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Attualità | 23 marzo 2025, 11:22

Ribaltone Juve: via Motta, niente Mancini. Squadra affidata a Tudor

Per il croato contratto fino al termine del campionato senza opzione di rinnovo (come pretendeva l'ex ct della nazionale). Obiettivo il quarto posto e la qualificazione in Champions

Ribaltone Juve: via Thiago Motta, squadra affidata a Igor Tudor

Ribaltone Juve: via Thiago Motta, squadra affidata a Igor Tudor

La nuova Juve targata Ferrero e Scanavino, con Giuntoli direttore dell'area tecnica (e John Elkann patron) non ha davvero nulla in comune con quelle di un passato glorioso neppure tanto lontano, quando c'era un Agnelli sulla tolda di comando.

Neppure Maifredi era stato cacciato in corsa

Una regola non scritta ma sempre applicata era che se si sceglie un allenatore con lui si arriva fino al termine della stagione, qualunque cosa accada. Fu così anche nel 1991, quando l'ex venditore di champagne Gigi Maifredi (che aveva preso il posto di un Dino Zoff che aveva vinto Coppa Italia e Coppa Uefa) rimase fino alla fine, malgrado un campionato disastroso, chiuso alle spalle del Toro neopromosso, fuori dalla zona Europa.

Da Motta a Tudor

Invece ad appena una settimana dalla conferma ufficiale di Thiago Motta (sic dixit Giuntoli dopo la batosta di Firenze), la Juve vira e cambia in corsa. E dopo aver pensato di far sedere sulla panchina bianconera Roberto Mancini, ha deciso di affidare la guida della squadra a Igor Tudor. Il croato, difensore dai piedi buoni che aveva vestito la maglia bianconera tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo millennio, era stato collaboratore di Andrea Pirlo, nell'anno in cui il 'Maestro' era stato il tecnico della Juve (stagione 2020-2021).

Poi aveva deciso di correre da solo e nel finale dello scorso campionato aveva accettato di prendere il posto di Sarri alla Lazio, guidando i biancocelesti alla conquista della qualificazione in Europa League. Per lui contratto fino al termine della stagione, senza alcun opzione di rinnovo. L'obiettivo è la conquista della zona Champions, quel quarto posto vitale per le casse bianconere, visto che vale un centinaio di milioni. Soldi indispensabili, tanto più che il nuovo corso societario appare più attento all'aspetto economico che non alla ricerca delle vittorie, altro che il mantra 'vincere è l'unica cosa che conta', tanto caro al presidentissimo Boniperti

Gasperini e Conte per il futuro

La Juve, che aveva fatto sottoscrivere a Motta un ricco triennale, con Tudor non vuole legarsi a lunga scadenza, pur avendo all'orizzonte l'impegno nel Mondiale per Club che farà iniziare la nuova stagione praticamente subito dopo quella in corso. Possibile che per giugno tornino in auge i nomi di altri due ex juventini, Gasperini e Conte, a meno che Tudor non faccia così bene da meritarsi una conferma. Di sicuro, il motivo per cui è salta l'ipotesi Mancini è proprio legata al fatto che ex ct della nazionale non avrebbe accettato di fare solo da traghettatore per un paio di mesi, ma pretendeva certezze (almeno) per la prossima stagione.

Possibile che anche la rivolta dei social bianconeri abbia avuto il suo peso. Mancini è stato anche l'allenatore di un'Inter in perenne polemica (dialettica e non solo) con la Juve, oltre ad essere stato un calciatore poco tenero in comportamenti e dichiarazioni sulla Vecchia Signora sia ai tempi della Samp che poi alla Lazio (malgrado il tifo bianconero da bambini, così si dice). E in molti, nelle ultime ore, non hanno mancato di ricordarlo.

Tutti gli errori di Motta

Da Santhiago Motta, arrivato da Bologna come profeta del nuovo calcio, a colpevole di tutti gli errori di una stagione in cui, uno alla volta, la Juve ha fallito tutti i traguardi. Guai adesso a mancare la qualificazione in Champions, ma non toccherà più a lui. Il mister X che quando ha smesso di pareggiare ha iniziato a perdere (spesso e volentieri), con le ultime due batoste contro Atalanta e Fiorentina che ne hanno sancito la fine di un'avventura mai davvero iniziata, visti i problematici rapporti con i leader dello spogliatoio.

Tudor sarà a Torino nelle prossime ore, da domani la Juve volta pagina. Sperando che non sia stato troppo tardi: mancano nove partite per arrivare in Champions, obiettivo vitale per il futuro bianconero. E pazienza se si deroga alla regola di non cambiare l'allenatore in corsa.

Massimo De Marzi

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