Tra l’alternanza di forti piogge e periodi di grande siccità è sempre più urgente la realizzazione di un piano invasi, con un cambio di passo nelle politiche delle risorse idriche. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi, 22 marzo.
Oggi l’acqua piovana va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare. In questo modo perdiamo per sempre dell’acqua dolce, che invece potrebbe rivelarsi utile in momenti di siccità.
“Le precipitazioni registrate nel corso di marzo sono vitali per la nostra agricoltura, per rendere i terreni pronti alle semine e per guardare con maggiore serenità ai lavori dei prossimi mesi, ma ovviamente ciò non basta a risolvere la crisi idrica con cui ci confrontiamo ormai con regolarità: non dimentichiamo la quasi assenza di pioggia o neve negli scorsi mesi di novembre, dicembre e febbraio. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consentirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni”.