Nel Buddhismo, l’oro è lo splendore della luce del Buddha, nel teatro tradizione giapponese Nō è la luce della dimensione sacrale che distingue le divinità dagli esseri umani. Nella cultura del paese del Sol Levante, l’oro, ancor più che un materiale prezioso o un colore, è considerato pura luce. Col passaggio all’arte
moderna, la sensibilità nei confronti dell’oro vira dalla luce sacra a quella mondana e gli artisti iniziano a considerarlo sia come luce che come il più brillante tra tutti i colori, senza tralasciarne l’effetto lussuoso e decorativo.
Parte da questi presupposti, la mostra "KIN 金 - Sfumature d’oro nelle arti giapponesi", in programma nelle sale del Castello Della Rovere di Vinovo, dal 29
marzo all'8 giugno 2025, a cura di Roberta Vergagni e organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Vinovo.
"Le opere selezionate per questa mostra sono innanzitutto belle da guardare - sottolinea la curatrice e yamatologa Roberta Vergagni - Ognuna, poi, apre una
finestra sull’evoluzione delle tecniche in cui l’oro viene impiegato nelle arti giapponesi. Questa esposizione rappresenta inoltre una novità nel panorama delle mostre sul Giappone, con una sezione dedicata alle stampe moderne e contemporanee".
Ogni anno, dal 1995, i giapponesi scelgono il kanji - l’ideogramma - più rappresentativo dell’anno trascorso, che viene annunciato a dicembre in una solenne
cerimonia presso il Kiyomizudera di Kyoto: ebbene, la votazione nazionale ha decretato vincitore per l’anno scorso proprio il carattere 金 Kin, a rappresentare gli
splendidi successi degli atleti giapponesi ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni principali. La prima offre una panoramica su manufatti realizzati utilizzando diversi supporti, in cui il protagonista
è l’oro in dialogo con alcune importanti tecniche di produzione artigianale giapponese.
L’arco cronologico coperto, oltre a una katana firmata in oro risalente al XV secolo, va dalla metà del periodo Edo (1603-1868) fino ad oggi. Oggetti laccati e
dorati nurimono, ceramiche, tessuti haori e kimono, eleganti cinture obi, uno spettacolare paravento byōbu a sei ante.
La seconda sezione è dedicata a una selezione di stampe di incisori moderni e contemporanei, che hanno impreziosito le loro opere con l’utilizzo dell’oro o che all’oro si sono ispirati, e che costituiscono la fase moderna e contemporanea delle xilografie ukiyo-e. È esposta anche un’opera di Takashi Murakami, fondatore del movimento Superflat giapponese, considerato il più famoso artista contemporaneo nipponico. Nell’opera in mostra, la litografia "The Golden Age: Hokkyo Takashi" del 2016, elementi iconici come teschi e fiori sorridenti, combinati con lo sfondo dorato, fondono la tradizionale pittura artistica di Edo con la moderna Pop art.
La terza sezione è dedicata alle opere della maestra calligrafa Kazuko Hiraoka e della maestra di kintsugi Aiko Zushi. I dipinti calligrafici di Hiraoka
combinano la magia della foglia d’oro con l’espressività dell’arte giapponese dello shodō. Le ceramiche riparate con la tecnica del kintsugi dalla maestra Zushi,
vivono una nuova vita all’insegna del bello.
"Kinpaku, kirigane, kinran, kintsugi, maki-e: le tecniche in cui l’oro è protagonista sono molteplici, ognuna con il proprio speciale effetto. Dalla foglia d’oro all’oro in
polvere, la percezione si fa ora più fisica, ora più immateriale. L’uso costante dell’oro nel corso dei secoli ha affinato la percezione nei confronti di questo elemento,
conducendo l’arte giapponese a una delle più sofisticate sensibilità al mondo in fatto di design nell’arte dell’oro", sottolinea Roberta Vergagni.
"Sul Giappone si è detto e visto molto: il fascino esercitato in Europa da questo paese e dalla sua cultura sono innegabili. Abbiamo però scelto di dare un taglio differente, puntando su un progetto che offre una lettura inedita dell’arte e della cultura materiale giapponese. Il filo conduttore della mostra è quello dell’oro, in una sorta di continuità ideale con la prima mostra realizzata al Castello alcuni anni fa, Oro bianco, dedicata alle porcellane di Gioanetti” commenta l’Assessora alla Cultura Chiara Vittone “Kin inaugura un nuovo ciclo di esposizioni che verranno proposte nei prossimi anni e che mirano a uscire dai nostri confini per affacciarci verso il mondo, con l’obiettivo di coinvolgere anche tipologie di pubblico differenti da quelle già affezionate. Anche per questo, durante il periodo di mostra, verranno organizzati workshop e laboratori per adulti e famiglie che ampliano e diversificano l’esperienza espositiva”.