Cronaca - 20 marzo 2025, 13:40

Processo Eternit bis a Torino: il 17 aprile attesa la sentenza

Ampio spazio alla difesa nella penultima udienza

Processo Eternit bis a Torino: il 17 aprile attesa la sentenza

Penultima udienza il 19 marzo 2025 al Tribunale di Torino del processo «Eternit Bis», in cui Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile, dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Cristina Domaneschi.

In aula ha preso la parola l’avvocato Astolfo Di Amato, in difesa del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di 392 omicidi, commessi sia in danno di lavoratori dello stabilimento Eternit di Casale Monferrato (Alessandria) che della popolazione delle aree limitrofe.

Di Amato ha sollevato la questione dell’ammissibilità dell’appello del pubblico ministro, in seguito alla recente sentenza dello scorso febbraio della Cassazione in merito al processo Eternit ‘gemello’ celebrato a Napoli.

Ha quindi approfondito la posizione di garanzia dell’imputato Stephan Schmidheiny, affermando che «non può essere ritenuto responsabile di tutto ciò che accadeva nello stabilimento Eternit di Casale Monferrato», anche perché «il Gruppo era enorme» e contava «60 stabilimenti in tutto il mondo».

Ha poi sostenuto che all’epoca era «inesistente il tema delle alternative all’amianto» ed era «difficilissimo» misurare le fibre di amianto e che comunque negli anni Settanta e Ottanta si riteneva che il mesotelioma fosse frutto di un’esposizione massiccia all’amianto e che soltanto nel 1997 in Italia si arrivò a sostenere che un’esposizione anche minima all’amianto può determinare il mesotelioma.

Affermazioni molto discutibili, alla quali hanno assistito in rispettoso silenzio i parenti delle vittime e alcuni studenti e studentesse arrivati da Casale Monferrato. Anche se qualcuno ha amaramente sorriso quando l’avvocato Di Amato ha ricordato che Max Schmidheiny, il padre dell’imputato Stephan, aveva mandato l’altro figlio, Thomas Schmidheiny, a «impratichirsi» in uno stabilimento Eternit in Brasile. Come a dire che l’amianto non era ritenuto pericoloso. Anche se non crediamo che il giovane rampollo dovesse spalare fibre di amianto o frantumarlo all’aperto, come avveniva nello stabilimento piemontese.

«Dopo il tentativo del consulente della difesa Canzio Romano di screditare autorevoli studi scientifici sull’amianto e le audaci tesi dell’avvocato Guido Carlo Alleva, arriva un altro ennesimo triste capitolo del processo Eternit bis di Torino – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – con affermazioni sempre più discutibili da parte della difesa dell’imputato Stephan Schmidheiny, accusato di 392 omicidi».

«In questo difficile momento del lungo e complesso percorso per ottenere giustizia – afferma Quirico – ci stringiamo ancora di più ai familiari delle vittime dell’amianto, che affrontano con grande dignità il dolore della perdita dei loro cari, al quale si aggiunge il dolore per le ardite argomentazioni della difesa, e attendiamo una sentenza giusta, che possa almeno in parte riparare i torti subiti».

Nella prossima udienza, in calendario alle ore 9 di giovedì 17 aprile 2025 nella maxi aula 6 del Palagiustizia di Torino, prenderà nuovamente la parola per la difesa l’avvocato Guido Carlo Alleva. Nel pomeriggio è attesa la sentenza.

comunicato stampa