Dopo che un incontro organizzato dal professore di diritto Ugo Mattei è stato cancellato dall'Università di Torino, il giurista è intervenuto al "Podcast a domicilio" di DixTV parlando di Russia, del riarmo europeo, di censura e di storia. "Una delle cose più tristi che mi siano capitate in 40 anni di carriera accademica" - ha decretato Mattei.
Il motivo della marcia indietro da parte dell'Università, dopo che il dipartimento di scienze giuridiche aveva dato il permesso all'incontro, è stato la proiezione del documentario 'Maidan, la strada verso la guerra', prodotto dalla tv filo-governativa 'Russia Today' e tradotto dal giornalista vicino a Mosca Vincenzo Lorusso. Dopo le proteste di alcuni membri dei Radicali, il dietrofront. "Avevo immaginato di riflettere sul documentario - ha spiegato Mattei - proprio al fine di capire se si trattava, come detto dal mainstream, di propaganda o se si trattasse di una ricostruzione storica attendibile. Avevo invitato due colleghi estremamente autorevoli, i professori Paolo Cappellini, ordinario dell'Università di Firenze, e Pasquale Dessena, internazionalista presso l'ateneo di Palermo, presidente fino a qualche settimana fa dell'Associazione italiana di diritto internazionale. Commentatori di alto profilo per studiare un tema che è l'utilizzo della narrazione storica per spiegare gli eventi contemporanei".
Il motivo dato dall'Università per la cancellazione dell'evento è una normativa europea contro la propaganda, che vieta la diffusione di prodotti audiovisivi prodotti dal regime. "Dopo giorni di proteste - ha proseguito Mattei - mi è arrivata una mail del Rettore che racconta di aver applicato un regolamento europeo che censura la diffusione di prodotti della televisione russa in Europa. Lui dice che questo documentario ricade nella censura, peccato che quella censura non riguarda le università: quel regolamento riguarda la radio e telediffusione dei prodotti della televisione russa".
Mattei ha rivendicato il diritto alla ricerca propria dei ricercatori delle università: "La cosa è grave per diversi motivi: il professore universitario ha la titolarità di cattedra che comprende il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di insegnamento e la libertà di ricerca scientifica. Secondo, perché questo seminario era stato autorizzato dal Dipartimento di scienze giuridiche nell'ambito di una ricerca scientifica sulla quale il Rettore non ha alcun tipo di giurisdizione. In terzo luogo si tratta di una scelta stupida: se fossimo stati nemici della Russia e avessimo voluto conoscere la propaganda russa al fine di contrastarla avremmo dovuto farlo in università. La guerra contro i nazisti è stata vinta con le ricerche delle università inglesi che hanno potuto decodificare i codici utilizzati dai nazisti".
Mattei è anche presidente del comitato 'Generazioni future', che nel 2023 aveva lanciato una raccolta firme per indire un referendum contro l'invio delle armi in Ucraina. Da poco l'Europa ha approvato il piano ReArm EU da 800 miliardi di euro per la spesa militare dei propri paesi. "Credo sia senza senso - ha commentato Mattei -, un fatto di pura stupidità, utilizzare i denari che andrebbero usati per farsi carico dei bisogni fondamentali della popolazione del nostro paese per andare a riempire le tasche del complesso militare industriale e della costruzione di armi e della costruzione di morte. Penso sia sbagliato moralmente, eticamente ma soprattutto sia stupido. L'Europa e la Russia già oggi hanno sufficiente potere nucleare per distruggere il mondo, può farlo la Francia o la Russia, trovo che questa visione muscolare dell'Europa che deve armarsi fino ai denti per conquistare un ruolo nel mondo che sta cambiando sia una visione corrotta sul piano etico e economico. L'Italia ha bisogno di sanità, beni comuni, tutele per i lavoratori, anziani, università, scuole, stato sociale: di tutto fuorché spendere miliardi per andare ad ammazzare ragazzi innocenti in Russia, Israele, Palestina, Ucraina".
"Nella gestione del Medio Oriente - ha concluso Mattei - Putin ha dimostrato di essere uno statista di buon senso, la Russia putiniana nello scacchiere mondiale è stato un atteggiamento di grande buon senso e di pace, oggi ho molta più paura della Von Der Leyen di quanto abbia paura di Vladimir Putin. L'appello chiede pace, beni comuni e stato sociale e non armi".
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