sono spostate, una per volta e non senza polemiche, in minoranza: l'ex coordinatrice al Commercio, Carmela Ventra, l'ex coordinatore allo Sport, Luigi Borelli, e l'ex coordinatore alla Sanità, Stefano Subbiani.
Ora, vista la situazione, potrebbe essere la Lega stessa a chiedere un passo indietro. A meno che non si trovi un'altra soluzione in extremis.
Ripensamento?
Esiste anche la carta del ripensamento. Che alcuni dei consiglieri sopracitati (Ventra, Borelli, Subbiani) potrebbero giocare per tornare in maggioranza. Ma solo, dicono i ben informati, con un altro presidente al comando.
No ad appoggi esterni
Infine non è da escludere (ormai ogni teoria pare valida) che a salvare il presidente Crescimanno possa essere l'aiuto di qualche consigliere della minoranza. Ma su questo punto pare che i partiti abbiano chiarito che non intendano ricevere appoggi esterni da parte di membri della minoranza non eletti con il centrodestra.