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Attualità | 21 marzo 2025, 16:42

Giancarlo Marenco, presidente dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte sullo psicologo di base: "Finalmente una risposta dal pubblico" [INTERVISTA]

A due anni dall'avvio della sperimentazione i risultati sono positivi: "Otto colloqui funzionano, c'è remissione di disturbi depressivi e ansiosi"

Giancarlo Marenco, presidente dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte sullo psicologo di base: "Finalmente una risposta dal pubblico" [INTERVISTA]


Il Piemonte è stata la prima Regione italiana a istituire la figura dello psicologo delle cure primarie. La sperimentazione - che ha coinvolto 7000 persone e 65 psicologi - è avvenuta dal marzo 2023 al dicembre 2024 e ora l'Ordine degli Psicologi è in attesa della legge che dovrebbe normare questa figura a livello nazionale. Giancarlo Marenco, presidente dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte, ha raccontato al "Podcast a domicilio" gli ottimi risultati di questi due anni di sperimentazione e spiegato più nel dettaglio di cosa si tratta.




"Da 20 anni - ha commentato Marenco - i disturbi mentali comuni esigevano una risposta dal servizio pubblico. Finalmente anche in Italia stanno iniziando le sperimentazioni, non solo in Piemonte anche se siamo stati i primi. Spero che quest'anno uscirà una legge nazionale che istituirà la figura dello psicologo di assistenza primaria, è una risposta importante del pubblico a questa necessità emergente della popolazione. L'accordo col presidente Cirio era di fare tre anni in attesa della legge nazionale. C'erano sette testi tra i partiti di maggioranza e opposizione e hanno definito un testo solo. C'è accordo politico, la sofferenza psichica per fortuna non è partitica ma tutti sono d'accordo. Manca il finanziamento e speriamo che il testo sia approvato dal Parlamento, ma se la legge non ci sarà il Governatore Cirio sicuramente ci darà un altro finanziamento".

L'istituzione dello psicologo primario ha come obiettivo avvicinare questa figura ai cittadini. Si tratta infatti di una prima serie di visite per problematiche non gravi, come sintomi depressivi e di ansia. Fondamentale è il rapporto col medico di base, colui che deve attivare la richiesta dello psicologo delle cure primarie. "Questa sperimentazione - ha spiegato Marenco - ha permesso di attivare e rinforzare una collaborazione tra il medico di famiglia e gli psicologi, sta funzionando molto bene perché gli invii dei medici sono appropriate. Questo è il primo tassello che dovevamo portare a casa. C'è una ricerca dell'Istituto Piepoli che dice che i due terzi dei cittadini che non trova risposta nel servizio pubblico rinuncia per quanto riguarda le problematiche psicologiche. La ricerca che abbiamo presentato è su circa 1500 pazienti e testimonia che questo breve percorso di otto colloqui funziona, perché la remissione di disturbi sia depressivi che di tipo ansioso è significativa".

"A volte andiamo in difficoltà per l'adattamento ai cambiamenti che la vita ci impone - ha proseguito - e se non aiutati precocemente possiamo sviluppare dei sintomi. Questo intervento vuole essere precoce e tempestivo, anche quando il sintomo non è ancora conclamato. Si è sempre un po' sottovalutato queste problematiche perché non sono così clamorose come i disturbi più gravi, ma incidono tanto sulla vita quotidiana e sulle relazioni".

Un tempo in molti non si rivolgevano agli psicologi per paura di essere stigmatizzati, ma secondo Giancarlo Marenco - per fortuna - oggi non è più così e ne è un emblema il rapporto che i giovani hanno con la psicologia: "Dalla post-pandemia questa percezione sociale è cambiata, ce lo insegnano i giovani, che un tempo venivano accompagnati o spinti nei nostri studi mentre oggi chiedono sostegno psicologico. L'approccio alla psicologia non è più nascosto o evitato ma c'è un aumento della richiesta di almeno 30-40% sia da parte di adulti che di minori".

E sono proprio i giovani ad avere più strumenti di un tempo per superare i problemi di oggi. Maggiore è però anche l'incertezza, che può causare effetti negativi. "Sui giovani - ha concluso Marenco - l'incertezza che tutti abbiamo vissuto da adolescenti è forse più forte in questo periodo, per la crisi climatica, per l'incertezza lavorativa, per le guerre. L'incertezza è una tassa psicologica e crea problematiche psicologiche, l'abbiamo visto soprattutto nel periodo post pandemico ma anche ora con i ricoveri in psichiatria infantile e nelle pediatrie per agiti aggressivi, agiti verso il proprio corpo, per condotte di ritiro sociale. C'è una fragilità diffusa da un lato, ma anche una capacità relazionale molto forte nei nostri giovani. Vedo due facce: maggiore competenza sociale e relazionale ma anche problematiche legate alla fragilità e all'incertezza più intense, però tutto ciò è meno nascosto di un tempo".

Francesco Capuano

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