Niente più che “un’ipotesti affascinante” per l’assessore Riboldi l’accorpamento del Sant’Anna con il Regina Margherita
Era metà gennaio quando Riboldi invece dichiarava: “Sarà un polo mamma-bambino unico in Italia. E lo candidiamo a diventare IRCCS. In una quindicina di giorni diventeranno un progetto formale, che poi inseriremo in una delibera di giunta”.
Ogni decisione sarà presa al termine del percorso di audizioni che dovrà essere avviato nella commissione competente e del confronto con i sindacati, ha invece dichiarato oggi in aula nel rispondere all’interrogazione su come la Regione Piemonte intenda tutelare la salute delle donne.
"In riferimento all’ostetricia e alla ginecologia ad alta complessità oggi presenti nell’ospedale di corso Spezia", hanno spiegato Daniele Valle e Nadia Conticelli del PD, "il titolare della Sanità regionale non solo ha fatto un plateale dietro front, ma non ha esposto nessuna idea chiara. Nessuna certezza né sul fronte “urbanistico” della costruzione del nuovo Parco della Salute, né dal punto di vista sanitario, dopo che il Regina Margherita è stato isolato dal resto dell’azienda Città della Salute e ora la giunta non sa come superare l’impasse. In ogni caso il Sant’Anna sarebbe deprivato: o spezzettato fra Città della Salute e Regina Margherita, o, peggio ancora, isolato a sua volta con una azienda sanitaria dimezzata che faticherebbe a gestire l’alta complessità".
"L’assessore interpellato conferma in sostanza delle “non intenzioni”, non si farà “l’ospedale solo materno infantile”, la ginecologia “non resterà” fuori dal Parco della Salute, ma senza alcuna progettualità definita.
Oggi l’ospedale ostetrico ginecologico torinese è altamente specializzato nei settori oncologico, endocrinologico ed uroginecologico. Il Sant’Anna è il centro di riferimento per la diagnosi oncologica precoce e la terapia delle neoplasie della mammella e dell’apparato genitale femminile. E’ stata attivata la Breast Unit per la gestione multidisciplinare della patologia mammaria.
Sempre più negli ultimi anni sono emersi i limiti delle strutture ospedaliere in cui non sia presente un approccio multidisciplinare.
Attualmente l’ospedale Sant’Anna, al pari della Città della Salute, presenta forti difficoltà strutturali, che lo rendono agibile a macchia di leopardo. Il crollo dell’intradosso del solaio del secondo piano, avvenuto il 5 maggio 2023 ed affrontato con responsabilità dalla Direzione e dal personale, ha comunque reso inagibile lo spazio di servizi fondamentali come l’isteroscopia e la colposcopia, portando allo spostamento del Centro nascite in locali non pienamente adeguati alle sue finalità.
Non ricollocare questo ospedale all’interno del Parco della Salute significherebbe dover preventivare importanti investimenti nei prossimi anni solo per continuare a garantire servizi essenziali in strutture obsolete e inadeguate.
Inoltre il collocamento del materno infantile nel Parco della Salute è connesso ad una riorganizzazione completa del Percorso nascita a livello regionale, con particolare attenzione alle fasi perinatale e neonatale. Attendiamo con fiducia, ma il tempo dell’attesa è ormai ampiamente scaduto".