Al civico 27 di via Giuseppe Galliano, nel cuore del quartiere Crocetta, si erge un imponente edificio bianco interamente in travertino e dall'architettura elaborata: villa Chiuminatto.
La storia
Frutto dell'estro creativo dell'architetto Gottardo Gussoni, pupillo di Pietro Fenoglio, il padre del Liberty torinese, essa venne costruita nel 1923 su commissione di Giacomo Chiuminatto, importante imprenditore edile di origine canavese. Egli, nonostante non fosse il figlio maggiore, ereditò la ditta edile del padre e si impegnò per farla fiorire. Era, infatti, ambizioso e non si accontentò di Villa Aurora, che aveva fatto costruire a Cintano - nel canavese, appunto - ma volle che il suo centro operativo fosse a Torino. Coerentemente con il suo stile architettonico, ossia l'Eclettismo tipico torinese, caratterizzato dalla fusione tra Art Nouveau e Barocco, anche le finalità attuali di villa Chiuminatto sono estremamente diversificate.
Dal punto di vista estetico sono presenti riccioli, spume ed altri elementi di ibridazione tra le due correnti stilistiche e la facciata esterna ha alcune rotondità che, solitamente, il Liberty schiva. Il portone d'ingresso è sovrastato dalla statua che ritrae proprio Giacomo Chiuminatto che reca in mano un martello, ad omaggiare la sua professione edilizia.
Ulteriori riferimenti a tale ambito si ritrovano negli ovali monocromo che decorano i soffitti della sala principale ed anche nei putti, raffigurati nell'intento di compiere gesti quali disegnare progetti della villa stessa e giocare con il compasso.
Le sue destinazioni d'uso
L'Eclettismo in senso, per così dire, metaforico, si ritrova anche nelle attuali destinazioni d'uso della villa. Essa, infatti, ospita due realtà diverse ma compenetranti: l'azienda Newcleo e la Fondazione Buonolopera. Stefano Buono, fisico nucleare e Maribel Lopera Sierra, imprenditrice e medico nucleare, rientrati in Italia nel 2018, cercavano un luogo che potesse ospitare entrambe le realtà, e così scelsero villa Chiuminatto, che venne totalmente ristrutturata da Cristina Alemani e Maria Federica Andreta dello studio Archi2 con un restauro di tipo conservativo.
Newcleo, fondata da Stefano Buono nel 2021, si occupa di energia nucleare "buona", pulita, che si alimenta delle proprie scorie, in risposta alla necessità sempre maggiore di avere fonti energetiche sostenibili e capaci di soddisfare il significativo aumento della domanda di energia. newcleo ha anche un'altra sede in corso Stati Uniti, che ospita gli ingegneri impegnati nella ricerca e nello sviluppo delle soluzioni tecnologiche di newcleo. Vi sono anche uffici in Inghilterra, Slovacchia, a Bruxelles e in Svizzera in cui, invece, il nucleare è presente.
La fondazione BuonoLopera, istituita da Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra, è invece una realtà no-profit che si propone di accogliere e sostenere iniziative in ambito sociale, sanitario, culturale ed ambientale che, viceversa, non avrebbero visibilità, grazie all'erogazione di borse di studio e attività di raccolta fondi. Tra le realtà ospitate negli anni, Casa Benefica, Casa Oz e i buffoni di corte. Tutte le iniziative consentono il contatto diretto tra donatori ed Enti beneficiari, e si prefiggono lo scopo di far comprendere che il bello è per tutti.
I diversi proprietari
Ma villa Chiuminatto custodisce anche una storia centenaria fatta da chi l'ha abitata, e la linea del tempo che costituisce anche l'indice del volume scritto da Eleonora Innocenti Sedili lo descrive compiutamente.
Il primo proprietario fu, come detto, Giacomo Chiuminatto. Nato nel 1884, fu promosso commendatore durante la prima guerra mondiale e strinse amicizia con un parlamentare fascista, Maurizio Maraviglia. Accostatosi inizialmente alle ideologie fasciste, se ne discostò platealmente, stracciando pubblicamente la tessera del partito, a seguito dell'omicidio Matteotti. Tale gesto gli costò il confino e la confisca di tutti i suoi beni. Durante una retata, nel '44, Chiuminatto venne sparato alla schiena e rimase in sedia a rotelle. Dopo la fine della guerra e quindi del suo confino, si trasferì a Roma ma morì dopo pochi anni, destino riservato anche ad una delle sue figlie proprio mentre si recava alle esequie paterne.
Successivamente si persero le tracce notarili della villa fino a quando, nel 1937, Gino Burgagni la acquistò da una società chiamata Bonifiche Calabresi, che aveva a capo Maraviglia. Il giovane Burgagni morì dopo due anni dall'acquisto e l'immobile venne ereditato dai nipoti, che la vendettero alla famiglia Ceratto. Martino Ceratto, molto simile a Chiuminatto per ambizioni e professione, morì dopo aver contratto la malaria in Africa. Il figlio maggiore di Ceratto, Armando, ereditò la villa e prese le redini della Sanatrix, clinica di lusso fondata dal padre. Si innamorò della celebre attrice Caterina Boratto che, dopo una serie di eventi nefasti - morte del fidanzato e del fratello minore ed interruzione improvvisa della carriera a causa del rientro forzato da Hollywood all'inizio della guerra - si risollevò professionalmente grazie all'incontro con Federico Fellini.
I proprietari successivi della villa furono i Libois, poi la villa venne venduta alla famiglia Ferrari, coloro che la occuparono per più tempo, dal '52 all'80. Il padre della famiglia divenne parlamentare per il partito monarchico, e la villa accolse spesso comizi e riunioni di partito ospitando Achille Lauro, capostipite di quella stessa fazione.
Da Gustavo Roll ai giorni nostri
Un altro ospite della villa in quegli anni fu il sensitivo Gustavo Roll, che insieme a ricorrenze databili 31 ottobre - il "compleanno" di villa Chiuminatto - dettero vita all'aura misteriosa che aleggia sulla villa.
Negli anni '80 una nuova famiglia di proprietari della villa organizzava spesso sedute spiritiche, e riceveva le visite di uno spirito che sosteneva essere stato assassinato nel 1938 e sepolto dove, ora, c'è una rampa che porta al piano -1. Tutto questo contribuì ad infittire il legame con il paranormale, perfettamente in linea con l'appartenenza di Torino ai triangoli di magia bianca e nera. Quando iniziarono i lavori per ricavare lo scivolo, effettivamente una salma venne rinvenuta, ma si scoprì poi essere appartenuta ad un cavallo sempre nel 1938.
Set cinematografico
Una ulteriore anima della villa è quella cinematografica, essendo essa stata set di numerosi film, miniserie e serie TV, tra cui L'eroe della strada, Violetta, 7 km da Gerusalemme ed un film per omaggiare Gigi Meroni, grande calciatore del Torino anni Sessanta. La villa è visitabile durante alcune aperture speciali in corso d'anno, è possibile prenotare il proprio ingresso per una visita guidata, classica o speciale a tema, tramite il sito della fondazione BuonoLopera. La prenotazione sul sito è obbligatoria.
Insomma, villa Chiuminatto è un cuore pulsante di iniziative e di storia e merita di essere conosciuta e vissuta per la bellezza che offre, per gli occhi e per il cuore.