Attualità - 26 marzo 2025, 13:58

Rifugio antiaereo, una luce in fondo al tunnel: "Si comincia da ingresso e area antistante". Ma al quartiere non basta

Arriva in commissione la petizione dei residenti che chiedono diventi accessibile anche il primo piano della struttura di via Giordano Bruno. Favaro: "Pronti a tutelare, se ci sono risorse". Purchia: "Affideremo tutto al Museo della Resistenza". Ma la palla è in mano ai privati. Miano: "Non vorrei passassero 10 anni"

I rifugio antiaereo di via Giordano Bruno

Un intero quartiere si raccoglie intorno a quello che fu il suo rifugio antiaereo nel corso della Seconda Guerra Mondiale. E chiede che per questo spazio storico possa esserci un futuro.

Succede a Borgo Filadelfia, che insieme alla memoria del Grande Torino custodisce anche le testimonianze della storia di tutta la città. In via Giordano Bruno, in particolare, tra la caserma della Guardia di Finanza e l'ex Moi, si trova lo spazio scavato sottoterra che, durante i bombardamenti, permetteva ai residenti della zona di mettersi al riparo.

Petizione e rilancio
Abbandonato a se stesso per molto tempo, è stato oggetto di una raccolta firme da parte degli abitanti della zona. E dopo il diritto di tribuna che si è tenuto nelle scorse settimane, la discussione è passata in Commissione, alla presenza anche dell'assessora Rosanna Purchia e della vicesindaca Michela Favaro. "Vogliamo salvare una parte del nostro quartiere - dice Graziella Grasso, anima del quartiere ed ex insegnante -: tre piani sotto terra ormai in stato di abbandono come tutta la zona degli ex mercati generali, dopo le Olimpiadi. Ma dopo tanta speranza il nostro quartiere è andato degradando: e pensare quanto benessere hanno portato i Mercati generali, alla nostra zona". 
"Con la cultura noi possiamo ripartire: il nostro quartiere ha tanto da dire e da far conoscere, non solo a Torino - aggiunge -. Il nostro rifugio antiaereo può essere un punto di ripartenza: addirittura i giocatori del Grande Torino si dice che andassero a ripararsi in quegli spazi. E ancora piazza Galimberti, il Filadelfia, l'ex Fabbrica del chinino. Garosci, addirittura, fu il primo supermercato di Torino, mentre oggi non sappiamo più dove girarci, per quanti ce ne sono". "Il rifugio va fatto vivere, non ci basta una lapide con scritto che sotto ai piedi di chi legge si trova un rifugio antiaereo inaccessibile".

Rilancio, anche economico
"Ci sono città nel mondo che valorizzano luoghi anche meno importanti di questi - aggiunge Marco Allemandi, presidente dell'Associazione Filadelfia -: far vivere la storia alle nuove generazioni è ancora più importante che farla leggere loro su un libro. Recuperare e fare vivere certe aree dà uno slancio e un rilancio, anche economico. Invece oggi l'ex Moi e tutta quell'area è ostaggio del degrado. E' un'onda che si espande: dove c'è degrado, ne attirerà altro. E si allargherà a macchia d'olio".

Favaro: "Bene da tutelare, se ci sono le risorse"
Aperture da parte della giunta. "Il rifugio è tutelato dalla sovrintendenza - garantisce la vicesindaca Favaro - e l'obbligo è di mantenere intatta la struttura. Per diventare un luogo visitabile, però, a turisti e magari anche alle scuole, sono necessari interventi. Mi farò carico di capire quali siano questi interventi necessari. Poi ci sarà da capire quali risorse ci sono a disposizione, ma siamo d'accordo che questi sono elementi da valorizzare". "Ma è un po' tutto lo spazio che necessita di una rivisitazione - aggiunge - e nei piani di Compagnia di San Paolo c'è una prospettiva sui temi del biomedicale e delle biotecnologie per gli ex Mercati generali. Cercheremo di attirare nuovi investimenti".

Passi avanti dall'Urbanistica
Dall'assessorato all'Urbanistica, gli architetti Aires e Canevaro sottolineano che da Piano urbanistico del 2023 è prevista la conservazione del rifugio e la rifunzionalizzazione dell'accesso alla struttura. Non è ancora prevista la riqualificazione di tutta la struttura, ma i primi risultati dovrebbero essere visibili quando i privati (la Gefim, in particolare) potranno muoversi in concreto.

Purchia: "Lo consegneremo al Museo della Resistenza"
"Non abbiamo mai pensato di eliminare un pezzo di storia di Torino, medaglia d'oro della Resistenza - rassicura l'assessora Purchia - . Appena sarà accessibile lo consegneremo al Museo della Resistenza perché lo faccia vivere, così come fa già con altre strutture. Fare vivere e non solo fare leggere sui libri è ciò che cerchiamo di fare come assessorato e come Giunta, con un'attenzione rivolta soprattutto alle nuove generazioni".

"Con la giunta Fassino lo si voleva cancellare: adesso passi avanti"
E il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano, ribadisce: "Se oggi parliamo di rifugio antiaereo lo dobbiamo alla ex Circoscrizione 9, perché ai tempi della giunta Fassino quando si mise all'asta l'area dei Mercati generali era prevista la cancellazione del rifugio antiaereo. Doveva diventare le fondamenta di un fabbricato privato a ferro di cavallo, destinato ad abitazioni. Ci siamo sempre opposti, ottenendone la salvaguardia. Quella di oggi è una buona notizia, legata all'ingresso e alla parte antistante: ma chiediamo che almeno un piano possa essere restituito alla memoria collettiva. Si sono fatti passi avanti rispetto al primo Pec che prevedeva di abbattere tutto, ma oggi vogliamo che si faccia anche di più". "Sappiamo però che, quando partiranno i lavori di questo Pec, non si partirà da qui, ma dalla zona Guala. Rischiamo di vedere i risultati tra almeno 10-15 anni".