Dopo il successo di "Bandiera", dal palco di X Factor Giulia Mei arriva a quello del Cap10100 per il concerto che domenica 30 marzo apre il tour del suo ultimo album "Io della musica non ci ho capito niente".
Sabato 29 marzo sarà prima ospite dell'incontro "Nella notte nera. Cultura e femminismo alla sfida dei social" in occasione di Biennale Democrazia 2025.
"Non so esprimere la gioia e l'onore nel sapere che un mio verso sia stato utilizzato per questo evento. Bellissimo essere lì per poter parlare di tematiche che mi stano a cuore. Oggi si parla poco di femminismo o in maniera sbagliata. Parlare di questo argomento e di quanto i social siano violenti nei confronti delle donne è qualcosa che mi sta molto a cuore. Io quando scrivo è per un'esigenza di raccontare le cose che creano un disagio a me in prima persona. Nel momento in cui lo racconto è come se cercassi fuori di me una sorta di condivisione che poi mi dà forza di parlarne sempre di più. Quando senti che c'è una comunità attorno a te, ti senti più forte".
Bandiera è il brano che ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Sono cambiati i sentimenti nei confronti del brano oggi?
"Ho sentimenti diversi ma sempre belli. Pezzo a cui sono molto grata. mi ha dato la percezione che il mondo attorno a me è fatto di gente che vuole parlare ancora di determinate cose. mi ha dato consapevolezza di decidere di parlare di alcuni temi con alcune parole, dargli nuovo significato, mi ha dato forza per scrivere anche altro. il nuovo disco ha tratto tanta forza da bandiera. Sapere che la tua arte arriva è sempre bello".
"Io della musica non ci ho capito niente", come è nato il disco e quali sono i suoi messaggi?
"Parlo di molte cose di cui avevo esigenza di parlare. Ci sono tante tematiche interiori, ma anche di vita quotidiana, di famiglia, di relazioni. Le canzoni le ho scritte io, poi c'è stato un grande lavoro con i miei produttori. Poi ci sono tante collaborazione con Rodrigo d'Erasmo e Anna Castiglia. Un disco che è fiorito in due anni, ci ha messo il suo tempo. Sono contenta di ogni passo fatto che nasce dalla sperimentazione e dalla grande voglia di ricerca musicale".
Quali sono gli unici ingranaggi di Giulia Mei?
"Ad oggi rispondono a esigenze di autenticità, spontaneità, libertà, voglia di libertà. Una sorta di meraviglia nei confronti del mondo senza aspettative e senza costrutti. I miei ingranaggi li lascio giocare liberamente".
Ci sono autori e autrici che ti hanno ispirata?
"Rosa Balistreri, anima di questa Palermo che ho voluto portare nel disco, poi Carmen Consoli, Tori Amos, Anna Castiglia. C'è un cantautorato femminile che è forte, vuole parlare, urlare. Finalmente comincia ad avere un po' più di spazio. Poi ci sono i vari cantautori, Vecchioni, Guccini, Cohen, ma anche rave party, Bach, Mozart".
Artisti con cui vorresti collaborare?
"Ce ne sono tanti. Di Martino, Daniela Pes, Lucio Corsi, La Nina del Sud, Fulminacci. C'è tanta gente che fa bella musica in questo Paese. La musica italiana è viva e molto bella".
C'è quindi una nuova apertura del pubblico verso il cantautorato italiano?
"Quando una cosa è bella. Quando Lucio Corsi ha suonato la prima nota, per me il Festival era finito. Penso che sia tutto meritato. Mi piacerebbe vedere anche tante cantautrici a Sanremo. Penso in generale che questo Festival abbia dato un messaggio: questa musica funziona, merita di arrivare alla gente. Le cose belle sono per tutti e piacciono".
Festival di Sanremo, è tra i tuoi progetti?
"Mi piacerebbe moltissimo. Noi siamo qua e continuiamo a scrivere poi vediamo che succede, chissà".
Come ti senti ad aprire il tour a Torino?
"Città bellissima. Ci sono stata giorni fa e l'ho riscoperta, anche di sera, sotto la pioggia, è piena e ricca di sfumature. Ogni volta che vengo, mi chiudo una giornata intera dentro la Mole. Mi fa stare bene quel posto. Città che mi piacerebbe scoprire ancora di più. Sono molto contenta di iniziare da là. Città che voglio conoscere".
Prossimi progetti di Giulia Mei?
"Una cosa che non c'entra con la musica. Mi piacerebbe fare un bel viaggio lontano dopo questo tour. Mi sposto tanto per la musica, ma non viaggio da una vita. Anche perché io ho paura dell'aereo, voglio uscire dalla mia comfort zone, cioè prendere un volo di tante ore. Spero che questo disco arrivi con tutta la semplicità e autenticità con cui è nato".