Politica | 21 marzo 2025, 18:00

Ucraina, Fissolo (Moderati): "Serve una politica di difesa europea per la pace"

Il capogruppo in Consiglio comunale sulla crisi dell'automotive: "Ragioniamo se usare i siti industriali torinesi dismessi per sostenere le realtà del territorio che già oggi operano nel settore della difesa"

A sx Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale

A sx Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale

Il Parlamento europeo ha dato il via libera a un significativo cambio di passo nella politica di difesa dell’Unione. Con 419 voti a favore204 contrari e 46 astenuti, l’Europa ha detto sì al piano di Ursula Von der Leyen per il riarmo e sostiene il Libro bianco sulla Difesa. Temi internazionali, che sono però legati anche con Torino.

Capogruppo Simone Fissolo, voi come Moderati in questi anni vi siete sempre schierati con l'Ucraina?

"Chi sostiene l'Ucraina, sostiene anche l’autonomia della difesa europea. Come Consiglio comunale di Torino abbiamo approvato in questi tre anni due mozioni e tre ordini del giorno a sostegno del popolo ucraino. Il sindaco Stefano Lo Russo ha siglato come Città un accordo con Leopoli nel 2024 e l'11 marzo a Palazzo Civico c'è stato un confronto con il sindaco di Kharkiv Ihor Terekho, durante il quale come Comune abbiamo dato la nostra disponibilità per la ricostruzione post bellica. Direi che non solo i Moderati, ma tutta la Città è per l’Ucraina.

Lo scorso 7 marzo 26 Stati dell'Unione Europea, con l'eccezione dell'Ungheria, hanno confermato i cinque "principi" per arrivare alla pace giusta in Ucraina. Il capoluogo può giocare un ruolo nel post-bellico?

"A Torino c'è l'European Training Foundation, agenzia dell'Unione che si occupa di formazione anche dell'apparato amministrativo ucraino. Un passaggio propedeutico alle riforme necessarie per l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Fornire all’ETF una sede e dei servizi adeguati è un ottimo modo per sostenere anche le riforme in Ucraina e la sua adesione all’Unione Europea”.

Come Moderati siete favorevoli al riarmo?

"Siamo a favore di una difesa europea. È molto facile prendere la bandiera della pace ed esibirla alla Camera dei Deputati sapendo che gli italiani sono a favore della pace e il gesto può portare consenso. È molto più difficile fare un'operazione verità ed essere realisti. Noi oggi assistiamo ad una presa di posizione molto forte da parte dell'America del Presidente Trump che dice: come Europa dovete cavarvela da soli. Di fronte a ciò per costruire veramente una difesa europea serve anche produrre strumentazioni comuni, passare da 27 carri armati nazionali a un carro armato europeo e per farlo servono investimenti".

Che strade abbiamo davanti?

"O diventiamo autonomi, che non significa avversari di qualcuno, ma capaci di influenzare l’ordine mondiale oppure chiediamo a qualcun altro di aiutarci. Sinora gli Stati Uniti hanno investito soldi per garantire sicurezza in Europa. Come Moderati condividiamo la posizione della Von der Leyen sull’aumento degli investimenti nel settore della difesa. Bisogna garantire la protezione agli Stati che si candidano per entrare nell’Unione, altrimenti le politiche dell’allargamento sono fallite in partenza. È necessario mobilitare gli investimenti privati perché serve un’industria più solida e pronta a questa sfida".

Andiamo nel dettaglio e chiariamo anche che impatto possono avere queste posizioni su Torino e l'industria.

"Otto anni fa ero a Roma alla manifestazione per l’Europa dietro uno striscione per la creazione di un vero esercito europeo. Non ho cambiato idea. Sono anni che mi batto per una difesa europea: realizzata in un contesto diverso avrebbe consentito anche un notevole risparmio economico, perché avrebbe consentito di avere un’unica divisa e non una per Stato, generando economie di scala interessanti. Oggi è chiaro che si necessità di un investimento pubblico. Come per le energia nucleare: se smantelli tutto, ricominciare è caro".  

La Presidente Giorgia Meloni è stata a visitare lo Space Park di Argotec a San Mauro. L'attuale Ministro della Difesa Guido Crosetto è piemontese. Il Piemonte potrebbe giocare una partita da protagonista sul piano della Difesa italiana?

"Penso di sì. Sul nostro territorio sono presenti diverse aziende che già lavorano in questo ambito, così come nell'aerospazio. Puntare su di loro, invece di andare ad occupare le fabbriche, sarebbe un grande riconoscimento di competenze".

Torino e prima cintura stanno vivendo un momento difficile legato alla crisi dell'automotive, a partire dalla stessa Mirafiori.

"Secondo i dati, il 12% dell'indotto manifatturiero torinese del comparto auto sta guardando altrove ed il 6% delle imprese fattivamente si sta già occupando di altro. Dobbiamo quindi ragionare se il Piemonte e Torino hanno siti industriali dismessi o in fase di dismissione che possono essere usati o riconvertiti per sostenere le realtà del territorio che già oggi operano settore della difesa".

Il 15 marzo a Torino, come in altre città italiane, si svolgerà la manifestazione "Una piazza per l'Europa". Lei Fissolo sarà presente?

Sì, sarò in piazza Carignano per un'Europa unita contro i nazionalismi.

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