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Attualità | 20 marzo 2025, 12:15

Pinerolese non-vedente pedala per solidarietà da Torre Pellice al Marocco

Diego Cossotto e l’associazione Cip lanciano ‘Marrakech Express’, un viaggio in bicicletta di 50 tappe per aiutare la terra ferita dal terremoto, dove con l’aiuto del Pinerolese sta rinascendo un rifugio montano

Diego Cossotto, secondo da sinistra, dopo l’allenamento al Motovelodromo

Diego Cossotto, secondo da sinistra, dopo l’allenamento al Motovelodromo

Da Torre Pellice fino alle montagne dell’Atlante, in Marocco. Sabato 22 marzo prenderà il via un viaggio che unisce sport, solidarietà e inclusione per raggiungere le terre devastate dal terremoto dell’8 settembre 2023, dove si sta ricostruendo un rifugio, dopo aver realizzato un eco camping. Organizzato dall’associazione ‘Cip - Cinema Inclusione Partecipazione’, promotore e protagonista di questa avventura c’è Diego Cossotto, socio non vedente, che percorrerà l’intero tragitto in tandem.

L’idea

Pinerolese, classe 1966, pensionato ed ex centralinista del Comune di Pinerolo, Cossotto ha alle spalle una lunga esperienza di ciclo-viaggi come racconta: “Il primo l'ho fatto negli anni ’90, quando ho portato delle biciclette in Ucraina e le ho donate. Siamo poi tornati indietro in bici con alcuni amici. Da quel viaggio è nato anche un film, ‘Occidente’ di Fabrizio Scappini. Ho continuato a viaggiare nei Balcani e la bicicletta è sempre stata una passione”.

Passano gli anni, e ai piedi del Toubkal, la montagna più alta del Marocco, Cossotto - insieme al presidente di Cip Marco Ramotti - immagina quello che sarà il ‘Marrakech Express’: una pedalata della durata di 50 giorni, lunga 3.106 km e con un dislivello positivo totale di 18.744 metri. “L’organizzazione del viaggio ci ha permesso di conoscere storie incredibili che meritano di essere raccontate – racconta Cossotto –. Non avrei mai immaginato che un progetto così potesse nascere in modo così spontaneo.”

Le tappe

Si parte sabato verso le 9 da piazza Gianavello a Torre Pellice. Mentre verso le 10,30 un presidio di pace con la bandiera arcobaleno lo attende in piazza Facta a Pinerolo. Le prime tappe saranno tutte italiane e porteranno il gruppo da Fossano e Garessio fino a Ventimiglia il 24 marzo: “Abbiamo scoperto molte realtà che non conoscevamo. In Italia, a Mondovì, un gruppo di ragazzi ha trasformato la stazione ferroviaria in un caffè sociale. A Ormea, un piccolo paese, c’è un cinema gestito da giovani volontari” indica. In totale, nel tratto italiano, saranno una cinquantina i ciclisti ad accompagnare il suo tandem.

L’itinerario proseguirà in territorio francese con località come Cannes, Marsiglia, Arles, Montpellier e Béziers prima di raggiungere Cerbère il 6 aprile, al confine con la Spagna: “In Francia incontreremo una banda musicale che si sposta in bici” sottolinea.

Attraversata la Catalogna con tappe a Barcellona e Tarragona, il viaggio continuerà lungo la costa orientale della Spagna, con passaggi a Valencia, Alicante e Murcia. Si attraverserà l’Andalusia, toccando Lorca, Granada e Malaga, fino a raggiungere Tarifa il 29 aprile, dove è previsto un traghetto verso Tangeri, in Marocco, il 1° maggio: “In Spagna visiteremo una scuola nei pressi di Burgos, un campo nomadi vicino a Granada e a Valencia conosceremo una ciclofficina che ripara biciclette per i migranti” elenca Cossotto.

Una volta sbarcati in Africa, i ciclisti percorreranno le strade del Marocco attraversando Larache, Rabat, Casablanca e Marrakech. L’ultima tappa del viaggio li condurrà a Tassa Ouirgane il 10 maggio e in quest’ultima parte una ciclo-viaggiatrice marocchina si unirà al gruppo: “Lei ha viaggiato da sola in tutto il Maghreb e ci guiderà da Tangeri a Tazoultane. Sarà prezioso avere con noi qualcuno che ci racconti il Marocco con gli occhi dei giovani del posto”.

La preparazione

Prepararsi per un viaggio così impegnativo non è stato semplice, specialmente per Diego. Ma come dice il suo motto ‘ogni difficoltà può essere un’opportunità’: “Mi alleno meno di quanto dovrei perché, essendo cieco, ho bisogno di qualcuno che mi accompagni. Durante l’inverno corro un po’, e in garage ho una palestra con una bici sui rulli, ma nelle ultime settimane il lavoro organizzativo ha tolto tempo agli allenamenti. Mi allenerò lungo il percorso”. Ciononostante non sono mancati momenti di prove come quelli al motovelodromo di Torino.

Il viaggio non solo sarà documentato solo dall’associazione sulla pagina Instagram ‘cip_marrakechexpress’, ma anche dai partecipanti. L’obiettivo? Creare un docufilm, come spiega Cossotto: “Abbiamo capito che stava nascendo una comunità e ci siamo interrogati su cosa significhi essere una comunità. Così abbiamo deciso di documentare l’esperienza, raccontando l'incontro tra comunità diverse lungo il percorso”.

Miriam Hamdi

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