Delusi, perché già nei giorni scorsi avevano messo in chiaro che si sarebbero attesi novità e non il racconto ormai noto. I sindacati reagiscono all'audizione in Parlamento del presidente di Stellantis, John Elkann, con sentimenti improntati al pessimismo. Dal racconto del numero uno del Gruppo, infatti, non sono emersi elementi diversi da quelli già annunciati.
“Le molte attese per l’audizione di John Elkann, oggi alle Commissioni riunite delle Attività produttive di Camera e Senato, sono andate deluse", dice Giorgio Airaudo , segretario generale Cgil Piemonte. "D'altronde era probabile: non ha detto nulla di nuovo su prodotti, nulla di nuovo sulla capacità di aggredire il mercato con nuove produzioni in Italia, nulla sulla giga factory. Elkann ha rivendicato una storia, ha dovuto ricorrere al bisnonno e al nonno, insomma un intervento da nobile decaduto che rivendica il blasone, più che il presente e il futuro di questo Paese. Non basta, non può bastare ai lavoratori di Torino e ai lavoratori italiani. Non stupisce che il Governo si accontenti di promesse, volumi, numeri e prodotti che John Elkann non può mantenere, peraltro con una società che non ha un amministratore delegato: come dire una squadra senza regista e la squadra degli Agnelli non va benissimo. Quindi tutto scontato, tutto previsto, un eccesso di arroganza, nessuna autocritica. Invece c'è bisogno di un impegno ulteriore per riportare le produzioni di Stellantis in Italia e un altro produttore in Italia”.
Severo anche Edi Lazzi segretario generale di Fiom Cgil Torino: "Ho la netta impressione che Elkann stia utilizzando una strategia gattopardesca: cambiare tutto, affinché nulla cambi, così annuncia che ci sarà a breve un nuovo amministratore delegato, cambia l'atteggiamento del gruppo in uno più conciliativo, ma nei fatti concreti non dice nulla. E infatti oggi non ci sono novità per Mirafiori, Elkann non ha detto niente su nuove produzioni, a parte la conferma della 500 ibrida annunciata già mesi fa e soprattutto non parla di assunzioni che permetterebbero di rilanciare Mirafiori evitandone l'eutanasia che si verificherà fra sette anni in quanto tutti gli operai saranno in pensione".
Il passaggio su Maserati ha colpito i rappresentanti di Fim Cisl: "Le dichiarazioni del Presidente Elkann lasciano intendere la decisione definitiva di spostare la restante produzione Maserati a Modena - dicono il segretario generale Torino e Canavese, Rocco Cutrí e il segretario responsabile auto, Igor Albera -. Questo rappresenta l'atto finale del progetto Polo del Lusso. In quattro anni Torino ha perso tutti i modelli Maserati. Occorre quindi un confronto con l'Azienda per discutere di qualcosa in sostituzione delle produzioni perse. La missione produttiva di Mirafiori va tutelata. Bene la 500 ma serve altro per evitare ulteriore ridimensionamento. Necessario anche riempire di contenuti concreti il futuro Green Campus per sostenere le attività impiegatizie e di ricerca e sviluppo".
Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal di Torino, aggiunge: "Le parole di Elkann rappresentano un segnale positivo e di fiducia per il settore, ma non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto già dichiarato in passato. Accogliamo con favore l’intenzione di consolidare il ruolo dell’Italia nella strategia industriale del gruppo e il ruolo centrale di Mirafiori, riconoscendo il valore del nostro comparto produttivo e la professionalità dei lavoratori metalmeccanici italiani. Tuttavia, ribadiamo la necessità di passare dalle parole ai fatti. Inoltre, non si può trascurare la produzione di Maserati nel sito di Mirafiori. Le brutte notizie non possiamo farle passare inosservate, seppur enunciate nel mezzo delle conferme del ruolo centrale di Torino nel piano Italia. Perdere la produzione di Maserati a Mirafiori sarebbe una perdita di professionalità e una carenza importante".
Secondo Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino, "Oggi il presidente Elkann ha confermato quello che già sapevamo sui progetti per Mirafiori. A Torino serve un nuovo modello di city car che porti alla sostituzione dei residui modelli Maserati e che garantisca il futuro dello stabilimento". "Il 'green deal' di certo non salverà il pianeta dall'inquinamento, ma ha finora inflitto gravi danni all'indutria dell'auto. Ci auguriamo - conclude Paone - che in futuro la politica smetta di fare scelte ideologiche e metta in atto strategie sensate per abbassare il costo dell'energia nel nostro Paese e per ridurre le tasse per i lavoratori".
E Ciro Marino, segretario generale di Uglm Torino sottoliena: "Riteniamo che il discorso di Elkann reitera di fatto una politica di promesse e annunci, non possiamo più credere alle promesse fatte sul futuro dell’auto su Torino, abbiamo visto chiudere la Maserati di Grugliasco con la premessa che visto i numeri e l’organico trasferivano tutto a Mirafiori in modo da poter garantire occupazione e salario perché la Levante con la BEV non saturavano gli impianti. Adesso dopo la promessa della 500 ibrida ci vediamo portare via quello che resta del Polo del lusso a Modena, forse non è ben chiaro che 500 BEV è forse 500 ibrida non riusciranno a garantire la sopravvivenza dello stabilimento, ci aspettavamo in cambio l’annuncio di un altro modello City car vendibile tanto da garantire il futuro dello stabilimento di Mirafiori, invece all’orizzonte, purtroppo, ci saranno ancora altri ammortizzatori sociali".
Economia e lavoro | 19 marzo 2025, 16:32
Elkann in Parlamento, i sindacati all'attacco: "Tutto scontato e previsto, nessuna autocritica". "Mirafiori rischia l'eutanasia". "E ora, senza Maserati?"
Airaudo (Cgil Piemonte): "'Riportare le produzioni di Stellantis in Italia e un altro produttore in Italia". Lazzi (Fiom): "Strategia da Gattopardo: tutto cambia perché non cambi nulla"
Federica Monello
Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.
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