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Cronaca | 22 marzo 2025, 16:10

In corso Brunelleschi arriva la statua del Marco Cavallo: "No alla riapertura del Cpr"

Il simbolo della lotta contro i manicomi in prima fila al presidio. Ravinale e Diena: "I Centri sono dei lager"

In corso Brunelleschi arriva la statua del Marco Cavallo: "No alla riapertura del Cpr"

In corso Brunelleschi arriva la statua del Marco Cavallo: "No alla riapertura del Cpr"

Dopo il flash mob andato in scena nella serata di ieri in piazza Carignano, nuova protesta a Torino contro l'annunciata riapertura del Cpr. Una copia in vetroresina del 'Marco Cavallo', la statua che negli anni Settanta diventò il simbolo della lotta per l'abolizione degli ospedali psichiatrici, è apparsa nella mattina di oggi, sabato 22 marzo, davanti al complesso di corso Brunelleschi in cui il 24 marzo è prevista la riapertura del Centro di permanenza per i rimpatri.

Alcune decine di manifestanti presenti

L'iniziativa è stata promossa - come riporta l'agenzia di stampa Ansa - da Rete mai più lager, Forum di Salute mentale, Legal Team e Simm (società italiana di medicina delle migrazioni, ndr) ed è intesa come la prima tappa di un tour che toccherà le diverse città italiane dove hanno sede i Centri di permanenza per i rimpatri. Accanto all'installazione di colore azzurro si è formato un presidio con alcune decine di manifestanti.

Nel corso dell'iniziativa è stata rievocata la storia di Moussa Balde, il 23enne originario della Guinea che nel 2021 si tolse la vita nel Cpr di Torino dove era stato portato - perché privo di documenti - dopo essere rimasto vittima di un'aggressione a Ventimiglia.

Ravinale e Diena (AVS): "No alla riapertura"

"Con la riapertura del CPR, voluta dal Governo nonostante l'opposizione del Comune e della cittadinanza, a Torino ci saranno di nuovo persone private della libertà e di cui verrà calpestata la dignità solo perché straniere", dichiarano Alice Ravinale, capogruppo di AVS in Consiglio Regionale e Sara Diena, capogruppo di Sinistra Ecologista in Comune, presenti questa mattina al presidio.

"I CPR violano sistematicamente i diritti delle persone, e lo fanno senza nemmeno raggiungere l'obiettivo dei rimpatri (la cui percentuale non supera il 30%): vanno chiusi, è una vergogna che l'Italia continui a infliggere questo trattamento a persone che non hanno commesso alcun reato,  sperperando in più enormi risorse pubbliche", aggiunge Diena.

"Nei CPR le persone sono umiliate e portate alla disperazione più atroce, e per sedare i trattenuti c'è un abuso costante di psicofarmaci. È emerso in questi giorni che il nuovo gestore del CPR di Torino avrebbe dichiarato partecipando alla gara di aver sottoscritto un protocollo con l'ASL sulla tutela della salute mentale, di cui però non c'è traccia: ne chiederò conto all'assessore competente martedì con un'interrogazione urgente in Consiglio Regionale", ha concluso Ravinale.

redazione

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