Il 27 maggio 2024 la Giunta Cirio licenziava la DGR 38-8654/2024/XI, approvando un aumento della quota sanitaria sui posti letto delle strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie piemontesi convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale.
Realtà importantissime, che ospitano decine di migliaia di persone, divise nelle seguenti categorie:
- anziani non autosufficienti o con malattie neurodegenerative,
- persone con disabilità,
- persone con problemi di salute mentale,
- minori,
- persone con dipendenze.
"In Piemonte la filiera della residenzialità dà assistenza e cura ad oltre 50.000 piemontesi e lavoro diretto a oltre 35.000 operatori sanitari, socio-sanitari e ausiliari. A questi si aggiungono gli utenti e i lavoratori delle strutture semi residenziali, escluse dalla succitata DGR di maggio 2024. Nelle sole RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) i posti letto accreditati a dicembre 2024 erano 32.976, di cui circa la metà in convenzione con il SSR (Servizio Sanitario Regionale) per ricoveri definitivi, cioè con il 50% della retta finanziato dalla sanità regionale", sottolinea la consigliera regionale del Pd Monica Canalis.
"La DGR 38 del 27.5.2024 ha sancito l’aumento per il 2024 del 3,5% della sola quota sanitaria per i posti accreditati e convenzionati con il SSR delle strutture residenziali.
Un’apparente boccata d’ossigeno per i gestori delle strutture residenziali, messi a dura prova dalla fragilità del sistema sanitario e socio-sanitario piemontese (che affronta la difficoltà a reperire il necessario numero di operatori, la necessità di garantire una giusta remunerazione per questi operatori, anche a fronte del rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, l’urgenza di una revisione dei modelli organizzativi pensati decenni orsono e non adeguati ai bisogni attuali …).
Gli oneri derivanti dalla Dgr hanno comportato un incremento di spesa di 19 milioni di euro per i soli servizi ospitati all’interno dei nuclei RSA, trovando copertura nel trasferimento dal Fondo Sanitario regionale indistinto alle ASL.
Gli aumenti della quota sanitaria sono stati applicati in tutte le 12 ASL piemontesi, ma con le seguenti criticità:
· Diverse Asl, tra cui quella di Asti, nell’applicare l'aumento del 3,5 % sulla quota sanitaria, hanno contemporaneamente bloccato l'attivazione di nuove convenzioni per ricoveri definitivi,
· I servizi semiresidenziali (come i centri diurni) non sono stati inclusi nell’aumento tariffario,
· Nell’Asl To4 non è stato pagato il conguaglio riferito ai mesi aventi diritto all'aumento, che sono stati pagati, ma senza aumento,
· In tutte le Asl l'aumento non è ancora applicato ai ricoveri temporanei ex DGR10 (dimissioni protette dagli ospedali) che riguardano un numero consistente di ospiti delle RSA
Insomma, la giunta Cirio ha dato con una mano e ha tolto con l’altra. Ha aumentato le tariffe, ma ha ridotto le convenzioni e quindi il solo aumento tariffario della quota sanitaria residenziali riconosciuto dalla Regione nel 2024 non è stato sufficiente a garantire la sostenibilità del sistema.
Occorre:
- aumentare complessivamente il numero delle convenzioni, per soccorrere le numerose famiglie in lista d’attesa, provate dal peso degli oneri di cura e dal peso finanziario delle rette. La nuova Dgr sull’aumento tariffario sanitario residenziale la DGR di maggio 2024 è stata applicata, ma a discapito dell'utenza, visto che sono stati ridotti gli inserimenti in regime di convenzione.
- aumentare ulteriormente il budget sanitario destinato ai servizi, non solo residenziali, per aggiornare gli standards di cura, adeguarsi all’inflazione e al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per le cooperative sociali (valido dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, con un aumento di circa il 15% in busta paga, comunque inferiore all'inflazione degli ultimi anni), garantendo stipendi adeguati ai lavoratori del settore educativo e della cura.
Per garantire l’applicazione del nuovo CCLN del 2024, aggiornare gli standards di cura fermi al 2013 e aumentare la platea dei beneficiari dei servizi, la Regione deve mettere più soldi su queste strutture residenziali e semi residenziali. Altrimenti il solo aumento delle tariffe ricade su famiglie e comuni, che non possono sostenerlo finanziariamente.
Se ci si limita ad aumentare le tariffe e non aumenta il plafond totale a disposizione nelle Asl per gli inserimenti in convenzione, il tema della sostenibilità delle strutture residenziali e semiresidenziali permane!
Inoltre, alle ASL devono essere date indicazioni vincolanti sulla spesa annuale per i minori, le dipendenze, la psichiatria, le persone non autosufficienti o con disabilità. Senza queste indicazioni, le ASL destinano il fondo sanitario indistinto a finalità differenti. È grave che la Giunta Cirio, in sede di discussione del bilancio di previsione 2025 della Regione, abbia respinto l’ordine del giorno allegato a mia prima firma, che chiedeva di dare queste indicazioni vincolanti.
Per ora la Giunta Cirio non riesce ad andare oltre la logica estemporanea dei bonus, che non sono diritti universalistici, stabili ed esigibili da tutti i cittadini.
E il sistema rischia conseguentemente il collasso", conclude Canalis.