Per dire basta alle morti sul lavoro la Cgil chiede al sindaco Stefano Lo Russo di scrivere insieme un protocollo sui lavori pubblici. Il sindacato si è ritrovato in presidio sotto al Comune per denunciare il ritardo della Giunta sull'apertura di un tavolo serio di confronto con i lavoratori, con lo scopo di aggiornare gli accordi per quanto riguarda i cantieri aperti dalla Città e come fatto in altre grandi città italiane e nei comuni della cintura torinese.
Delegazione ricevuta dai gruppi consiliari
Durante il presidio, una delegazione composta dal Segretario Generale della Cgil Torino Federico Bellono e dalla Segretaria Elena Palumbo, insieme ai quattro segretari generali delle categorie maggiormente esposte sul versante degli appalti (FILCAMS, FILLEA, FP e NIDIL), è stata ricevuta dai gruppi consiliari del Consiglio Comunale. "I capigruppo - ha commentato Palumbo - oggi si sono limitati ad ascoltare e a prendere atto, quantomeno delle questioni meno tecniche che abbiamo sollevato. C’è l’intenzione di ritrovarsi in una commissione ad hoc dove approfondiremo tecnicamente la questione sugli appalti al fine di poter essere auditi in commissione. Dopodiché noi ci aspettiamo che ci sia anche una convocazione a seguito dell’iniziativa di oggi, perché gli incontri che abbiamo fatto in quest’anno con l’amministrazione comunale oltre a essere sporadici non sono mai entrati effettivamente nel merito".
Bellono: "Il paradosso di questa vicenda"
"C’è un paradosso in questa vicenda - ha aggiunto Bellono - noi abbiamo definito protocolli sul tema degli appalti con quasi tutti i principali comuni dell’area metropolitana, ma soprattutto in giro per l’Italia, nelle principali città, come a Roma, Napoli, Firenze e Bologna, dove sono stati definiti i protocolli di appalti nei mesi scorsi. C’è una difficoltà con questa amministrazione che francamente non riusciamo a spiegarci, anche a fronte di una mozione del consiglio sul riconoscimento di un salario minimo di 9 euro negli appalti, votata all’unanimità".
Il ricordo dell'operaio morto nel cantiere Smat
Il ricordo è andato anche a Fatmir Isufi, l'operaio morto poco più di 4 mesi fa nel cantiere Smat di Corso Unità d'Italia per un incidente sul lavoro. "Si parla tanto di infortuni, di morti sul lavoro - ha commentato Massimo Cogliandro, segretario generale CGIL FILLEA Torino e provincia - e proprio per questo il committente pubblico deve essere maggiormente virtuoso. A Torino era stato fatto un buon protocollo ma che è rimasto inapplicato, oggi c'è la possibilità di aggiornare il protocollo e che sia realmente applicato. Vogliamo sensibilizzare il sindaco e riuscire a fare un protocollo che parli di formazione, sicurezza, lavoro buono con le giuste retribuzioni e che parli di legalità".
La formazione fatta da enti riconosciuti, secondo FILLEA, è un punto fondamentale da prendere in considerazione nel protocollo, così come lo stop ai continui subappalti. "La formazione dovrebbe essere fatta all'interno delle scuole edili - ha concluso Cogliandro - perché nel mercato della formazione ci sono anche enti che definiamo farlocchi, che stampano attestati formativi senza fare formazione. Sogniamo un protocollo che vieti il subappalto a cascata, col quale hai il concreto rischio di maggiori infiltrazioni e di minore sicurezza".
La protesta di educatori professionali e Oss
Nel tardo pomeriggio piazza Palazzo di Città è stata teatro di una seconda protesta, questa volta indetta dagli educatori professioniali e Oss di Torino e provincia. Insieme a loro anche tante famiglie, ragazzi e ragazze disabili seguite dai professionisti del Terzo Settore.
"Ci stiamo muovendo - spiegano - per opporci al mancato adeguamento delle tariffe di accreditamento 2025/26, rispetto agli aumenti del nostro contratto nazionale e a quelli Istat, da parte della Regione e del Comune di Torino". Gli incrementi previsti sono contenuti, calcolando anche gli stipendi: un educatore full time, laureato ed iscritto all'ordine, per 38 ore percepisce 1.500 euro. Un Oss sui 1.100 euro.
"Abbiamo deciso di organizzarci - spiegano al presidio - perché siamo stanchi che ai tavoli siedano solo i vertici delle cooperative ed istituzioni, che giocano al ribasso da tanti anni. Partiamo dalla volontà di voler essere un terzo interlocutore che non tratta su quello che ci è dovuto". Si tratta del secondo appuntamento in piazza promosso da educatori ed Oss, che aggiungono: "Andremo anche sotto la Regione, la lotta è lunga e non ci fermiamo qua".
M5S e AVS pronti a portare il caso in Regione
A raccogliere le criticità i consiglieri regionali del M5S Sarah Disabato ed Alberto Unia, che hanno annunciato di voler presentare un atto di indirizzo in Consiglio Regionale per i diritti della persone disabili e dei lavoratori.
La capogruppo regionale di AVS Alice Ravinale ha già richiesto di audire i lavoratori auto organizzati in Quarta Commissione, insieme all'Osservatorio Regionale sul welfare e al Comitato per i Diritti delle persone non autosufficienti, rispetto al tema delle risorse mancanti.